La Cassazione dice che non ci sono «certezze scientifiche» o «dati di esperienza» per sostenere che un bimbo possa subire danni da una convivenza con una coppia gay? Forse in Italia, ma tempi.it mesi fa alcuni dati e certezze scientifiche li aveva trovati grazia a una ricerca del sociologo Mark Regnerus dell’Università del Texas. Uno studio scientifico ampio e dettagliato a livello internazionale sui figli delle coppie omosessuali. E i risultati fanno tremare: il 12 per cento dei figli delle coppie omosessuali pensa al suicidio (contro il 5 per cento delle coppie normali), il 40 per cento è più propenso al tradimento (13 per cento tra gli eterosessuali), più frequentemente sono disoccupati (28 per cento l’8 per cento). E non finisce qui. La ricerca, pubblicata sulla rivista Social Science Reserach, mostra che i figli delle coppie omosessuali ricorrono più spesso alla psicoterapia rispetto ai loro pari età figli di coppie normali (19 per cento contro l’8) e contraggono con molta più facilità patologie trasmissibili sessualmente (40 per cento contro l’8).
Importante novità nello studio è che Regnerus ha scelto di dare la parola direttamente ai figli maggiorenni di coppie gay. Una ricerca che ha utilizzato un campione molto ampio rispetto a quello con cui altri studiosi hanno sostenuto la teoria della “nessuna differenza”.
La ricerca del professor Regnerus è stata ferocemente contestata dalla lobby omosessuale, sono stati firmati appelli perché l’Università fermasse la ricerca e licenziasse il docente. Nell’agosto dello scorso anno la risposta del Consiglio accademico: nessuna accusa di faziosità può essere attribuita al professor Regnerus. Oltre alla nota universitaria ora arriva la “benedizione” del quotidiano New York Times – non certo un giornale con tendenze omofobiche – che ha fatto valutare la ricerca di Regnerus da 18 diversi esperti universitari che l’hanno definita «rigorosa» e «attendibile».