Il sogno transumanista: trasformare la donna in una gallina (vecchia)
Mentre dalle parti della Silicon Valley si coltiva il sogno dell’uomo iperperpotenziato e iperconnesso alla comunità global – con un device al posto del cervello e un cloud al posto del cuore – il credo transumanista tenta l’assalto all’unico umanissimo baluardo al delirio di onnipotenza biofaustiana: il grembo materno. Superato il problema dell’accettazione di una “collaborazione” per poter generare figli, sovvertito cioè il principio di realtà che vuole la vita nascere sempre da un rapporto con un altro grazie alla procreazione medicalmente assistita, alla donna non resta che aggirare l’unico, feroce algoritmo che natura le abbia mai imposto: l’orologio biologico.
DIVENTARE MADRI ALL’ETÀ DELLE NONNE
Tutto è ben spiegato in un lungo articolo di Quartz firmato da Zoltan Istvan, il famigerato marcantonio statunitense di 45 anni, che s’è presentato alle ultime presidenziali americane e alla corsa per governare la California. Istvan, già dotato di microchip multiuso sottopelle, è una specie di Huxley alla enne, così ossessionato dalla “sconfitta della morte” da renderla parte integrante del suo programma elettorale. Lui è «sicuro che i bambini che sono nati oggi, come i miei, non moriranno mai», per questo ha in sospeso un paio di questioni con il genere femminile. Sostiene che se la donna è condannata dalla natura a sole 300-400 ovulazioni (mentre tutti gli altri ovociti andranno incontro a degenerazione fino al completo esaurimento e quindi alla fine dell’età fertile), grazie alla scienza potrà presto sconfiggere il suo ingiusto destino biologico. «L’editing genetico combinato con la tecnologia delle cellule staminali», annuncia senza giri di parole, «renderà probabilmente più sicuro per una donna di 50 anni avere un figlio nel 2028 di quanto lo sia stato per una donna di 25 anni averne uno nel 2018. Tra vent’anni, 75enni in buona salute potrebbero essere di nuovo in grado di mettere su nuove famiglie». Proprio come gli uomini, come Donald Trump, «che a 72 anni ha un figlio di 12».
SPERMA E OVULI POSTICCI? CON I TOPI FUNZIONA
Ma cosa bevono i transumanisti? O meglio, quanta verità c’è nell’inquietante profezia della nonna mamma? Un anno fa, nel quarantesimo anniversario della nascita di Louise Brown, la prima bambina nata in provetta, il Guardian annunciava l’avvento di una vera e propria rivoluzione che promette di recidere l’ultimo filo di dipendenza che resta tra uomo e donna per riprodursi: convertire le cellule della pelle in staminali per ricreare ovuli e spermatozoi umani e da lì embrioni vitali pronti all’impianto in utero. Non è un romanzo di Orwell, gli scienziati hanno già dimostrato che una cellula della pelle può essere manipolata artificialmente per diventare una “cellula staminale pluripotente indotta”, trasformata quindi in una “cellula germinale primordiale” e da lì portata a uno stadio di sviluppo precoce dell’ovocita. Con i topi funziona. Stesso procedimento per lo sperma.
LA SPECIE UMANA SOTTO VETRINO
In questo modo, gioisce Istvan, non ci sarebbe più bisogno di un donatore di gameti, «i single potrebbero presto essere in grado di creare la propria prole senza un partner. E questo poterà a una società in cui le relazioni, sessuali o di altro genere, non sono più necessarie dal punto di vista funzionale per continuare la specie umana». Non solo: questi progressi consentiranno alle donne di poter contare su decine di migliaia di ovociti in ogni momento e, usufruendo delle tecnologie di editing genetico, poter selezionare post concepimento in laboratorio solo gli embrioni «migliori e più sani», gli embrioni d’oro.
EMBRIONE D’ORO, BABY DESIGNER, ADULTO GENTILE
Istvan elogia il genetista cinese He Jiankui, demiurgo dei primi due bambini “geneticamente modificati”, nati lo scorso anno: «Le sue azioni segnano l’inizio di un’era in cui gli umani tenteranno di creare baby designer». In realtà la macabra saga dei figli nati senza sesso, senza padre e senza madre è in continuo aggiornamento: ha fatto discutere nel Regno Unito la storia di una ricca coppia britannica che ha fatto estrarre illegalmente lo sperma del figlio morto per spedirlo in America e produrre così l’erede maschio che aveva sempre desiderato. Ma si tratta quasi di preistoria per i transumanisti, che sognano il gamete artificiale coltivando la speranza che dalla selezione oggi possibile solo per tratti genetici specifici (come il colore degli occhi o il tipo di capelli «e per sradicare alcune malattie»), si possa in futuro passare a quella di materiale genetico capace di assicurarci prole con quoziente intellettivo più elevato, corpi più forti, e «possibilmente tendenze psicologiche più vantaggiose, come la propensione alla lealtà o alla gentilezza».
PIÙ CARRIERA, MENO UTERO
Che c’entrano le donne? «Non solo potranno aspettare più a lungo per avere figli», ma attendendo qualche decennio (e progresso scientifico) in più, potranno portare avanti gravidanze più «sicure, non più rischiose». I benefici sono evidenti: più opportunità di fare carriera, più concentrazione sul lavoro, «senza paura di perdere la possibilità di farsi una famiglia», maggiore parità di genere. Certo, non mancano i rischi: questioni di salute? Etiche? Macché: classiste, «sarebbe terribile per l’umanità se i vantaggi della procreazione e le tecniche di modifica genetica fossero disponibili solo per i ricchi».
E che dire invece della prospettiva di partorire a 75 anni? Nulla, entro 20 anni saranno disponibili i grembi artificiali che elimineranno anche la necessità di inserire i bambini nel “forno”, come viene elegantemente chiamato l’utero dalle surrogate americane. Il settore dell’ectogenesi sta facendo infatti passi da gigante nello sviluppo di uteri artificiali per consentire a bimbi nati prematuramente a 23 o 24 settimane di completare la loro crescita. E di progresso in progresso, non è folle immaginare che all’era dei baby designer nati da gameti artificiali e concepiti in laboratorio non occorra nemmeno più il grembo della madre per venire alla luce.
COCCODÉ
In attesa che queste bislacche profezie s’inceppino sulle avarie che ogni tentativo di fondere uomini e macchine, anime e avatar portano sempre con sé, ad ogni femmina di buon senso non resta che ascoltare con orrore il ticchettio e osservare con angoscia l’inesorabile incedere delle lancette dell’orologio. Non quello che segna il tempo che manca all’esaurimento dei propri ovuli, bensì quello che ci separa dalla concretizzazione del sogno transumanista: trasformare la donna in una gallina.
Foto Older woman in pregnant with in vitro baby da Shutterstock
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