Erdogan minaccia la Grecia e sposta i carri armati al confine

Di Leone Grotti
08 Settembre 2020
La retorica del presidente turco non ha confini: dopo la Siria settentrionale e parte della Libia, vuole conquistare il Mediterraneo orientale
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«O la Grecia capirà il linguaggio della politica e della diplomazia oppure farà esperienze dolorose sul campo». Così ha parlato Recep Tayyip Erdogan, il nuovo sultano la cui ambizione è pari soltanto alla vastità dei confini che sogna per la sua Turchia. Ankara è in rotta con Atene e con Cipro per chi abbia diritto a perlustrare il Mar Egeo e in generale tutto il Mediterraneo orientale alla ricerca di gas e petrolio. «Capiranno che la Turchia ha il potere politico, economico e militare per stracciare mappe immorali e documenti imposti», ha aggiunto Erdogan riferendosi alle cartine realizzate da Grecia e Cipro per indicare le rispettive legittime Zone economiche esclusive (Zee). Dopo aver rilasciato queste dichiarazioni sabato, il presidente ha ordinato di spostare 40 carri armati dall’area siriana al confine con la Grecia.

LA “PATRIA BLU” SOGNATA DALLA TURCHIA

La contesa tra Grecia e Turchia non è di facile risoluzione. Per quanto nel Mar Egeo i limiti costieri dei due paesi siano ben definiti, tutto è reso più difficile dalla presenza di decine di isole appartenenti ad Atene, che danno diritto ai greci di considerare ampie porzioni di mare come appartenenti alla propria Zee, che può estendersi fino a 200 miglia nautiche. La Convenzione sulla legge del mare delle Nazioni Unite dà ragione ai greci, ma i turchi la rifiutano non avendola mai firmata e sostenendo che ha valore solo per chi vi aderisce. In particolare, Ankara rifiuta l’applicazione di un Zee all’isola greca di Castelrosso, che si trova a meno di 3 km dalle coste dell’Anatolia, privando di fatto la Turchia del diritto di sfruttare liberamente larghe porzioni del Mediterraneo orientale.

L’anno scorso, Erdogan ha ripreso e rilanciato invece la teoria della “Patria blu” turca (Mavi Vatan), secondo la quale Ankara deve sviluppare una marina sempre più forte per difendere il proprio diritto allo sfruttamento delle acque fino alla costa orientale e meridionale di Creta, fino alla metà esatta del Mar Egeo e a sud fino a inglobare completamente le acque di Cipro. La “Patria blu” sognata da Erdogan è ovviamente inaccettabile per Cipro e Grecia, sostenuti da Italia, Francia ed Emirati arabi uniti.

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In azzurro la “Patria blu” (Mavi Vatan in turco) che secondo Recep Tayyip Erdogan appartiene alla Turchia

ERDOGAN SEMPRE PIÙ AGGRESSIVO

Dopo il successo degli interventi militari in Siria e Libia, e dopo aver riconvertito in moschea la basilica di Santa Sofia per galvanizzare l’elettorato musulmano, Erdogan ha alzato il livello della retorica, pubblicando un video bellicoso in stile “neo-ottomano”, nel quale si paragona a Maometto II e immagina addirittura la conquista di Gerusalemme, e facendo mostra di un atteggiamento sempre più aggressivo nei confronti degli alleati della Nato.

Le aggressioni nei confronti di Atene non si sono limitate all’aspetto verbale. A marzo Erdogan ha minacciato la Grecia di lasciar entrare nei suoi confini un milione di migranti provenienti dalla Siria, dopo aver intascato 6 miliardi dall’Ue per accoglierli. A migliaia sono stati trasportati sul confine, difeso con l’esercito da Atene. La stessa cosa potrà fare anche con l’Italia, dopo che il Governo di accordo nazionale di Tripoli con un esercito rimpolpato dai mercenari siriani guidati dai turchi, ha sbaragliato l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, riconquistando le coste e città chiave come Sabratha, Sorman, al Ajilat, al Jameel, Raqdalin e Zliten.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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