
Una corte islamica di Hamas ha sentenziato nella Striscia di Gaza che le donne non possono viaggiare senza il permesso del guardiano maschile, rendendo così ancora più difficile la vita in un territorio già penalizzato dalle chiusure al confine disposte da Israele ed Egitto. Secondo l’Associated Press, la decisione fortemente estremista potrebbe essere stata presa per far guadagnare ad Hamas i voti delle frange più conservatrici dell’elettorato islamico palestinese in vista delle elezioni che dovrebbero svolgersi quest’anno.
LA SENTENZA RIGUARDA ANCHE GLI UOMINI
Il consiglio della sharia ha stabilito, nello specifico, che una donna non sposata non può viaggiare senza il permesso del suo «guardiano», sia esso il padre o un parente più anziano. In caso di assenso del guardiano, quest’ultimo deve depositarlo alla corte e la donna può viaggiare senza necessariamente essere accompagnata fisicamente dall’uomo. La disposizione molto simile a quella in vigore in Arabia Saudita non fa esplicito riferimento alle donne sposate, anche se secondo alcuni esperti di studi islamici implica necessariamente che queste ultime debbano chiedere il permesso del marito.
La sentenza riguarda anche gli uomini e stabilisce che il padre o il nonno di un uomo possa opporsi al viaggio del figlio o del nipote nel caso esso costituisca un «grave danno». Ad ogni modo, l’uomo non deve chiedere un permesso per viaggiare ma è il parente maschile che deve opporsi presso la corte sporgendo denuncia.
HAMAS SEMPRE PIÙ RADICALE
Hassan al Jojo, a capo del consiglio supremo della sharia, ha dichiarato che l’editto serve a impedire che le donne viaggino senza che i genitori ne siano a conoscenza e che i mariti abbandonino le mogli e le famiglie, lasciandole in condizione di indigenza.
La radicalizzazione di Hamas procede a tappe forzate. A dicembre il ministero degli Affari religiosi aveva vietato ai musulmani di festeggiare il Natale nella Striscia di Gaza e di limitare qualsiasi «interazione» con i cristiani, invitando anche media e predicatori a prendere a una grande campagna per promuovere l’astensione dalla partecipazione ai riti natalizi.
Foto Ansa