Il ministro cattolico Riccardi non ha niente da dire sull’affidamento del bambino alla coppia di lesbiche?

Di Carlo Giovanardi
14 Gennaio 2013
Il senatore Carlo Giovanardi parla della contestata sentenza della Cassazione. «I "cattolici-democratici" sono stati colpiti dalla solita afasia cronica che li colpisce sui cosiddetti valori non negoziabili».

La sentenza 601/2012 della Suprema Corte di Cassazione, ricalca un copione che purtroppo più volte abbiamo visto ripetersi negli ultimi anni in Italia.

Innanzitutto il merito del caso deciso non è certamente scandaloso: i Giudici della prima sezione della Cassazione dovevano semplicemente stabilire se un bambino conteso tra un padre violento, che l’aveva abbandonato fin dalla nascita, e una madre tossicodipendente, che si è curata in comunità ed è andata successivamente a vivere con una volontaria della stessa, dovesse rimanere con la madre, o essere affidato al padre che accusa le due donne di avere un rapporto omosessuale.
In questa complessa e angosciosa situazione (con il padre musulmano che faceva valere anche principi religiosi) i magistrati hanno confermato quanto già deciso in appello, e cioè che in questo caso specifico era meglio che il bambino rimanesse affidato alla madre.

Perché allora tutti i giornali italiani hanno dedicato titoli cubitali e pagine intere alla sconvolgente notizia che la Cassazione aveva deciso che in Italia i bambini potessero essere affidati a coppie omosessuali?
Semplicemente perché la Sezione presieduta dalla dottoressa Maria Gabriella Luccioli ha approfittato della sentenza per aggiungere l’opinione dell’estensore che non sia affatto necessario per l’equilibrato sviluppo dei bambini il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia composta da madre e padre, essendo tale considerazione non fondata su “certezze scientifiche” e “dati di esperienza”.

Questa opinione nel nostro ordinamento vale come quella di qualsiasi altro cittadino, che non ha peraltro il privilegio di poter scrivere le sue opinioni nelle sentenze, ma sicuramente non può scavalcare i principi contenuti nella Carta Costituzionale, nelle leggi in vigore e in una sterminata documentazione scientifica che dimostra esattamente il contrario di quanto sostenuto dall’estensore della sentenza.
È davvero singolare che davanti a questo prevedibilissimo putiferio la presidente Luccioli  inviti a leggere pacatamente la sentenza, che non poteva non suscitare interessati equivoci.

Ma data l’enormità di questa “opinione”, era lecito attendersi una levata corale di scudi dei cattolici presenti in tutti gli schieramenti politici.
Ancora una volta invece, salvo rarissime eccezioni, i “cattolici-democratici” sono stati colpiti dalla solita afasia cronica che li colpisce quando c’è da prendere posizioni sui cosiddetti valori non negoziabili.
È impressionante che chi fustigava ogni giorno, accusandole di scarsa coerenza, le persone che come me si sono sempre impegnate in politica in un partito, nel caso la Democrazia Cristiana, abbiano così spregiudicatamente dimenticato la loro vita precedente non appena agguantato un seggio parlamentare.

Analogo ragionamento si potrebbe fare su chi pro-tempore ricopre l’incarico di ministro con delega alla Famiglia (Andrea Riccardi), molto spesso identificato come la lunga manus del mondo cattolico, che ha rilasciato in questi giorni molte dichiarazioni sulla composizione delle liste del Centro di Casini, Fini e Monti ma che evidentemente non si è accorto di una tematica che sta appassionando non solo l’Italia ma l’intera Europa (vedi quello che sta accadendo in Francia).

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7 commenti

  1. Alessio

    Segnalo una sentenza ancora più femminista ed anti-padre sempre della stessa Maria Gabriella Luccioli.

    12 giorni fa la giudice aveva (correttamente) confermato l’allontanamento per PAS di bambini da un padre alienante. Oggi invece c’è una madre alienante e ribalta la frittata.

    Evidentemente è una presa per il culo contro chi crede nella giustizia. Già l’11/7/2008 il Corriere aveva già descritto la giudice in questione come «Maria Gabriella Luccioli […] a colpi di sentenze, ha praticamente riscritto il diritto di famiglia. Tutto e sempre in nome e in favore delle donne». Questa va allontanata dalla magistratura, non è possibile che una possa imporre l’ideologia femminista sulla pelle dei bambini. La magistratura deve limitarsi a applicare le leggi.

  2. Giuseppe

    Il conformismo filomossessualista, ormai largamente accolto, la vince di gran lunga sul filoislamismo, quasi esclusivamente strumentale.

    1. albo

      A Giuseppe. Il conformismo filocattolico è veramente stucchevole.

      1. Charlie

        Come è stucchevole constatare il conformismo della natura con le solite stagioni che si avvicendano regolarmente e un sole che sorge sempre ad est e tramonta sempre ad ovest, senza mai un cambiamento.

        Senza mai sciogliere i ghiacciai o liquefare la terra o fottersi la luna di notte.

        Che barba, che noia, che noia, che barba con questi stantii e superati punti di riferimento immutabili !

        1. Charlie

          Peggio del conformismo cattolico !

  3. A Giovanardi sfugge un particolare non di poco conto.
    Il padre del bambino, nella richiesta di affidamento congiunto, aveva motivato la sua richiesta parlando di «ripercussioni sul piano educativo e della crescita del medesimo derivanti dal fatto che la madre, ex tossicodipendente, aveva una relazione sentimentale e conviveva con una ex educatrice della comunità di re­cupero in cui era stata ospitata».
    La Corte d’appello aveva respinto tali motivazioni «non essendo specificato quali fossero le paventate ripercussioni negative per il bambino» mentre per la Cassazione «alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pre-giudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale».
    Quindi non è vero, come scrive Giovanardi, che «la Sezione presieduta dalla dottoressa Maria Gabriella Luccioli ha approfittato della sentenza per aggiungere l’opinione dell’estensore che non sia affatto necessario per l’equilibrato sviluppo dei bambini il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia composta da madre e padre». La Corte d’Appello e la Corte di Cassazione erano obbligati a dare una risposta perché rientrava tra le motivazioni proposte dal padre: se questo non avesse avanzato questa motivazione per ottenere l’affidamento del figlio certamente non ci sarebbe stata nessuna presa di posizione in merito.
    Insomma: la Cassazione come i precedenti tribunali hanno dovuto dare una risposta alle motivazioni presentate dal padre, niente di più e niente di meno e stupisce che Giovanardi, laureato in giurisprudenza e già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ignori una cosa tanto basilare.

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