L’emergenza educativa ormai è un allarme: la scuola è in preda alla «pseudoscienza del genere»

Di Redazione
15 Novembre 2013
L'appello dell'Osservatorio Van Thuan: «Non ci si limita a prescindere dalla natura umana, la si vuole trasformare e ri-creare. I genitori stanno perdendo la libertà di educare l'identità dei figli: mobilitarsi è un atto di carità, non solo di verità»

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, presieduto da monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste.

Le notizie che giungono dal fronte dell’educazione ci dicono che un grande cambiamento è in atto rispetto a quanto ormai siamo soliti chiamare “emergenza educativa”. Il primo a parlare di emergenza educativa è stato, come si ricorderà, Benedetto XVI. Il 21 gennaio 2008, nella Lettera alla diocesi di Roma sui problemi dell’educazione, egli disse che le difficoltà ad educare da parte della famiglia, della scuola e della società intera derivano dal fatto che non si sa più chi educare e a cosa educare. Derivano da «una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. Diventa difficile, allora, trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita».

Ora, l’accelerazione dei fenomeni di degenerazione nell’educazione ha superato questa visione. Il fronte dell’emergenza educativa è ormai diventato un altro, al punto che bisogna ormai parlare di nuova emergenza educativa o, meglio, di allarme educativo.

Il fatto nuovo è stata l’irruzione dell’ideologia del gender nell’educazione, soprattutto nelle scuole.

La Francia, dopo l’approvazione della “Charte de la laïcité” predisposta dal ministro Peillon, si prepara ad introdurre nei licei, a partire dal 2015, un’ora di insegnamento di “morale laica”. Lo Stato impone una propria religione civile ed una propria etica pubblica tese a riplasmare i cittadini, secondo gli insegnamenti di Rousseau.

In Italia, la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, elaborata dal Ministero per le pari opportunità e dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a difesa delle differenze), sta producendo i suoi effetti nelle scuole: i corsi per docenti sono impostati secondo l’ideologia del gender. A ciò contribuisce la RE.A.DY, la Rete delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, che fornisce sostegno e patrocinio. Sul piano locale c’è una collaborazione educativa ideologicamente orientata tra aziende sanitarie locali, comuni, scuole statali e associazioni Lgbt.

Il governo attualmente in carica in Italia ha approvato un decreto, che ha superato l’esame della Camera ed ora è in discussione al Senato, che destina risorse per 10 milioni di euro nel 2014 per la formazione dei docenti al «superamento degli stereotipi di genere».

La legge cosiddetta sull’omofobia, anche questa già approvata alla Camera ed ora in discussione al Senato, se approvata, creerebbe un quadro di intolleranza ideologica e, insieme al decreto suddetto, stabilirebbe nella scuola un clima culturale di completa estromissione della famiglia. Diventerebbe impossibile educare alla famiglia naturale.

Un ulteriore allarme deriva da come viene attuata l’educazione sessuale nelle scuole italiane. Prevale un pensiero unico basato su contraccezione e aborto a cui ora si aggiunge l’ideologia gender. Nel Discorso al Corpo diplomatico del 10 gennaio 2011, Benedetto XVI aveva detto: «Non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione».

Comincia anche ed esserci un allarme libri di testo. Durante la discussione alla Camera del Parlamento italiano del suddetto decreto scuola, il governo ha fatto proprio un ordine del giorno che introduce il rispetto del codice delle pari opportunità nei libri di testo. In Francia c’è già stato un grande dibattito negli anni scorsi che tuttora continua, ma la cosa comincia a preoccupare seriamente anche in Italia. Questo è sempre stato un problema, data la forte caratterizzazione ideologica di molti libri che si usano nella scuola italiana, ma ora la cosa si fa allarmante in quanto i manuali scientifici sempre più veicolano una pseudoscienza del gender.

La nascita di scuole materne in cui bambini e bambine non sono aiutati a coltivare correttamente la propria identità sessuata, ma educati in modo “neutro” in attesa che siano loro, in futuro, a scegliere; la diffusione di favole per bambini o di spettacoli e sceneggiati per le scuole in cui il naturale approccio alla diversità sessuale viene stravolto in base alla nuova ideologia gender; la pianificazione centralizzata da parte dei governi di una educazione sessuale praticata in modo discutibile fin dai primissimi anni di vita, come previsto dagli orientamenti dell’OMS-Europa, tutto questo getta una luce molto inquietante sulla educazione dei nostri figli, davanti a cui nessuno può ritenere di poter tacere.

