«Gli ebrei sono le creature più malvagie che abbiano mai camminato sulla Terra. Ebrei, io vi dico forte e chiaro: il tempo di combattervi, di uccidervi, di massacrarvi è arrivato». Con queste parole il predicatore musulmano Omar Abu Sara ha arringato poche dozzine di persone il 28 novembre nella moschea al-Aqsa, situata sul Monte del Tempio a Gerusalemme.
NESSUNA PIETÀ. Il discorso del predicatore, ripreso e pubblicato su internet, è stato tradotto in inglese da Memri. «Non lasciare nei nostri cuori neanche una briciola di pietà verso di voi, o ebrei, perché quando il giorno del vostro massacro arriverà, noi vi uccideremo senza pietà», ha continuato Omar Abu Sara.
IL SONDAGGIO. Dopo il massacro di quattro fedeli ebrei nella sinagoga del sobborgo di Har Nof, a Gerusalemme, seguito a una serie di attentati e alla recente guerra nella Striscia di Gaza, la settimana scorsa il Centro palestinese che realizza ricerche e sondaggi ha condotto un’indagine intervistando 1.270 abitanti di Gaza e Cisgiordania. L’80 per cento degli intervistati, riporta l’Associated Press, si è detto favorevole all’uccisione degli israeliani attraverso attentati. L’86 per cento ha anche affermato di ritenere che la moschea al-Aqsa sia in grave pericolo dopo che per mesi Israele ha imposto restrizioni sull’età dei fedeli musulmani che potevano recarsi nel luogo sacro all’islam. Secondo l’autore del sondaggio, Khalil Shikaki, «la violenza sta ormai diventando un elemento dominante dell’ambiente e una delle sue forze trainanti».
MINISTRO PALESTINESE UCCISO. La violenza intanto non si ferma. Oggi il ministro palestinese Ziad Abu Ein è morto nell’ospedale di Ramallah, dove è stato trasportato in seguito agli incidenti con l’esercito israeliano durante una manifestazione vicino alla città. Il leader palestinese Abu Mazen ha indetto tre giorni di lutto, il ministro degli Esteri palestinese ha dichiarato che «Israele pagherà per l’uccisione». Gli incidenti che hanno portato alla morte di Abu Ein sono avvenuti in un’area confiscata ad alcune famiglie palestinesi per consentire l’ampliamento di un insediamento. Durante una protesta pacifica dei palestinesi, soldati israeliani avrebbero sparato gas lacrimogeni e Abu Ein sarebbe stato colpito da un candelotto. Trasportato in ospedale, è morto. Secondo alcuni medici, sarebbe non solo rimasto intossicato dai gas ma anche colpito dai soldati alla testa con un casco e al petto. Il portavoce militare dell’esercito israeliano, Peter Lerner, ha dichiarato di «star indagando sulle circostanze della sua morte».