Il Cantico delle creature al Meeting

Di Caterina Giojelli
21 Agosto 2024
Non sono effetti speciali ma essenziali: acqua, fuoco, vento, luci abbracciano creature innaffiate, illuminate, spettinate. Corre l’anno 1225 e padre Marco Finco veste i panni di San Francesco. Lo chiamano spettacolo ma è un avvenimento
Lo spettacolo di e con padre Marco Finco “Cantico delle creature. Se non cerchiamo l’essenziale…” al Meeting di Rimini, Villaggio Ragazzi (pad. B3). Regia di Marcello Chiarenza

Avete mai visto un bambino pieno di ciò che vede? Noi sì, ne abbiamo visti tanti. Hanno gli occhi sgranati sulle stigmate che ardono come fiammelle sul san Francesco, le mani agitate ad afferrare una stella cadente o una farfalla che saetta tra naso e capelli.

Non sono effetti speciali ma essenziali: acqua, fuoco, vento, luci abbracciano creature in pantaloncini, pancioni, scarpe da ginnastica.

L’immensità del Cantico delle creature al Meeting

Creature innaffiate (letteralmente), illuminate, spettinate: corre l’anno 1225 e dietro una tenda del Meeting accade il Cantico delle creature. E qui c’è poco da spiegare perché le parole se non avvengono scadono, diventano astratte, e invece ciò che fu tempo e spazio quasi 800 anni fa nei pressi di Assisi, in quest’angolo di Villaggio Ragazzi lo è ancora, tempo e spazio, avvenimento.

Anche questa volta padre Marco Finco aveva preparato tutto l’essenziale, cartone, luce, rami, terra, e la grammatica del Padre perché non mancasse nulla in quell’angolo dove, lo sapevamo, avrebbe dato corpo e saio fino all’ultimo osso e brandello affinché San Francesco, cieco e coi segni della croce, fosse presente tra i bambini; ed essi vivessero con lui l’immensità storica di ogni attimo del componimento del Cantico delle creature.

Creature tra libri, ombrelli e firmamento

Quello che non sapevamo era che saremmo stati noi stessi creature, in quell’angolo animato da piccoli oggetti, libri, ombrelli capaci di spalancare luce o precipitare schegge di firmamento e farsi fonte di lode, segno, mai oggetto finito di sguardo. I bambini voltano la testa per scoprire da dove arrivi il raggio che indora il pane, seguono il dito che indica tra loro la presenza di una margherita, si alzano sulle ginocchia per scoprire cosa illumini le finestre di quella povera casa.

Tutto in Lui sussiste e si fa “Laudato si’, mi’ Signore”, mentre frate Sole, sora Luna e le stelle, frate Vento, sora Acqua, frate Focu, sora nostra matre Terra abitano scena e platea pensate su un unico, stesso piano, dove c’è posto perfino per infirmitate e tribulazione, e la nostra sorella morte corporale che arriva in silenzio e nessuno vorrebbe cantare, ma che più di tutto rende evidente la presenza dell’eterno nel temporale. E per mostrarla ai bambini non servono effetti speciali, serve l’essenziale.

Una mostra per non distrarci dall’essenziale

Dire di più sarebbe un tradimento a come ci ha parlato Francesco e agli occhi sgranati dai marmocchi mentre sorge la luna, cresce una rosa rossa tra le spighe e il fuoco si fa focolare attorno al quale radunare gli amici. Accanto, case di cartone modellate da padre Marco e abitate da ciascuna creatura lodata ci aiutano a non distrarci dall’essenziale.

Cantico delle creature, spettacolo e mostra. Da un’idea di Padre Marco Finco, opere di Marcello Chiarenza
Lo spettacolo di e con padre Marco Finco “Cantico delle creature. Se non cerchiamo l’essenziale…” al Meeting di Rimini, Villaggio Ragazzi (pad. B3). Regia di Marcello Chiarenza

Avete mai visto dei bambini pieni di ciò che vedono? Noi sì. E se volete vederli anche voi dovete andare al Villaggio Ragazzi, padiglione B3. Ogni giorno, alle 12 e alle 15 padre Marco Finco fa accadere il “Cantico delle creature. Se non cerchiamo l’essenziale…”. Lo chiamano spettacolo ma è un avvenimento. Ed è bellissimo.

 

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