«Il reddito di cittadinanza favorirà il lavoro nero, soprattutto al Sud»
«Il reddito di cittadinanza favorirà il lavoro nero, soprattutto al Sud». Ne è convinta Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, che associa 100 mila piccole e medie imprese in tutta Italia. «Abbiamo fatto un sondaggio utilizzando la nostra rete di sedi provinciali e il rischio che la norma venga aggirata è concreto», dichiara a tempi.it bocciando la misura sventolata come una bandiera dal Movimento 5 stelle e dal vicepremier Luigi Di Maio.
Come può essere aggirata la norma?
I lavoratori part-time e con stipendio inferiore a 1.000 euro al mese sono quelli potenzialmente interessati ad aggirare la norma.
In che modo?
Accettando di essere licenziati per finta per incassare il sussidio statale e continuare in realtà a lavorare in nero per lo stesso datore, a fronte di uno stipendio ridotto ma integrato dai 780 euro garantiti dallo Stato.
E l’impresa che cosa ci guadagna?
Se i primi guadagnerebbero di più, i datori avrebbero risparmi importanti rispetto a una paga regolare e piena. Secondo le nostre stime preliminari, il risparmio potrebbe aggirarsi tra il 30 e il 60 per cento del costo del lavoro.
Crede davvero che qualcuno si farebbe licenziare per lavorare in nero?
Chi conosce la struttura imprenditoriale italiana sa che è possibile. Soprattutto perché ci sono ambiti in cui i lavoratori hanno scarse tutele.
Quali?
Il turismo, il commercio, l’agricoltura, i servizi, come quelli di pulizia o manutenzione. Nel Sud si registrerebbero i casi più frequenti.
Lei non crede, dunque, che il reddito di cittadinanza favorirà l’occupazione.
No, è un sussidio non troppo diverso da quelli che già esistono sul piano sostanziale. Il governo l’ha voluto solo estendere e incrementare da un punto di vista dell’importo mensile. Si tratta di assistenzialismo fine a se stesso.
Però i centri per l’impiego faranno tre offerte di lavoro a ciascun assistito.
Chi potrà mettere in atto un piano di controlli a tappeto su tutto il territorio? E siamo sicuri che spunteranno tante offerte di lavoro dal nulla per i percettori di reddito?
Sembra scettica.
Lo sono. Per creare nuova occupazione bisogna tagliare il cuneo fiscale e i costi a carico delle aziende. Questi purtroppo sono interventi poco spendibili sul piano elettorale. Noi poi siamo d’accordo con l’idea di aiutare chi è in difficoltà, attraverso sussidi e offerte di lavoro.
Ma?
Ma bisogna essere concreti e calare le leggi nella realtà italiana. Mi sembra evidente che questa norma si presta a distorsioni facili e a portata di mano.
Le pmi cosa chiedono al governo?
Meno tasse e meno burocrazia. Più incentivi, stabili, per le assunzioni. Una giustizia civile efficiente. Infrastrutture moderne.
Ha detto poco.
Lo so. Ho appena letto il sommario del libro dei sogni.
Foto Ansa
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