Questi fenomeni hanno trasformato l’emergenza educativa in allarme educativo. Non si tratta più solo di non sapere chi sia l’uomo da educare, il fatto nuovo è che si pretende di saperlo benissimo. Non ci si astiene dall’educare, abbandonando i bambini e i giovani a se stessi, ma si agisce attivamente per educare contro natura. Non ci si limita a prescindere dalla natura umana, la si vuole trasformare e ri-creare.

Lo smarrimento educativo, la fiacchezza, lo sconforto di tanti educatori, che Benedetto XVI ha descritto benissimo parlando dell’emergenza educativa nella Lettera del 2008, oggi è qualcosa di ben più grave: si rischia l’accondiscendenza passiva ad una contro-educazione. Ed infatti, i gravissimi casi che abbiamo nominato sopra non hanno visto grandi proteste o levate di scudi, se non quelle di alcune agenzie di informazione e di associazioni che si stanno faticosamente mobilitando.

Davanti a questa nuova situazione, il nostro Osservatorio fa tre riflessioni.

La prima è che si ripropone in modo nuovo il problema della concreta libertà di educazione. È questo un argomento che di solito emerge solo in situazioni di difficoltà economica delle scuole non statali. Il popolo cattolico deve sentire in profondità l’importanza formidabile di questa libertà e venire adeguatamente educato a sentirla. Il fronte laico lo considera un terreno pericoloso. Davanti ai pericoli gravissimi che l’allarme educativo fa trapelare, la lotta per la libertà di educazione deve essere posta in primo piano e condotta con costanza e consapevolezza. I genitori stanno perdendo la possibilità di educare i loro figli non su cose di marginale importanza ma sulla identità della natura umana.

La seconda osservazione è che siamo davanti ad una logica a suo modo coerente e rigorosa. In molti pensano che possa darsi una laicità moderata ed aperta. Ma davanti a questi fenomeni, che ormai interessano non solo le nazioni rette da sistemi “giacobini”, ma anche quelle caratterizzate in origine o in passato da un rispettoso equilibrio tra politica e religione, si constata che la moderazione può anche darsi in via temporanea e in alcune contingenze, ma che, una volta eliminato Dio dalla pubblica piazza, si procede coerentemente con l’eliminazione dell’umano. È una secolarizzazione sempre più esigente e aggressiva, che spesso invece viene scambiata per semplice laicità.

La terza osservazione è di invito alla mobilitazione. I cattolici, come del resto ogni persona emancipata dalle sirene del proprio tempo, non possono girarsi dall’altra parte. Si tratta, in questo caso, di una grande testimonianza di carità che ci viene richiesta. Sì, di carità e non solo di verità.

Trieste, 15 novembre 2013

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9 commenti

  1. Massimiliano

    @ Larajsol – e’già radicato credimi.Guarda su http://www.comune.venezia.it e metti sul motore di ricerca pof nuvola.E’solo uno dei piani dell’offerta formativa degli asili comunali nei quali l’indottrinamento Lgbt è GIA’ iniziato.Il capitolo è verso la fine del file pdf.Metti anche omogenitorialità come keyword. Salteranno fuori le iniziative che già da tempo stanno scavando in sordina(mediante i nostri soldi delle tasse) il futuro dei nostri figli.Se una crisi economica come quella che stiamo vivendo può spaventare, questa ideologia subdola che si fa strada deve terrorizzarci! Non si può più stare a guardare!

  2. franco viola

    Sinceramente quello che mi inquieta è che la Chiesa è rimasta l’unico baluardo contro questa perversa ideologia che i suoi stessi teorici ammettono non essere scientifica.lo dico da non credente costretto a dare appoggio alla religione anche a dispetto dei suoi pregiudizi,che però servono a difendere i fondamenti antropologici della comunità umana.Non ho mai capito poi cosa ci sia di affascinante nella eliminazione delle differenze sessuali e per combattere gli “stereotipi di genere”si rischia di trasformare la società in una massa di zombi indecifrabili e borderline.La teoria e la prassi poi sono del tutto contraddittorie;considerando gli omosessuali, per esempio,si nota il loro indulgere sulla loro ambiguità di genere,indulgenza che quasi sempre svanisce però nella ricerca di un partner quanto più maschile possibile.E le femministe che chiedono quote rosa solo per i posti di potere e ben remunerati?Si è mai sentito di quote per i cantieri stradali,miniere,muratura,espurgo pozzi neri e tutte le attività sporche e/o pericolose che quasi esclusivamente gli uomini svolgono?Chi si salvò nella tragedia del Titanic? Ricordo che risale a quel tragico evento l’espressione (ma non certo la prassi)”prima le donne e i bambini”.Vada per i bambino ovviamente,ma io crederò alla “perfetta uguaglianza”quando si dirà “prima gli uomini e i bambini”.Tornando agli omosessuali,questi sono caduti in un tragico errore(dettato presumibilmente dalla loro più intima psicologi che li spinge a stare sempre dalla parte della donna-madre)alleandosi col movimento femminista e illudendosi di avere comunione di interessi e non si accorgono di essere usati e sfruttati dalle femministe.Ma questo è niente se non si capisce che questa malefica ideologia è avallata,incoraggiata e “spinta” dal potere economico e politico che certo non agisce per filantropia e che non ha scrupoli di sorta a sfruttare vizi debolezze e patologie (il transessualismo di sicuro lo è)per i propri loschi fini.E’ del tutto legittimo pensare che tutto questo faccia comodo a una economia globalizzata basata su un capitalismo diventato ormai assoluto.

