Harvard: sul preservativo e l’Aids aveva ragione il Papa
Il preservativo non è la soluzione giusta per combattere la piaga dell’Aids in Africa. C’è un modo migliore: l’educazione. Questa volta, però, non è Benedetto XVI a dirlo ma l’università di Harvard, dati alla mano.
Aveva ragione il Papa, dunque, quando nel 2009 su un aereo diretto in Camerun si era permesso di affermare: «Non si può superare [il problema dell’Aids] con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi», c’è bisogno piuttosto di un «rinnovo spirituale e umano» nella sessualità. Parole che erano state seppellite dagli insulti e dalle accuse di tutti i grandi quotidiani del mondo.
Adesso la stessa cosa viene affermata dallo studioso di sanità pubblica Daniel Halperin, docente alla Harvard University, che in uno studio recentissimo ha preso in esame il caso dello Zimbabwe. I ricercatori hanno riscontrato che «una riduzione dei partner sessuali conduce a una decrescita delle nuove infezioni da Aids». Nel paese africano, la prevalenza del virus è caduta del 13% dal 1997 al 2007: «Non si tratta di una curva naturale – ha spiegato Halperin -. Il calo è stato troppo forte. Questo suggerisce che ciò è dovuto a cambiamenti di comportamento».
Secondo il ricercatore la storia di successo dello Zimbabwe, come riporta missiononline, avvicina il Paese di Mugabe alla vicenda dell’Uganda, la prima a promuovere una riduzione dei partner sessuali per sconfiggere l’Aids, come avvenuto negli anni Novanta a Kampala e dintorni. I numeri lo dimostrano: il crollo dell’incidenza dei sieropositivi (-13% in 10 anni) viene dimostrato nella provincia di Manicaland dove dal 1998 al 2003 sono diminuiti del 40% gli uomini che hanno ammesso di avere partner sessuali multipli: lo stesso periodo in cui – segnala Halperin – è diminuita l’incidenza del virus. Ai grandi quotidiani non resta che scagliarsi contro Harvard.
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