La preghiera del mattino

L’Europa politica che verrà e due verità sulla guerra in Ucraina

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Il presidente russo, Vladimir Putin, regala un mazzo di fiori all'allora Cancelliera tedesca, Angela Merkel, durante un loro incontro nel 2021 (foto Ansa)

Su Dagospia viene ripreso un articolo di Francesco Verderami sul Corriere della Sera: «Il timore è che in prospettiva salti la “dottrina Merkel”, quello schema di potere che a Bruxelles ha retto per vent’anni e in base al quale il Ppe ha sempre avuto nel Pse il suo tradizionale avversario ma anche il suo interlocutore privilegiato, con cui all’occorrenza stringere accordi. Senza mai far cadere il muro a destra. Ma il quadro sta mutando».

Era ora che la cosiddetta “grande stampa” si accorgesse quello che si scrive da qualche mese in queste note: quel che avviene in Italia, con la probabile conquista del governo da parte del centrodestra, non è un fatto isolato. Da Praga a Stoccolma fino a Madrid si esprime una tendenza in questo senso. E anche in Francia alle recenti elezioni politiche per la prima volta una parte significativa di voti gollisti sono andati a Marianne Le Pen nei ballottaggi. Tutto ciò è un riflesso e ha un riflesso sulla linea della Cdu-Csu dove Friedrich Merz e Manfred Weber, escludendo i partiti conservatori estremisti e filo russi, guardano a movimenti come il Partito Diritto e Giustizia polacco, i liberali austriaci, Fratelli d’Italia e Vox, per costruire uno schieramento moderati-conservatori con una forte anima atlantista alternativo alla sinistra. Il povero Enrico Lettino sostiene che questa tendenza distruggerà l’Unione europea, in realtà si definisce un quadro in cui si potrebbe costruire un’integrazione continentale fondata su politica ed elettori, invece che su algoritmi selezionati da qualche banchiere.

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Sul Sussidiario Giulio Sapelli dice: «Non vogliono che la guerra finisca. Ne hanno bisogno per continuare ad avere un’influenza forte in Europa e mettere in crisi la Germania. È tristissimo dirlo, ma la loro strategia segna una sconfitta tremenda dei valori cristiani e occidentali. Tutti hanno fallito: gli Usa, la Russia, che ha rivelato il suo lato peggiore, quello della potenza imperialistica, e l’Europa».

L’etica di un vero intellettuale impone che a una situazione tragica non si risponda essenzialmente con la propaganda e la retorica, ma con la verità. Nella crisi ucraina la prima verità è che si è espressa una tendenza imperialistica da parte della Russia inaccettabile, tale da rendere necessarie forniture di armi e sanzioni da parte dell’Occidente. Ma la seconda verità è che un guerra che coinvolga potenze nucleari deve prevedere anche una strategia che limiti i rischi di un conflitto catastrofico per tutto il Pianeta, e su questo secondo fronte né Washington né l’Unione europea hanno espresso un’adeguata iniziativa, finendo per rendere possibili, anche se per ora non probabili, gli scenari più devastanti.

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Su Affari italiani Carlo Calenda dice: «Sono sicuro che la destra non andrà al governo e si dovrà puntare su una grande coalizione alla tedesca».

Ecco finalmente un intellettuale di qualità capace di prevedere con acutezza il nostro futuro politico. All’Italia mancava una figura simile dai tempi dei trionfi del mago Otelma.

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Su Fanpage si scrive: «Decreto Dignità e reddito, ma anche Spazzacorrotti e taglio del 50 per cento dei parlamentari: queste sono tutte misure che rifarei uguali». Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e fondatore di Impegno civico.

Nella campagna per le elezioni politiche del 25 settembre abbondano le dichiarazioni insensate, tra queste quella di Di Maio, che rivendica la sua “coerenza”, è forse la più ridicola.

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