La preghiera del mattino

Il secondo ristorante al mondo elimina la carne. Meno male che ci resta il primo

Di Lodovico Festa
18 Gennaio 2022
Rassegna ragionata dal web su: la moda vegana tra gli chef stellati, l'attendismo del Pd sul Quirinale, l'antiabortista candidata a succedere a Sassoli e molto altro ancora
Bistecca tagliata di carne

Bistecca tagliata di carne

Sugli Stati generali Andrea Enrici, confrontando l’elezione del capo dello Stato in Germania e in Italia, scrive: «Le procedure per l’elezione del presidente della Repubblica sono significativamente diverse nei due paesi, a dimostrazione che i sistemi elettorali non sono solo materia per pochi adepti ma che, al contrario, incidono profondamente sulla qualità della democrazia». Attenzione a semplificare troppo: la Costituzione e il sistema elettorale tedeschi sono frutto della storia di una nazione divisa in due, una liberaldemocratica (dove peraltro i comunisti vennero messi fuori legge negli anni Cinquanta), l’altra sotto il controllo di un partito comunista (la Sed). La Costituzione e il sistema elettorale italiano hanno le loro radici anche nella presenza del più forte partito comunista dell’Occidente in parlamento: presenza che condizionò tutti gli assetti istituzionali. Se si vuole trasparenza ed efficienza, oltre che con le regole, bisogna far i conti con quel terribile soggetto che è la Storia, ben viva nel condizionare e nel rendere difficile ogni riforma della Costituzione.

Sul Sussidiario Frank Cimini dice sul conflitto Csm-Consiglio di Stato: «Siamo davanti alla conferma che il Csm decide in base alle correnti interne e non ai meriti». Insomma la palamarizzazione nell’organizzazione della magistratura, sarebbe irreversibile?

Su Leggo troviamo questo titolo: “Iva Zanicchi torna a Sanremo”. E potrebbe vincere? Più o meno come Silvio Berlusconi e la sua partita per il Quirinale?

Su Huffington Post Italia Alessandro De Angelis scrive: «E il caos, di cui ci sono tutti i presupposti oggi, diventa, per default, il vero kingmaker per cui sembrano lavorare, a loro insaputa, gli aspiranti kingmaker dell’oggi». Macché “Draghi o il caos”: “Il caos e dunque Draghi”?

Su Affari italiani Paola Alagia scrive su Pd e Quirinale: «Ma a una settimana dal primo scrutinio in Parlamento è mai possibile che sia ancora presto? Perché non fare un nome, magari altrettanto di parte, come ha fatto il centrodestra? “Sarebbe contradditorio e incoerente rispetto a quanto abbiamo sempre sostenuto”, spiega ad Affari una fonte qualificata del Pd. Senza contare, inoltre, che “un nome significherebbe poi fare la conta ed è quello che vogliamo evitare”». Da “partito di lotta e di governo” a “partito di Letta e di attesa”.

Su Startmag Francesco Damato cita questa frase di Matteo Renzi: «Conte vorrebbe andare ad elezioni nel 2022: sa che se si vota a scadenza naturale, Di Maio gli riprende il posto». Renzi è inflessibile nella sua “caccia” a Conte, il che è un po’ vile perché attaccare l’avvocato-Casalino-dipendente è come menare un bimbo seduto e impegnato sul suo vasino da notte. Però nell’esibirsi in questa non coraggiosissima bravata si dimentica che se Conte perde tra i 5 stelle lo sostituisce Di Maio, mentre se lui perde, Italia viva diventa Italia morta.

Su Formiche Roberto Arditti scrive: «Siccome mai come questa volta l’esito del voto per il Quirinale sarà politicamente rilevante, occorre da subito guardare avanti, dicendo con chiarezza che sarà molto probabilmente necessario un nuovo governo». Arditti è un altro di quelli che descrivono con intelligenza il caos prodotto da questo parlamento, poi però dice che ci vuole un altro governo. Ah! Aristotele e la tua logica non contraddittoria! Sei proprio vissuto invano!

Su Huffington Post Italia Gregorio Sorgi scrive: «Andrea è stato “dichiarato colpevole dall’opinione pubblica”, al punto che la regina non poteva agire diversamente per difendere l’integrità della Corona, che è sempre stata la sua priorità». Prima il caso Meghan-Henry, poi quello Andrea-Epstein. Personalmente adoro la Gran Bretagna e sono innamorato di Elisabetta II, però è difficile non costatare come la lotta per la successione della grande regina stia assumendo tinte quasi saudite (o da sceneggiatura di The Crown).

