
Israele-Hamas, anche Alitalia sospende i voli su Tel Aviv
La prima a sfilarsi è stata la statunitense Delta, seguita poi dalle compagnie aeree connazionali e di Germania (Lufthansa), Francia (Air France) e adesso anche Italia: Alitalia ha deciso di sospendere i voli su Israele, dopo che ieri un missile è esploso a un paio di chilometri dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Ieri intanto nel pomeriggio si è tenuta una conferenza congiunta, dopo un incontro riservato, del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Ki-moon ieri ha severamente condannato Hamas e si è appellato alle parti per chiedere la fine del conflitto: «Condanno l’uso di siti civili da parte di Hamas per scopi militari. L’uso di scuole, ospedali e moschee per uso militare. C’è uno sforzo comune internazionale. Smettete di combattere, cominciate a parlare e andate alla radice del conflitto. Nessuna attività militare servirà a raggiungere questo scopo».
«HAMAS VUOLE VITTIME CIVILI». Netanyahu ha ugualmente denunciato con forza quello che Israele starebbe subendo: «Hamas sta compiendo un doppio crimine di guerra: uccide la popolazione di Gaza utilizzandola come scudo e uccide i nostri civili. Vogliamo colpire solo gli obiettivi terroristici, non i civili. Purtroppo questo accade perché Hamas sta nascondendo i terroristi in questi obiettivi e noi dobbiamo agire. Hamas vuole che ci siano vittime civili. Noi facciamo di tutto per ridurre al minimo il loro numero».
L’ONU: «NUOVO ATTACCO SU GAZA, SENZA VITTIME». Stamattina l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, che nella Striscia gestisce varie strutture di accoglienza, ha annunciato che nel corso di un nuovo raid «La nostra scuola per ragazze è stata colpita da razzi lanciati da Israele, e risulta in più parti distrutta». Fortunatamente l’edificio era vuoto e non ci sono state vittime.
BILANCIO DELLE VITTIME. Ieri Hamas dal canto suo aveva lanciato almeno 50 missili su Israele, di cui uno appunto ha colpito una casa a un paio di chilometri dall’aeroporto di Tel Aviv. Il numero delle vittime dello scontro stamattina è salito a 610 palestinesi e 29 israeliani (gli ultimi due sono soldati uccisi ieri a Gaza). Ban Ki-moon ieri ha incessantemente lavorato insieme agli altri rappresentanti della diplomazia internazione, e alla fine della giornata ha aperto: «Sono convinto che i combattimenti finiranno molto presto». Quanto davvero le basi di questo ottimismo siano solide è ancora difficile da dire. Il segretario di Stato Usa John Kerry è al Cairo, da dove lavora affinché le parti «smettano di sparare e comincino a parlare», e ieri è giunta la notizia di una nuova proposta elaborata dai leader palestinesi della Cisgiordania. Una trega di cinque giorni, seguita da negoziati.
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