Far fuori Berlusconi per cosa? Per un governo del Generale Spread?

Di Luigi Amicone
10 Novembre 2011
Non è bastato l’annuncio delle dimissioni di Silvio Berlusconi, timbrato e controfirmato dal Presidente della Repubblica. Non è bastato l’impegno, timbrato e controfirmato dal Quirinale, di un percorso parlamentare chiaro e rispondente alle richieste dell’Europa. Come si vede, lo spread vola. Comanda lo spread

Come si vede, non è bastato l’annuncio delle dimissioni di Silvio Berlusconi, timbrato e controfirmato dal Presidente della Repubblica. Non è bastato l’impegno, timbrato e controfirmato dal Quirinale, di un percorso parlamentare chiaro e rispondente alle richieste dell’Europa (approvazione in tempi rapidi della legge di stabilità con dentro le richieste di Bruxelles). Come si vede, lo spread vola. Comanda lo spread. Vogliono un governo del Generale Spread.

Ma allora il problema non è Silvio Berlusconi. Il problema è l’Italia. Che da qualche parte (li chiamano “mercati finanziari”) è considerata alla stregua della Libia di Gheddafi. Dunque? Dunque, bombardare. Questo è l’ordine di scuderia. Che non arriva, come dicono le animelle belle dei giornaloni nazionali, dall’anonimo investitore preoccupato dalla “credibilità” italiana e che nell’incertezza politica scommette contro il sistema Italia.

No, come sappiamo perché ce lo dicono (purtroppo) i giornali inglesi e americani ma non quelli italiani (eccezion fatta per Il Foglio e dintorni), il direttorio franco-tedesco ha deciso di aggredire il debito italiano e quindi anche le banche italiane, da una parte per pagare l’enorme esposizione che banche francesi e tedesche hanno nei confronti dei famosi titoli subprime, greci e spazzatura che dir si voglia. E dall’altra, come ha scritto ieri il Wall Street Journal per illustrare il caso Germania, perché Berlino ha dalla sua il fatto di “beneficiare dalla crisi dell’euro”. «Più il rendimento sui titoli degli altri paesi sale (vedi caso Italia ndr), meno costa per Berlino – in proporzione – indebitarsi, visto che i Bund sono considerati “titoli rifugio”».

Ma allora a che gioco stanno giocando, in casa nostra, quelli che presi dalla corsa dello spread non sanno dire altro che agitazione, drammatizzazione, catastrofe, bisogna varare in fretta e furia un governo di “larghe intese” e sia quel che sia? Certo che un governo ampio, coeso, esteso a tutto l’arco costituzionale sarebbe l’ideale. Ma c’è, questo governo? Soprattutto, ha senso parlarne mentre sei sotto i bombardamento e col rischio di doverti far dettare direttamente dai famosi “mercati finanziari” una resa incondizionata a qualsiasi direttiva? E direttiva di chi? Dell’Europa o dello speculatore franco-tedesco?

A nessuno è venuto in mente che non essendo né la Libia, né la Grecia, anzitutto i poteri e le istituzioni che ancora contano in Italia dovrebbero fare quadrato e battere i pugni sul tavolo del famoso direttorio e dire: “Ehi, Merkozy, non è che potete pensare di fare solo i vostri interessi e, sfruttando l’onda di autolesionismo dei nostri giornaloni e commentatori nazionali, imporci la rapina del secolo per tramite di un governo creato ad hoc, sul tamburo dello spread che ci bombarda. Ehi, Merkozy, forse è ora di smettere questo gioco al massacro contro l’Italia, non serve a nessuno, il risultato è a somma zero, se l’Italia salta per aria saltate per aria anche voi e con voi l’Europa. Dunque, diamoci una mano, non le bombe che aggrediscono”.

Si chiami governo Monti o governo Bankitalia, a noi sembra chiaro che con la scusa di Berlusconi non ancora appeso a un palo, vogliono appendere al palo l’intera Italia, costringendola a rinunciare alla propria sovranità e imponendole il dazio di sacrifici più che straordinari rispetto alla sua reale situazione. O delirava anche il direttore del Corriere della Sera, una settimana fa, quando scriveva che “L’Italia non è la Grecia. È la settima economia al mondo, la seconda industria manifatturiera d’Europa. Ha più patrimonio che debiti. È ricca il doppio della Spagna. È perfettamente solvibile. Fine”. Scusate, in una settimana siamo diventati la Grecia, perché così sostiene lo spread che ci bombarda?

Ps. Volete una banalissima controprova che l’Italia, la sua economia, il suo sistema paese non è nelle condizioni tragiche con cui ce lo raccontano i disfattisti nostrani che stanno dando una mano ai bombardamenti sull’Italia? Aprite su google la voce Pil, prodotto interno lordo, e raffrontate la curva italiana a quella delle altre maggiori economie europee: Francia, Germania, Regno Unito, hanno tutti curve identiche alle nostre. Identiche. E allora cos’è che non abbiamo? Non abbiamo in cima alla Confindustria, in cima ai giornali, in cima alle istituzioni che contano, una classe dirigente responsabile e patriottica. Abbiamo tanti topolini nel formaggio che cercano di trarre guadagno dal bombardamento che ci stanno facendo coloro che dovrebbero essere nostri alleati e che invece ci fanno la guerra, grazie anche alle nostre divisioni interne. Muoia Sansone e muoia l’Italia. Questo è il messaggio collaborazionista che ci stanno dando coloro i quali corrono ad appoggiare qualsiasi governo pur che il Generale Spread cessi di accanirsi contro l’Italia. A quale prezzo? Al prezzo della cessione della nostra sovranità nazionale e di sacrifici (patrimoniali, prelievi forzosi e quant’altro) che deciderà non il Monti di turno, ma qualcuno che sta a Bruxelles agli ordini di Parigi e Berlino.

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