«Così si rischia una discriminazione al contrario». Scrive così oggi sulle pagine della cronaca milanese il quotidiano dei vescovi Avvenire, a proposito del “Fondo anti-crisi, coppie di fatto favorite” (questo il titolo dell’articolo). Il quotidiano torna ad attaccare il sindaco Giuliano Pisapia su una questione che si trascina da tempo e su cui Avvenire aveva già scritto un duro editoriale a gennaio (“Scivolone ideologico nella Milano di Pisapia”).
I fatti. «Divisi in tre bandi – scrive Avvenire –, sono 11,3 i milioni che l’amministrazione Pisapia ha messo a disposizione dei cittadini più colpiti dalla crisi. Nel primo mese di apertura del bando, il fondo anticrisi (4,1 milioni) ha raccolto 555 domande di chi ha perso il lavoro (equamente distribuite tra stranieri e italiani) e 51 da giovani coppie per la prima casa. Un bilancio che evidenzia il sorpasso delle coppie di fatto sposate con 33 coppie conviventi a fronte di 17 sposate. Nessuna richiesta da conviventi dello stesso sesso, mentre una da parte di due fratelli è stata respinta. Se le domande saranno accolte i richiedenti potranno ottenere fino a 5 mila euro di contributo per l’acquisto della casa o il pagamento dell’affitto».
Secondo il quotidiano, però, è inevitabile che sorga un «dubbio motivato». C’è «una discriminazione nei confronti delle coppie sposate che devono esibire certificato di matrimonio (erano ammessi solo coloro che si sono sposati nell’anno in corso) mentre per le coppie di fatto l’inizio della convivenza non è certa (fa fede la dichiarazione resa all’anagrafe, ma la convivenza potrebbe essere antecedente e dichiarata solo quando fa più comodo). E questo, più che un documentato aumento delle coppie non sposate, spiegherebbe il boom di richieste da parte dei conviventi».