Georg Ratzinger racconta papa Benedetto XVI: «La sua è stata una decisione umana ispirata da Dio»
Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI, intervistato oggi sul Corriere della Sera da Paolo Lepri, dice che la scelta del Pontefice non può essere letta come una rivolta contro la tradizione. «La sua missione è stata un’altra – spiega. Guidare la gente a vivere nella parola di Dio. Una missione difficile, in una società secolarizzata». Il suo gesto di rinuncia non è stato «assolutamente una sconfitta personale. Nella vecchiaia l’uomo perde tante capacità. Lo vedo in me stesso. La vecchiaia è una frattura nella vita, che ci impedisce di fare quello che prima era normale. La guida della Chiesa richiede qualcuno che sia in possesso di tutte le sue energie, perché ci sono tante domande a cui bisogna rispondere».
NON SARA’ PAPA OMBRA. Don Georg racconta che quella del fratello non è stata una “decisione solitaria”: «È stata una decisione umana ispirata da Dio. Non so con chi ne abbia parlato oltre che con me. Ma quando mi ha detto che voleva dimettersi, la scelta definitiva era stata già fatta». E rispetto ai timori del teologo Hans Küng, che, per il prossimo Conclave ha parlato della possibile presenza di un «Papa ombra», don Georg è molto netto: «No, mio fratello non vuole essere un “Papa ombra”. Non desidera mettere il suo successore in difficoltà. Il suo incarico pubblico è finito, e al centro della sua vita futura ci sarà soltanto la responsabilità verso Dio e la meditazione. Credo però che continuerà a chiamarsi Benedetto XVI».
RADICATA NELLA FEDE. E il prossimo Papa, chi sarà? Lei chi sceglierebbe? «Tra i cardinali ci sono tante persone capaci e meritevoli. Ma vorrei dire che il nuovo Papa dovrà essere un persona radicata profondamente nella fede e che la fede dovrà guidare la sua vita. È necessario che abbia un grande rispetto per i deboli. Un’altra qualità indispensabile è il realismo, per capire cosa è possibile e cosa è impossibile fare. Avrà bisogno di una enorme energia, perché ne serve molta per dirigere una comunità così grande e per fare arrivare con forza il suo messaggio. Forse andrebbe scelto un uomo più giovane».
RESPONSABILITA’. Benedetto XVI «Ha dimostrato di essere salito sul trono di Pietro non per vanità ma per responsabilità. Lo ha accettato per responsabilità e lo ha lasciato per responsabilità. E questo è stato molto apprezzato dalla gente». Non sarebbe ora di aprire al sacerdozio femminile, chiede l’intervistatore. «No, – risponde – la questione è stata già risolta, dogmaticamente e definitivamente. Il sacerdozio è riservato agli uomini, che agiscono nel nome di Cristo e riflettono la sua immagine». Non è questa presunta apertura alla modernità che cambierà le cose. Se certi cattolici si allontanano dalla Chiesa è perché scandalizzati da altri eventi, tra i quali don Georg cita gli abusi sessuali dei sacerdoti, aggiungendo una significativa postilla: «Un problema terribile, per il quale bisogna rammaricarsi molto. Episodi di questo genere non accadono purtroppo solo all’interno della Chiesa, ma dovunque. Quando riguardano la Chiesa, la reazione è sproporzionata».
NON E’ PANZERKARDINAL. Infine, un’ultima battuta sulla figura di Benedetto XVI: «Vorrei solo dire che la definizione di Panzerkardinal non aveva assolutamente niente a che fare con lui. Non è di acciaio. È un uomo molto sensibile. Lui inquadra i problemi e sa che sono il riflesso di un mondo pieno di aspetti diversi. E, in ogni caso, anche quando è stato colpito, ha sempre avuto la fermezza di mantenere la propria opinione, con l’aiuto della fede».
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