
«Gli insegnanti lavorano già più di 24 ore. Iniziamo a valorizzarli»
«Sono contraria all’aumento del numero di ore di lezione frontali proposte dalla legge di stabilità. Il passaggio da 18 a 24 ore, se non accompagnato da una giusta retribuzione, è una misura che sminuisce il ruolo degli insegnanti». A parlare è Elena Centemero, responsabile nazionale della Scuola per il Pdl, che a tempi.it commenta le ultime iniziative della legge di stabilità.
Che cosa teme di questa richiesta?
La mia preoccupazione principale è che questa misura incida sull’importanza socio-culturale che hanno i docenti nella formazione dei nostri giovani. Il centro della scuola sono gli studenti e la qualità della loro formazione. Per questo abbiamo bisogno di insegnanti preparati e valorizzati. Se confrontati con il modello tedesco, è vero che i loro insegnanti stanno in classe 24 ore settimanali da 45 minuti, ma hanno anche una retribuzione diversa.
Dove puntare adesso?
Complessivamente, le riforme varate dagli ex-ministri dell’Istruzione Mariastella Gelmini e Giuseppe Fioroni erano intelligenti nel collegare l’insegnamento a una formazione universitaria specifica – ora ci sono i Tirocini formativi attivi. Ponendo una soglia massima di posti, si garantisce l’occupabilità e si evita di appesantire il precariato. È giusto che ci sia selezione, ma la tipologia di concorso va rivista. La valutazione degli istituti e dei docenti è necessaria affinché, in relazione al merito, gli stipendi siano differenziati. Manca un percorso di valorizzazione dei docenti che imponga un diverso riconoscimento sociale ed economico.
Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha proposto 15 giorni di ferie a fine luglio come “pagamento” delle sei ore di lezione in più a settimana.
Trovo questo compenso svilente e offensivo della funzione dei docenti. Il lavoro dei docenti non si limita alle ore in classe: studiano, correggono compiti, progettano lezioni, partecipano alla vita scolastica, svolgono attività di valutazione, scrutini ed esami. Inoltre, per essere un bravo insegnante bisogna continuamente aggiornarsi. E queste sono particolari che, in un dialogo serrato con la scuola e le associazioni che la rappresentano, trovano il giusto rilievo.
Oggi il Corriere delle Sera parla di 11.400 precari che rischiano di restare senza lavoro.
Per di più, in un periodo di recessione generale. Il governo deve considerare anche questo aspetto. Bisogna capire i numeri reali dell’impatto che avrà questa riforma. Si risparmieranno 700 milioni di euro, di cui parte verrà reinvestita nell’edilizia scolastica. La richiesta precedente prevedeva un taglio alle spese scolastiche di 182,5 milioni. Una differenza tra il taglio promesso e quello attualmente previsto che si traduce in una differenza di posti di lavoro.
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5 commenti
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Sono un insegnante di religione con esperienza in una scuola germanica. Sono favorevole alle 24 ore ma da 45 minuti l’una. Questo orario rispetta i tempi medi d’attenzione. Dunque al massimo due moduli uniti da un’ora e mezza. Anche religione dovrebbe poter usufruire di due moduli all’interno della settimana, chi se la sente di sostenere questa proposta?
Io la penso come Tarullo, il loro problema è che quei giorni di ferie, benché non previsti contrattualmente, di fatto se li fanno, come Natale, Pasqua, ecc… Rispetto il lavoro degli insegnanti, e ritengo che sia uno dei mestieri più complessi, perché avere a che fare con bambini, adolescenti e giovani non è semplice, ma per quello che vedo la maggior parte di loro non lo fanno come una missione. Sentire dire da un’insegnante ” non metto insufficienze perché altrimenti sono costretta a tornare di pomeriggio a scuola per i corsi di recupero” è inaccettabile!!! Il ministro è stato clemente, io pretenderei che il loro orario venisse equiparato a quello del resto dei lavoratori, 40 ore la settimana, il pomeriggio obbligo di presenza a scuola. Così da utilizzare quelle ore per la preparazione delle lezioni, correzione dei compiti, invece di lavorare a casa. E poi perché io da impiegata devo avere il problema di dove lasciare i perchébambini durante le festività? Ho apprezzato molto l’iniziativa di alcune scuole milanesi rimaste aperte durante il periodo natalizio, per andare incontro alle necessità delle famiglie. Mi chiedo, perché non obbligare tutte le scuole a rimanere aperte in quei periodi, con gli insegnanti che turnano per le ferie (come in tutti i lavori)?? Perché di fatto devono usufruire di più ferie rispetto a quelle contrattualmente previste e io da cittadino oltre a pagare le tasse, che servono per pagare gli stipendi a gente che sta a casa, devo andare a pagare ludoteche, baby sitter,ecc??? La scuola ha bisogno di riforme che la rendano più vicina alla realtà di oggi fatta di famiglie con entrambi i genitori che lavorano, lontano dalla propria famiglia di origine. Forse questa riforma è un primo passo in questa direzione.
Devi pagare la baby setter come la devo pagare io, che insegno! Inoltre, ti sei mai chiesta se gli insegnanti hanno piacere di concentrare tutto il loro lavoro in 10 mesi? Ci sono momenti, e non poi così rari, in cui preferirei di gran lunga lavorare spalmare il lavoro anche a luglio piuttosto che terminare di correggere a mezzanotte, salvo poi essere in classe lucida e pimpante a spiegare alle 8.00! Tutti sparano sentenze senza aver mai fatto un’ora in classe. Forse anche noi insegnanti preferiremmo essere più liberi di “prenderci le ferie” quando comoda, come tutti i lavoratori comuni e magari gradiremmo un po’ più di considerazione! Continuando a criticarci e a farci la guerra, cosa credete possano pensare di noi i vostri figli? Pensate che credano più a noi, che diffondiamo il valore dell’istruzione, della fatica per un giusta realizzazione personale o a voi, che ci dipingete come dei falliti? Non vi rendete conto che alla fine va tutto ancora a scapito dei ragazzi? Vergogna!
“Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha proposto 15 giorni di ferie a fine luglio come “pagamento” delle sei ore di lezione in più a settimana.
Trovo questo compenso svilente e offensivo della funzione dei docenti.”
Anche un ET sa che nessun prof è al lavoro a fine luglio, forse per questo è svilente tale proposta. Sarebbe stata svilente anche se avessero offerto loro quindici gg di ferie a Natale ed altri sette a Pasqua!