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È il tipico caso di divorzio fra élite e popolo: mentre la maggioranza degli ebrei francesi sembra intenzionata a votare il Rassemblement National (Rn) al primo o al secondo turno delle elezioni politiche anticipate indette da Emmanuel Macron per il 30 giugno e il 7 luglio p.v., intellettuali e rabbini mettono in guardia contro il pericolo dell’ascesa dell’estrema destra al potere e invitano a non votare in nessun caso per il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella.
Con un paio di eccezioni notevoli: Serge Karsfeld, il cacciatore di nazisti e collaborazionisti che ha ottenuto il riconoscimento del diritto al risarcimento da parte del governo di Parigi per i figli dei deportati ebrei francesi nei campi di sterminio, e l’accademico di Francia Alain Finkielkraut, figlio di un deportato ad Auschwitz. Questi ultimi hanno dichiarato che in caso di ballottaggio fra un candidato della destra radicale e uno del Nuovo Fronte Popolare proveniente da La France Insoumise (Lfi), il partito islamo...
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