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È morto Italo Carta, rinomato psichiatra. Diceva sulle nozze gay: «Il diritto di chi urla di più non può prevalere sulla ragione»

Già ordinario di psichiatria e direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria all’Università degli studi di Milano, Carta è venuto a mancare ieri

Redazione
23/07/2013 - 10:19
Interni
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Ieri è morto Italo Carta, rinomato psichiatra ben conosciuto dal pubblico di Tempi, già ordinario di psichiatria e direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria all’Università degli studi di Milano. Ripubblichiamo di seguito una sua intervista del 2012.

La corte di Cassazione ha stabilito che le coppie omosessuali devono avere «diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata». Ma l’affermazione più rischiosa, non riportata a mezzo stampa, è quella per cui è «stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio». «Questo è l’aspetto più grave di tutta la vicenda – spiega a tempi.it Italo Carta, rinomato psichiatra, già ordinario di psichiatria e direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria all’Università degli studi di Milano. «Ho curato e curo molti omosessuali e ritengo che, se proprio vogliono mantenersi in questa condizione di coppia, possano ricevere certe tutele. Ma che il matrimonio naturale sia così minacciato è una violenza distruttiva per la salute mentale della società intera».

Cosa può accadere se la legge, come fa la sentenza della Cassazione, va contro il diritto naturale praticamente annullandolo?
Succede il caos. Se si tolgono le evidenze che accomunano qualsiasi uomo, a prescindere dal contesto e dalla tradizione da cui proviene, si cade nell’arbitrarietà: significa che prevale il diritto del più forte, di chi urla di più. In questo caso quello dei promotori di questi diritti. Siamo in un momento storico in cui la volontà è così tracotante da voler prendere il sopravvento sulla conoscenza delle cose e così le violenta: io voglio fare una famiglia con una persona del mio stesso sesso, non solo chiedo di non essere discriminato ma pretendo di generare, con tecniche violente e artificiali, e poi pure di allevare, un innocente in un contesto che non gli farà sicuramente del bene. Se si salta il fondamento del diritto che è nella legge naturale, e nella ragione umana che la riconosce, la giustizia muore. Non possiamo neppure parlare più di diritti universali.

Cosa si perdono la società e la persona in quanto tali se va in crisi l’istituzione del matrimonio basata sulla natura eterosessuale dei coniugi?
La generatività e l’educazione sana delle persone. Non basta l’amore per crescere dei bambini, servono due personalità differenti dal punto di vista psichico.

I promotori dei diritti gay sostengono che questa condizione è naturale e che la differenza tra sessi è una costruzione sociale.
Nei miei 50 anni di lavoro ho seguito tanti omosessuali. Sono aumentati moltissimo negli ultimi anni. La scienza e l’esperienza dicono che non c’è alcun difetto di natura in loro. Non esiste l’omosessualità naturale, non è iscritta nel Dna. L’omosessualità è un’elaborazione della psiche di modelli affettivi diversi da quelli verso cui la natura normalmente orienta. Questa tendenza è del tutto reversibile. Io mi sono scervellato per anni, ho letto molto su come si può correggere questa tendenza, il problema è che spesso, pur vivendo un disagio, molti di loro non vogliono correggersi.

Secondo lei non dovrebbero avere dei diritti come le coppie eterosessuali?
Bisogna fare dei distinguo: ci sono moltissimi soggetti promiscui e con vite sessuali instabili. Ma ci sono anche alcuni di loro che vivono in coppia per molto tempo. Non mi darebbe fastidio se il legislatore desse loro qualche diritto, come già di fatto avviene, con la possibilità di succedere nel contratto di locazione, di ricevere prestazioni assistenziali dai consultori familiari, di astenersi dal testimoniare in processi che vedono coinvolto il partner etc. Ma non si può andare oltre a concessioni di questo tipo. Pena la salute mentale di terzi.

Si riferisce ai figli?
Anche alla stabilità della società intera. Questa sentenza abolisce l’evidenza e quando si abolisce il principio di evidenza naturale la mente compensa con squilibri psicotici gravissimi. Per questo pensare di introdurre l’uguaglianza dei sessi come normale significa attentare alla psiche di tutti. Penso poi ai più deboli: i bambini. Se gli si insegna sin da piccoli che quel che vedono non è come appare, li si rovina. Ripeto, pur non essendo solito fare affermazioni dure, dato che gli omosessuali sono persone spesso duramente discriminate, non posso non dire che introdurre l’idea che la differenza sessuale non esiste, e che quindi non ha rilevanza, è da criminali.

Ha parlato dei bambini. Che conseguenze può avere dare a queste coppie la possibilità di educarli?
La natura ha fatto l’uomo maschio e femmina e la differenza non è solo fisica ma psicologica. La psiche dell’uomo è diversa da quella della donna: la donna protegge, dà la vita per il figlio, si sobbarca le sue fatiche. Il padre è quello che recide questo legame affinché il bambino cresca e cammini con le sue gambe. Il bambino da quando è nato il mondo per crescere forte e sano, per affrontare la vita e i problemi, ha bisogno di entrambe queste figure. Senza di esse salta in aria tutto il dispositivo edipico su cui si fonda da sempre ogni società. Non mi parlino dei genitori morti perché la loro presenza evocata è utile comunque a questo processo. E comunque la morte non crea disordini affettivi come la sostituzione di un genitore con una figura di un altro sesso. Non conosciamo ancora gli scenari di un mondo disposto a stravolgere la normalità ma li prevedo terribili: l’uomo che obbedisce alla sua volontà e non alla norma si distrugge. E questo non dobbiamo permetterlo per il bene di tutti. L’uomo per sua natura è un essere giuridico che per crescere ha bisogno di seguire delle norme date a lui come pilasti di supporto per camminare certo nella vita.

Ma perché gli omosessuali non si accontentano dei diritti che già hanno e nutrono tanto livore nei confronti di chi asseconda le norme naturali?
Il loro livore è reale. Sono arrabbiati e frustrati. Spesso proprio per delle ferite che si portano addosso scaricano la sofferenza su un punto che individuano come la causa di essa. Anche se di fatto non lo è. Così, però, loro continuano a soffrire e fanno soffrire anche altri imponendo loro la menzogna pur di ottenere quello che pensano gli risolverà la vita. Io lavoro per attenuare il loro disagio che è reale, ma non posso in alcun modo giustificare la violenza distruttiva dell’ideologia che nega l’evidenza e violenta i più deboli.

Tags: diritto naturaleitalo cartaMatrimoni Gaynozze gayomosessualità
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