Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Economia

«Anziché in Grecia, il referendum avrebbero dovuto farlo in Germania»

«Bisogna chiedere a chi i soldi li deve prestare, non a chi li deve ricevere». Intervista a Alberto Mingardi, direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni

Gianluca Salmaso
08/07/2015 - 13:06
Economia
CondividiTwittaChattaInvia

Diktat contro democrazia. Germania contro Grecia, nord Europa contro sud. Podemos o non podemos. Il referendum greco è destinato a far parlare ancora molto di sé tra detrattori e sostenitori, ma se è vero – come pare – che la Grecia non potrà contare sugli aiuti di Vladimir Putin, forse l’azzardo referendario parte già azzoppato.
Tutti o quasi si schierano dalla parte della Grecia contro la cancelliera di ferro Angela Merkel e l’Europa dei vincoli di bilancio oppressivi in nome della solidarietà mediterranea. A distaccarsi dal coro dei sostenitori di Tsipras e Varoufakis c’è Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, che propone la sua ricetta con una battuta: «La Grecia non può diventare la Calabria d’Europa».

Mingardi, come ha visto la scelta greca di indire un referendum sugli accordi?
È stata una scelta furba, dal punto di vista di Syriza. Tsipras conosce meglio di noi i suoi elettori. Era convinto che i greci avrebbero confermato il voto che avevano espresso qualche mese fa: un voto contro l’“austerità”, in buona sostanza, anche se l’alternativa non si capisce dove porti. Ora però bisogna vedere come i greci se la giocheranno delle trattative.

Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome
PUBBLICITÀ

Non crede che un bagno di democrazia possa far bene ai negoziati?
Il valore del referendum è risibile. È stato organizzato in una settimana e agli elettori veniva chiesto un parere su scenari (Grexit, rinegoziazione del debito…) rispetto ai quali anche economisti e analisti non sanno bene che pesci pigliare. L’hanno messo in piedi come un derby tra sì e no all’austerità, tra la bandiera che sventola e la cinghia che si stringe, senza che l’elettore avesse tempo per riflettere e fare una scelta ponderata. Non è certo stata una grande pagina di democrazia.

Ma allora perché è piaciuta tanto a taluni politici nostrani?
Perché veicola un messaggio semplice e facile da vendere agli elettori. Prima di promettere ai loro elettori un referendum sull’Europa, però, i nostri politici dovrebbero impegnarsi a ridiscutere la “sacra” costituzione in materia di referendum sulle politiche fiscali, e i trattati internazionali… oppure potrebbero accontentarsi di una consultazione “alla Grillo”, via internet, ma il valore sarebbe quello di un sondaggio, e il mondo è pieno di sondaggi non propriamente affidabili.

La Grecia però crea un precedente, quello per cui siano i popoli dei singoli stati a decidere del loro destino, pur con tutti i limiti del caso.
Sembra sempre che l’Europa sia fatta da Stati democratici (Francia, Italia e Grecia) contro l’arcigna e antidemocratica Germania. E dove li mettiamo i Paesi baltici, l’Europa dell’Est, i Paesi del Nord? Ci sono anche paesi che hanno fatto delle riforme dolorose che li hanno resi competitivi mentre altri competitivi non sono anche perché evitano accuratamente di fare riforme strutturali. La vera domanda da farsi è una sola.

Quale?
Perché il referendum greco dev’essere moralmente vincolante per il nord Europa? La democrazia “europea” di cui tanti si riempiono la bocca prevede il diritto di voto per i Paesi del Sud, e il diritto di rimanere in silenzio per i Paesi del Nord?

Insomma più che un referendum greco, ci vorrebbe un referendum tedesco.
Esatto, bisogna chiedere a chi i soldi li deve prestare, non a chi li deve ricevere. Se uno ti chiede se vuoi più o meno regali sotto l’albero a Natale, è ovvio che rispondi di più. Meno lo è che io possa e voglia metterceli. Attenzione a non sottovalutare un fatto: Merkel e Schauble, il suo ministro delle Finanze, godono di un indice di approvazione in patria attorno al 70 per cento. Gli stessi socialdemocratici tedeschi appaiono molto rigorosi, sulla Grecia.

