Francia, «il nuovo antisemitismo è islamico». Il processo Knoll e il j’accuse di Bensoussan

Di Mauro Zanon
28 Ottobre 2021
Lo storico francese parla nei giorni in cui riparte il processo agli assassini dell'ebrea sopravvissuta all'olocausto. E accusa politici e intellettuali: «Tacciono per paura di apparire islamofobi»
Una manifestazione in Francia, nel 2018, dopo l'assassinio di Mireille Knoll (foto Ansa)

Parigi. «Per vigliaccheria, ci siamo rifiutati di guardare in faccia il nuovo antisemitismo». Nei giorni in cui si è aperto a Parigi il processo per l’assassinio a sfondo antisemita di Mireille Knoll, l’85enne ebrea sopravvissuta all’olocausto pugnalata e bruciata nel suo appartamento parigino il 23 marzo 2018, lo storico Georges Bensoussan, uno dei massimi studiosi di Medio Oriente, ha alzato la voce contro la codardia del mondo politico e intellettuale francese che per anni ha negato l’esistenza del nuovo antisemitismo di matrice islamica: per paura di essere tacciato di islamofobia.

Un antisemitismo atavico

«Il tema non è più tabù come due decenni fa, ma ci sono voluti 16 ebrei morti per prenderne atto. C’è stata la morte di Ilan Halimi, poi ci sono stati l’Hyper Cacher, gli assassini perpetrati da Mohammed Merah, etc. Bisogna designare il male per arginarlo», ha detto al Figaro Bensoussan. Fu il primo, nel 2002, ad allertare la società francese sull’antisemitismo islamico che stava divampando nelle banlieue multietniche che cingono Parigi. Lo fece in un’inchiesta, “Les Territoires perdus de la République”, che gli costò anatemi e accuse di razzismo da parte della sinistra benpensante, il marchio di «infrequentabile» e di «mostro morale».

Poi, nel 2015, pronunciò queste parole: «Non ci sarà alcuna integrazione fino a quando non ci saremo liberati di questo antisemitismo atavico. Il sociologo algerino Smaïn Laacher, con grande coraggio, ha detto che nelle famiglie arabe in Francia è risaputo, ma nessuno vuole dirlo, che l’antisemitismo arriva con il latte materno». Bastò questa citazione per essere cacciato dal Mémorial de la Shoah di cui era responsabile editoriale e per essere trascinato in tribunale dal Collectif contre l’islamophobie con l’accusa di razzismo verso i musulmani.

La nuova ipocrisia francese

Nel settembre 2019, Bensoussan è stato assolto in via definitiva, sugli anni di intimidazioni e di processi ha scritto un libro, “Un exil français”, ma nonostante l’esperienza dolorosa continua con coraggio a condurre la sua battaglia contro la nuova ipocrisia francese. «Il silenzio imposto all’opinione francese ha spianato la strada a tutti gli estremisti. Eppure, fin dalla guerra del Golfo, fin da Khaled Kelkal venticinque anni fa (terrorista islamico responsabile dell’ondata di attentati che colpì la Francia nell’estate 1995, ndr), avevamo la prova di una radicalizzazione islamista accoppiata a un antisemitismo virulento. Basta leggere la stampa dell’epoca per rendersene conto», ha sottolineato al Figaro Bensoussan.

 «Questa negazione della realtà non ha fatto altro che alimentare l’antisemitismo. Gli antisemiti si vedevano come impuniti, non erano mai designati e ci si accontentava di formule vuote come “condannare il ritorno degli anni bui” e “la bestia immonda” per evitare di incolpare una parte della popolazione immigrata o discendente da immigrati del mondo arabo-musulmano, i cui pregiudizi antisemiti sono forti».

«Gli ebrei sono pieni di soldi»

L’antisemitismo islamico è al centro del processo di Mireille Knoll, iniziato martedì. I due imputati, Yacine Mihoub, 31 anni, e Alex Carrimbacus, 25 anni, si sono accusati a vicenda durante il primo giorno in aula. Entrambi hanno precedenti penali e si sono incontrati in prigione. Mihoub, condannato nel 2017 per aver aggredito sessualmente la figlia della badante di Mireille Knoll, conosceva la signora da quando era piccolo. Agli inquirenti, secondo quanto riportato dal Figaro, ha detto che per lui «era una sorta di nonna spirituale, la nonna che non ho avuto».

Il giorno dell’assassinio, Yacine avrebbe inviato Alex Carrimbacus a casa dell’ottuagenaria per “passare un buon momento” assieme bevendo qualche bicchiere di porto. Ma Alex, secondo la versione dell’amico, si sarebbe subito precipitato sulle pellicce e sui gioielli della signora Knoll, prima di accoltellarla. La versione di Carrimbacus è completamente diversa: è per una «questione di soldi» che sarebbe stato chiamato da Yacine, il quale gli avrebbe detto che «gli ebrei sono pieni di soldi». Una volta arrivato nell’appartamento, Mihoub avrebbe accusato Mireille Knoll di averlo «denunciato», prima di «sgozzarla» gridando «Allah Akbar».

Così è stata uccisa Mireille Knoll

«Nella sua cellula (quella di Mihoub, ndr), sono state scoperte alcune scritte in gloria dei fratelli Kouachi (gli attentatori di Charlie Hebdo, ndr). Un’analisi del suo computer ha evidenziato inoltre che consultava dei siti antisemiti», ha dichiarato al Figaro Gilles-William Goldnadel, avvocato della famiglia Knoll. Il processo determinerà se Mireille Knoll «è stata uccisa perché ebrea», come dichiarato del presidente Macron nel 2018, o per sottrarle denaro. Secondo Georges Bensoussan, «se la dimensione antisemita fosse confermata, sarebbe un simbolo molto forte: questa donna è scampata al rastrellamento del Vél d’Hiv per poi morire sotto i colpi dei “nuovi antisemiti”».

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