Se lo scrive Famiglia cristiana è una garanzia: il governo Renzi è «un treno da non perdere». Con il rispetto dovuto al settimanale dei paolini, prudenza suggerisce di evitare sorprese di viaggio, quindi di dare uno sguardo ai vagoni che seguono la locomotiva.
Nel depliant del tour, distribuito in occasione del Congresso del Pd, c’erano anche la carrozza “anti omofobia” e quella sulle unioni civili all’inglese, assai prossima quanto ad arredo al matrimonio fra persone dello stesso sesso; mentre dai governi Monti e Letta l’esecutivo Renzi riceve in gestione i vagoni con le Linee guida per imporre l’ideologia del gender fin dalle scuole elementari e per fare giornalismo in modo “gendericamente corretto”. È necessario appesantire il treno con questa zavorra?
L’alta velocità che il premier incaricato ha annunciato per raggiungere le stazioni delle riforme del fisco, della burocrazia e del lavoro consiglierebbe di non porre ostacoli sui binari. Non sarebbe male se fra gli obiettivi fosse indicata anche una legislazione meno ostile alla famiglia vera, come propone il Forum delle associazioni familiari: magari per giugno, tanto le famiglie italiane aspettano da anni che qualcuno smetta di mortificarle, una settimana in più o in meno non cambia. Né sarebbe male se i compagni di viaggio non di sinistra di Renzi agganciassero quest’ultimo vagone, facendo lasciare in deposito gli altri, per dare alla loro adesione alla compagine un senso un po’ più dignitoso del tenersi stretti i ministeri gestiti finora.
Il treno non si può perdere, ma solo se garantisce un viaggio in sicurezza: se cioè si allontana dall’immagine del tratto ferroviario fra Savona e Imperia, triste metafora dell’Italia, e lascia perdere quei capricci ideologici che in altre nazioni (Francia in testa) stanno provocando più d’un incidente di percorso.