La battaglia contro l’utero in affitto non si ferma

Di Francesca Romana Poleggi
24 Novembre 2016
Conferenza stampa organizzata in Senato dall'associazione ProVita. Giovanardi ha elencato «i miserabili sette imbrogli del Governo» con la legge Cirinnà

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«L’utero in affitto è una pratica definita da tutti, a livello europeo e internazionale, ignominiosa», ha detto il senatore Carlo Giovanardi durante la conferenza stampa organizzata questa mattina dall’Associazione ProVita onlus, con il senatore Lucio Malan, a Palazzo Madama. «Ma alle parole di condanna non seguono i fatti», ha aggiunto. Infatti, nella pratica si sta cercando di legittimare il mercimonio di donne e bambini: anzitutto attraverso le sentenze «pirotecniche» – le ha definite così la senatrice Maria Rizzotti – della magistratura; poi attraverso la pubblicità che i media danno ai noti personaggi – tra cui anche un senatore della Repubblica – che comprano bambini in America, e infine attraverso l’azione surrettizia del Governo.

Giovanardi ha elencato «i miserabili sette imbrogli del Governo», perpetrati in occasione dell’approvazione della legge sulle unioni civili: promesse non mantenute, delegittimazione delle Sezioni Unite della Suprema Corte, finto stralcio della stepchild adoption dalla legge Cirinnà, provvedimenti attuativi che impongono ideologicamente un’equiparazione sostanziale delle unioni civili al matrimonio… l’intento di legalizzare le adozioni gay e l’utero in affitto è evidente.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]ProVita aveva già tentato, in un’altra conferenza stampa tenuta lo scorso 4 ottobre, di compattare un fronte trasversale che agisse concretamente in Parlamento per far valere la legge penale che attualmente vieta la pratica. Non è stato possibile: solo i senatori dell’opposizione hanno mostrato di voler far seguire alle parole i fatti, ha spiegato il presidente di ProVita Toni Brandi. Che ha poi ricordato che il 6 ottobre 2015 aveva presentato, inutilmente, una denuncia circostanziata alla Procura della Repubblica contro un’agenzia che a Milano, in pieno centro città, vendeva bambini e gameti, con tanto di listino prezzi.

Un anno dopo, pochi giorni fa, il senatore Malan ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia in cui «si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti illustrati e se non ritenga opportuno attivare i propri poteri ispettivi per verificare il corretto funzionamento del citato ufficio giudiziario, in merito a quella che all’interrogante pare un’evidente inerzia rispetto alle notizie di reato ampiamente documentate».

Allora Malan ha presentato la seconda iniziativa intrapresa. Stanno elaborando un disegno di legge che specifica in modo chiaro ed inequivocabile il divieto di adozione da parte di single e di coppie omosessuali (anche nella forma della stepchild adoption), aggiungendo un art.44 bis alla legge 184/1983. La proposta prevede inoltre di modificare gli artt.600 bis, quinquies e 601 del codice penale, nonché la legge n.75 del 1958 (la legge Merlin) in modo da estendere le pene già previste per la riduzione in schiavitù, il turismo sessuale, lo sfruttamento sessuale di donne e bambini e il favoreggiamento della prostituzione a chi pratica promuove o favorisce l’utero in affitto e il commercio dei gameti. Il disegno di legge prevede inoltre di vietare all’anagrafe qualsiasi forma di registrazione di due “genitori” dello stesso sesso, nonché la responsabilità penale per istigazione di reato del pubblico ufficiale che ordini tale registrazione. Infine, si ribadisce il divieto di procreazione artificiale e utero in affitto per tutti i residenti in Italia, anche se la pratica fosse realizzata all’estero.

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