
Il nuovo Cnb e l’Ambrogino a Cappato. Una parola diversa sulla vita può essere detta

Le nuove nomine del Comitato Nazionale per la Bioetica sono un segnale potente lanciato dal governo Meloni: un’altra concezione dell’uomo è possibile.
Per una singolare coincidenza la notizia arriva nello stesso giorno in cui a Milano è stato assegnato l’Ambrogino d’oro al radicale Marco Cappato, meritevole della massima onorificenza meneghina per aver portato una persona a morire in Svizzera. Applauso corale, ovviamente. E commozione per le parole di Cappato che ha dedicato il premio a dj Fabo. Solo il nostro amico Matteo Forte, consigliere comunale di Milano Popolare, ha avuto l’ardire di alzarsi e abbandonare la sala in segno di protesta.
Per il resto, la solita minestra. Cappato è stato premiato «per il suo impegno nell’affermare le libertà civili e i diritti umani». Il sindaco Sala ha detto di difendere la scelta del radicale, anche se è «discutibile per una parte della popolazione milanese, ma che Cappato si sia mosso con un istinto di generosità e impegno è vero».
Una parola diversa
Sono ormai anni che su certi temi (fine vita, omosessualità, aborto, utero in affitto, fecondazione extracorporea…) è accettata nel dibattito pubblico una sola voce, che ripete in modo monotono le stesse cose. Non in base a dati di realtà – fatevi un giro in Olanda e in Belgio a vedere come è “dolce” la dolce morte –, ma in base a un’ideologia mortifera e cinica, che promette la “liberazione” e in verità incatena i più fragili (i bambini, gli anziani, i disabili, le madri) a un destino cinico deciso dai forti e dai sani.
Il nuovo comitato di Bioetica è un segno che, se si vuole, una parola diversa può essere detta, che questa parola ha una sua dignità e che non si deve avere vergogna di proferirla, anche se – lo sappiamo – sarà subito tacciata di essere medioevale, oscurantista, bigotta.
Noi invece sappiamo che da Ronco a Di Pietro, da Cantelmi a Gambino, da Garattini a Leonardi, fino a Menorello, Morresi, Navarini e Ruggieri nel nuovo Cnb prevarrà una linea che farà parlare la scienza e non l’ideologia, la coscienza e non lo spirito dei tempi.
Usare correttamente la ragione
Perché, alla fine, come sempre, è solo con un onesto e corretto uso della ragione che si può sconfiggere la dottrina cinico-sentimentale dei nuovi biofaustiani.
Ce lo spiegò con un buon esempio il neo presidente del Cnb, Angelo Vescovi, qualche anno fa, ai tempi del dibattito sulla Legge 40: «Si prenda un embrione e lo si posizioni sotto gli occhi di una scimmia. Poniamo per assurdo che si sia in grado di interpretare correttamente i suoi versi. Le si chieda: “Cosa vedi?”. L’animale risponderà: un grumo di cellule. Si giri lo stesso interrogativo a un uomo, cioè a un essere dotato di coscienza, capace di conoscere. L’uomo dovrà rispondere basandosi non solo su quello che vede, ma anche su quello che sa. E cioè che all’atto della fecondazione si forma un’entità biologica che, senza soluzione di continuità, diventa un uomo. Io sono uno scienziato, non una scimmia; perché dovrei negare tutto questo?».
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!