    1. Larajsol

      Pure non riesco a credere che questo progetto di educazione sessuale già in atto in paesi europei possa realizzarsi pienamente in Italia, intanto perché nel nostro paese non si attua niente “pienamente”, poi perché un’opposizione seria anche se minoritaria c’è e ci sarà e infine perché qui esiste una grossa presenza musulmana di recente immigrazione.
      Quando questi genitori comprenderanno quali messaggi e quali atti gli espertologi in porcherie, foraggiati dal ministero dell’istruzione, intendono comunicare ai loro figli, voleranno tanti di quelli schiaffoni spontanei da convincere gli “educatori in erba” a cambiare mestiere.

  3. mike

    alcuni me ne hanno dette… tipo che necessito di qualcuno bravo. solo che di fronte a cose come questa del gender ci si chiede dove siano le persone. anche chi non è cattolico. possibile che siano tutti codardi? io credo che:
    – o la gente condivide ormai certe idee tipo il gender, a prescindere dai gusti sessuali.
    – o la % di persone omo/bis/tra è molto elevata. potrebbero essere anche un 30%, che è il livello cui al massimo arrivo a pensare. nel caso stanno zitti si, si sta facendo quando vogliono, poi se arriva il matrimonio gay forse padre e madre si separano e lui va con un uomo e lei con una donna. e i figli un po’ qua ed un po’ là.
    a questo punto preferirei davvero essere completamente scemo e vedere ciò che non potrebbe mai verificarsi.

  4. Paolo

    L’unica pseudoscienza presente in questo ambito è quella creata ad hoc per dare supporto ad ideologie confessionali, leggasi “terapie riparative” e similia.
    Ma questo già lo sapete, dato che è stato ben evidenziato dalle comunità scientifica internazionale, naturalmente libera da chi antepone le proprie convinzioni ideologiche confessionali alla professione seria che dovrebbe svolgere (vedi omosessualità come “disagio, ferita”).
    E’ altresì stancante vedere come sempre, vengano utilizzati in modo improprio termini come “famiglia naturale” a cui bisognerebbe “educare” le persone.
    Fatevene una ragione….ciò che è naturale è l’esatto opposto di quello che la vostra ideologia confessionale vorrebbe imporre. Ciò logicamente non è riferito alle persone eterosessuali e loro famiglie, di cui, sempre impropriamente, l’ideologia religiosa crede di essere, non richiesta, testimone.
    L’unico allarme educativo è quello relativo all’indottrinamento a confessioni religiose che i bambini subiscono in tenera età senza avere conoscenze e strumenti per tutelarsi.

    1. ftax

      Infatti, sei un ottimo esempio di indottrinamento al non uso della ragione.
      Chi avevi come genitori, due bonobo?

  5. pietro

    Un affresco reale e puntuale della contingenza storico-culturale della nostra “civiltà”. Siamo di fronte ad un pericolo concreto, che ci coinvolge tutti. Se lasciamo passivamente che questo pensiero laicista e intollerante si impadronisca delle istituzioni che sono di tutti, non solo degli atei, presto ci troveremo a dover dare spiegazioni sul perchè ci rechiamo in Chiesa la domenica, o sul fatto che facciamo frequentare il catechismo ai nostri figli con il rischio che qualche assistente sociale abbia a che ridire sull’educazione che questo impartisce ai minori. Le vere battaglie della vita, per cui vale la pena lottare, sono quelle culturali, perchè se perdiamo queste battaglie (e la storia ce lo insegna) presto lasceremo tacitamente il passo alle dittature delle più diverse ideologie. Lottiamo, lottiamo, lotttiamo, nei nostri ambienti, nei posti di lavoro, nelle nostre comunità, senza paura, lottiamo!!! Buona lotta a tutti!!!!

  6. Mirko

    Ok l’articolo mette sull’avviso, ma perchè anche non proponete una raccolta di firme, o un link ad iniziative terze simili? Mentre noi ci limitiamo a corrucciare le sopracciglia, “quelli” sono organizzati ed attaccano.

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