«I curdi vogliono cacciare noi cristiani da questa regione della Siria»

Di Redazione
06 Settembre 2018
Monsignor Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi, denuncia la chiusura di quattro scuole cristiane nel nord-est del paese: «La nostra presenza è in pericolo»

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«Lo ripeto da anni che i curdi vogliono sradicare la presenza cristiana da questa regione della Siria». È quanto dichiarato ad Aide à l’Église en détresse da monsignor Jacques Behnam Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi, nel nord-est del paese. Qui, come raccontato da tempi.it, i curdi che governano la zona hanno chiuso quattro scuole cristiane che si sono rifiutate di adottare i provvedimenti di politica dell’educazione emanati dal governo locale, che prevede testi ispirati al nazionalismo curdo.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”] DAL 1932. «La chiusura delle scuole ci ha spezzato il cuore», prosegue l’arcivescovo. «La Chiesa le gestisce dal 1932 e noi non avremmo mai immaginato che potessero essere chiuse. Dall’inizio dell’anno, l’amministrazione locale ha preso possesso di un centinaio di scuole pubbliche, imponendo nuovi programmi e manuali. I curdi ci avevano garantito che non avrebbero toccato le scuole private, tra cui quelle cristiane. Invece, non solo l’hanno fatto, ma ora le hanno chiuse».

LINGUA CURDA. L’amministrazione, egemonizzata dai curdi del Pyd (Partito dell’unione democratica), vuole imporre ad esempio l’utilizzo della lingua curda mentre il curriculum nazionale siriano prevede la lingua araba tranne due ore in lingua siriaca per l’insegnamento della religione e della cultura siriaca. «Non vogliono che utilizziamo la lingua antica della Chiesa».
«CRISTIANI IN PERICOLO». Secondo monsignor Hindo è in atto un tentativo di «curdizzare» la regione, favorendo così la fuga dei cristiani. «È almeno dal 2015 che denunciamo questo pericolo», conclude. «Vogliono cacciare noi cristiani. Bisogna far luce su ciò che sta accadendo e impedire nuove violazioni dei nostri diritti. La nostra presenza nella regione è in pericolo».

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