Su Huffington Post Italia si scrive: «I Radicali chiedono espressamente di non votare Roberta Metsola, maltese, esponente del Ppe, di fede politica conservatrice e soprattutto convinta anti-abortista. Metsola al momento è tra i candidati più papabili a sostituire il compianto presidente del Parlamento David Sassoli, di cui si celebrano i funerali proprio oggi. L’esponente del Ppe infatti è l’unica candidata che già in partenza potrebbe avere i voti per essere eletta presidente, in conformità con l’accordo di staffetta tra socialisti e popolari siglato nel 2019 quando venne eletto l’europarlamentare italiano». È il famoso metodo Germania orientale: il pluralismo è lecito ma solo per chi ti ubbidisce.

Su Strisciarossa Piero Ignazi scrive: «In Italia si fa fatica a capire che la sinistra non guadagna annacquandosi e diventando più simile a una melassa centrista». È la famosa ubriachezza modesta degli ex Pci ed ex Dc uniti nel Pd: “Melassa, melassa e fiaschi de vin”.

Sul Blog di Beppe Grillo si scrive (continuando la serie “strano ma vero”): «Il ristorante Geranium di Copenaghen ha rimosso la carne dal suo menù. Classificato con 3 stelle nella guida Michelin, è considerato il secondo al mondo». Meno male che ci resta il primo ristorante al mondo, dove potremo farci una bisteccona.

Sul Post si scrive: «L’azienda tedesca di macchine per la pulizia Kärcher ha chiesto per l’ennesima volta che il suo nome non venga usato nel dibattito politico francese. Di recente infatti la candidata alle elezioni presidenziali Valérie Pécresse, di centrodestra, ha detto in più occasioni che “bisogna tirare fuori il Kärcher dalla cantina” per “ripulire i quartieri” delle città francesi, usando un’espressione entrata ormai nel gergo della politica francese, nella quale il marchio viene usato, specialmente a destra, come metafora di un approccio securitario e rigido nei confronti della criminalità, e spesso in modo indiretto anche nei confronti dell’immigrazione, con un implicito sottotesto razzista. Kärcher è la più importante azienda di idropulitrici al mondo». E così, per difendere il nome e il marchio dell’impresa tedesca scatterà presto l’operazione mani idropulite?

Su Scenari economici Giuseppina Perlasca scrive: «La più grande economia europea, la Germania, dovrebbe diventare un importatore netto di elettricità nel 2023 per la prima volta dal 2002, a causa del ritiro delle centrali a carbone e del phase-out nucleare, ha affermato venerdì l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie)». Com’è che diceva quel palazzinaro romano? “Fare i disinquinatori con il culo degli altri”.

Sulla Nuova Bussola quotidiana Ermes Dovico commenta e pubblica larghi passi della decisione della Corte suprema degli Stati Uniti sull’obbligo di vaccino nei luoghi di lavoro, tra i quali questo: “L’opinione di maggioranza sottolinea che l’approccio dell’Osha di imporre indiscriminatamente l’obbligo a 84 milioni di lavoratori manca di distinguere tra un rischio specifico legato al lavoro e un ‘rischio generale’ (il virus si può trasmettere ovunque siano radunate persone) che non è dissimile da tanti altri pericoli quotidiani e che non giustifica l’ampliamento dei poteri dell’agenzia governativa. Anche perché, altro punto decisivo, non ha ricevuto un preciso mandato in tal senso dal Congresso. Tutt’altro: i giudici ricordano che il Senato ha votato a maggioranza contro l’obbligo imposto dalla stessa Osha». Al di là del giudizio di merito sulla sentenza (quattro giudici della Corte hanno peraltro votato contro), la prima cosa che mi viene in mente è che sarà che la democrazia negli Stati Uniti è in pericolo, ma a me sembra bella vivace.

Su Formiche Giulio Sapelli dice: «L’energia solare e quella eolica e il loro accumulo richiedono l’uso di terre rare che sono in gran parte in mano alla Cina. Parliamo peraltro di materiali che non si possono facilmente eliminare o riciclare, come il cobalto. Spingere in modo ossessivo sulle rinnovabili rischia di farci cadere nel ricatto cinese». Una retorica senza analisi concreta della realtà tende a produrre nuovi politici (innanzi tutto a 5 stelle) che si comportano sulle questioni energetiche e quant’altro come gattini ciechi (con qualche gattone che li ispira e ci vede benissimo anche grazie a solidi rapporti con Pechino).

Foto di Emerson Vieira per Unsplash

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