Alla fine dei conti la soluzione qual è? Più o meno Europa?
Il problema di avere più Europa è che si dovrebbe fondare su costanti e continue ridistribuzioni di denaro e risorse, un rubinetto che non si può chiudere, creando ovvi problemi politici e culturali: basti pensare che l’Italia non vi è ancora venuta a capo dopo 150 dall’unificazione, figurarsi un intero continente. Purtroppo l’Europa è nata con una miopia incredibile: ha regole per ogni cosa (le polemiche sul diametro delle zucchine!) ma non per gestire il fallimento di uno Stato sovrano o la possibilità che uno Stato possa decidere di lasciare l’Eurozona. Non si è mai visto un club con regole per entrare ma nessuna regola per uscire.

Quindi l’Europa ha bisogno di più regole per stare in piedi.
Non più regole: regole migliori, che consentano una risoluzione dei conflitti che non degeneri, tutte le volte, in provvedimenti discrezionali, ad hoc. Attenzione all’idea che “più Europa” sia una soluzione praticabile. Si potrebbero aprire conflitti sulle risorse, difficilmente gestibili. L’Europa poteva essere una grande Svizzera, ha voluto diventare una Francia, speriamo non diventi una grande Italia.

@gsalmy

Foto Ansa

Tags: Alberto Mingardiangela merkelgreciasyrizaTsiprasvaroufakisvladimir putin
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

La disputa della Trinità di Rublev

29 Maggio 2023
Un Mrap americano utilizzato dall'Ucraina per attaccare la Russia

L’incursione ucraina in Russia imbarazza Usa e Kiev

25 Maggio 2023
Nikol Pashinyan in Armenia commemora l’anniversario numero 108 del genocidio

L’Armenia, abbandonata da tutti, offre il Nagorno-Karabakh a Baku

24 Maggio 2023
Il primo ministro e leader di Nuova Democrazia, Kyriakos Mitsotakis vota ad Atene, Grecia, 21 maggio 2023 (Ansa)

Grecia. Perché Mitsotakis, pur avendo vinto, chiede di rivotare

23 Maggio 2023
Gru

Pnrr, un Piano da raddrizzare

20 Maggio 2023
I Patriot in azione contro i missili lanciati dalla Russia in Ucraina

«La controffensiva non farà finire la guerra in Ucraina»

18 Maggio 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Eugenia Roccella
Video

“Una famiglia radicale”. Eugenia Roccella si racconta

Redazione
15 Maggio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Giardino esterno di un asilo nido a Milano

Denatalità, le due “s” che stanno insieme: servizi e speranza

Emanuele Boffi
31 Maggio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Così per tanti cattolici la fede ha smesso di comunicare con la politica
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Cari costano alla Germania opportunismo merkelliano e fanatismo green
    Lodovico Festa
  • Tentar (un giudizio) non nuoce
    Tentar (un giudizio) non nuoce
    Natalità: una questione politica e di speranza
    Raffaele Cattaneo
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Il mio battesimo nell’alluvione, tra piadine e fango
    Marianna Bighin
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli innumerevoli tratti che dimostrano la parentela tra sinistra e fascismo
    Rodolfo Casadei

Foto

Foto

A cosa serve la scuola?

25 Maggio 2023
Foto

Il sistema dei media nel pensiero di Antonio Pilati

25 Maggio 2023
Un missile russo colpisce una casa a Odessa
Foto

L’impegno per un cessate il fuoco immediato

25 Maggio 2023
Marcello Pera, filosofo e senatore
Foto

Dialogo a Roma tra Pera e Camisasca (e sant’Agostino)

16 Maggio 2023
Foto

“Una famiglia radicale”. Presentazione del libro di Eugenia Roccella a Milano

11 Maggio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist