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Intervista – Gustav Klimt, attivatore di sinergie e amante del gioco di squadra
A due anni dal 150° anniversario dalla nascita di Klimt, per il quale sono state organizzate varie rassegne non solo nella sua Vienna, ma anche in Italia, Milano presenta al pubblico la mostra Klimt. Alle origini di un mito. Quali sono, tra i venti oli esposti, le opere più rappresentative del periodo più acerbo del maestro della Secessione Viennese?
Segnalo un piccolo ritratto della sorella Klara, eseguito a vent’anni, quando Klimt non ha ancora finito gli studi e si esercita ritraendo i suoi familiari. Questo ritratto testimonia già una grande abilità e un illusionismo quasi fotografico nella resa fisiognomica, così come nella seconda sala della mostra il bellissimo disegno a gessetto nero Testa d’uomo del 1879 su cui vale la pena soffermarsi. L’eccellenza nel disegno e nella resa dei volti sono qualità che caratterizzeranno anche l’opera successiva quando si allontanerà dalla pittura tradizionale. La prima parte della mostra, che presenta la sua formazione nell’ambito della pittura ottocentesca e storicista, rende perciò più evidente lo stacco e la forza del rinnovamento artistico apportato dal movimento della Secessione di cui Klimt sarà protagonista.
Quali opere svelano, invece, determinati aspetti del suo carattere, raccontandoci del suo mondo affettivo e delle sue passioni per teatro e musica?
Mettendo in evidenza il contesto attraverso l’esposizione di opere di amici e sodali, la mostra racconta i suoi solidi affetti familiari, la collaborazione con i fratelli anch’essi artisti, il talento del fratello Ernst morto precocemente, e rivela anche come Klimt alla solitudine creativa preferisse fin dall’inizio il gioco di squadra: nei primi anni fondando con il fratello Ernst e l’amico Franz Matsch la Compagnia degli artisti con un atelier in comune, e in seguito dando vita nel 1897 al gruppo della Secessione che realizza mostre collettive e mette a punto la nuova estetica attraverso la rivista Ver Sacrum. Per quanto di poche parole, possiamo considerare Klimt come un attivatore di sinergie. Inoltre, attraverso i disegni di nudo, opere sensuali come Acqua mossa e i tanti ritratti femminili, la mostra suggerisce come per lui le donne e l’erotismo fossero un soggetto privilegiato nell’arte e nella vita.
Come è stato ideato l’allestimento?
Il percorso intreccia andamento cronologico e tematico: si apre con gli anni di formazione e si conclude con l’esuberante nudo di Adamo ed Eva, uno degli ultimi dipinti rimasto tra l’altro incompiuto a causa della morte dell’artista. Ma le opere sono raggruppate anche per soggetto in sale tematiche dedicate ai ritratti, ai paesaggi e al nudo, in modo da dare ai visitatori sia una panoramica dei temi prediletti dall’artista sia l’opportunità di confrontare il suo stile con quello di altri artisti affini, esposti per contestualizzare meglio questa vicenda di transizione alla modernità.
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