
Una fiera senza guizzo

Con fascino indubbio e sguardo sempre più internazionale si è svolta a inizio aprile la 62esima edizione della Bologna Children’s Book Fair (Bcbf), che ha chiuso anche quest’anno con numeri incoraggianti e fortemente in crescita.
Quella di Bologna è la fiera più importante al mondo nel campo dell’editoria per bambini e ragazzi e leggere i dati finali è confortante, anche se è difficile farsi un’idea complessiva dopo aver appena letto i dati Istat sulla lettura che, senza entrare in dettagli, è in calo, circa 2 milioni e 400 mila libri in meno venduti nel 2024.
Libri per bambini, grandi numeri
Le librerie sono ancora il luogo privilegiato per l’acquisto, ma vediamo che tante riducono gli spazi o chiudono (al posto dell’ultima ho trovato un Arcaplanet). Se lettori e librerie calano, la visione della Bcbf sembra ottimistica e incoraggiante tanto che, nel campo della produzione dei libri per l’infanzia, i dati sono in crescita, non solo in termini di libri pubblicati, ma anche in termini di scambi internazionali.
A Bologna erano presenti più di 1.500 espositori da 95 paesi del mondo. Più di 30.000 i visitatori professionali che hanno preso parte a oltre 500 eventi curati dalla fiera e dagli espositori e agli oltre 100 incontri “underground” organizzati dagli editori negli stand e in città.
Girare in cerchio, dove l’illustrazione la fa da padrona
Varcati i cancelli della fiera si entrava in un mondo fatto per prima cosa di suggestioni visive; l’illustrazione sembrava farla da padrona, presente non solo nelle specifiche mostre dedicate agli illustratori, ma anche nelle hall e negli stand, e nel famoso muro “delle belle speranze” dove potevate trovare appesi centinaia di biglietti, cartoline, piccoli pamphlet di giovani disegnatori in cerca di lavoro e fama. La cura dell’estetica del libro – disegni, grafica, impaginazione, formato – ha ormai raggiunto livelli ammirevoli e, d’altra parte, il primo impatto che hai con tutte le cose reclama bellezza. Anche qui.
Una bellezza che si piegava forse un po’ troppo a compiacere la creatività del disegnatore più che il piccolo pubblico cui l’illustrazione era destinata, ma il bello di questo campo è che nulla è sicuro e tutto è imprevedibile. Ogni anno il cerchio del mondo della fiera si allarga, sempre più paesi, ospiti, tendenze, e parole d’ordine (quest’anno era “sostenibilità”, ma fra me e me mi dico che mancano parole nuove e forse anche una nuova vision che, parlando di bambini e ragazzi, sarebbe d’obbligo).
La fiera del business multimediale
Lo si vedeva nei libri premiati che sembravano vincere per qualcosa di diverso da quel che dicono le parole scritte; possono essere le illustrazioni o le idee, ma le parole spesso non raccontano, ma istruiscono. L’allargamento del cerchio ha previsto, negli ultimi anni, l’apertura, complice forse l’effettiva crisi del mondo del libri, a nuove forme di comunicazione. Si era cominciato, anni fa, con quella digitale, la realtà virtuale costruiva mondi che uscivano da libri cartacei, ma ora il campo si è esteso.
E se nel Comics Corner, con la fioritura di fumetti, manga e graphic novel, siamo ancora nel campo del cartaceo, con il nuovo TV/Film Rights Centre mirato a promuovere il business tra editori e produttori audiovisivi e con il nuovissimo Games Business Centre organizzato in collaborazione con la Frankfurter Buchmesse, la più grande fiera di libri del mondo, si varca il confine per altre strade di cui sinceramente non saprei dire la portata in termini culturali, anche se la ripetuta parola “business” ci fa capire l’orientamento. La fiera di Bologna riunisce professionisti internazionali nel campo dell’editoria, dei multimedia, delle licenze, dell’illustrazione e dell’animazione e, al di là delle suggestioni, il centro, il cuore pulsante della Bcbf è lo scambio internazionale di copyright.
Aspettando la Norvegia (oltre il muro del già visto)
Forse nel cerchio che si fa sempre più largo, ma sempre tondo e chiuso rimane, tutti sono alla ricerca di quei talenti, illustratori, scrittori, editori, che potrebbero, col loro guizzo geniale, imprevisto e imprevedibile, scardinare e portare da altre parti, oltre il muro del già visto.
Intanto inseguo una speranza. Il paese ospite d’onore di questa edizione 2025 è stata l’Estonia, di cui non conosco pressoché nulla, quindi non avevo né occhi né memoria per poter dare giudizi sulla sua produzione letteraria per bambini. Ma, nella prossima edizione Bcbf 2026, il paese ospite sarà la Norvegia e questa è una notizia che mi ha già reso felicemente speranzosa. Per me ha subito voluto dire la grandissima tradizione favolistica di questo paese. Una chicca su tutte: l’unica fiaba mai nominata da J.R.R. Tolkien, con una citazione tratta nientemeno che da Il signore degli anelli, è A Est del Sole e a Ovest della Luna, fiaba popolare norvegese inserita dagli scrittori Asbjørnsen e Moe in una corposa raccolta poi tradotta in inglese da Andrew Lang, e par certo che Tolkien l’abbia conosciuta sui suoi libri di fiabe.
Sperando nell’ignoto dietro l’angolo
E poi c’è lo scrittore Jon Fosse, che ho scoperto con il premio Nobel per la letteratura a lui assegnato nel 2023. Scrittore convertitosi al cattolicesimo nel 2013, dopo una lunga strada di ricerca religiosa, riscoperta attraverso la scrittura. Autore di un bel libro per bambini presente già quest’anno in fiera, intitolato La piccola violinista, che attinge a piene mani alla grande cultura fiabistica norvegese in una storia salvifica, piena di immaginazione e speranza.
E per concludere alla mia maniera le aspettative dell’editoria per l’infanzia alla ricerca di nuovi talenti, nuovi scrittori e illustratori, nuovi e positivi contenuti, ecco la strada sempre nuova tracciata da Tolkien:
«Voltato l’angolo forse ancora si trova/ Un ignoto portale o una strada nuova;/ Spesso ho tirato oltre, ma chissà/ Finalmente il giorno giungerà/ E sarò condotto dalla fortuna/ A est del sole, a ovest della luna».
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