Erdogan come Maometto II. L’inquietante e pacchiano video di propaganda

Di Leone Grotti
31 Agosto 2020
In un filmato ipermilitarista e nazionalista il sultano mostra la "sua" Turchia, pronta a nuove conquiste per terra e per mare. Con meta finale: Gerusalemme
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Fucili e scimitarre, giannizzeri e carri armati, condottieri ottomani che dominano le pianure insieme a moderni jet e fregate che solcano cieli e mari, Maometto II che prende possesso di Santa Sofia dopo la caduta di Costantinopoli accostato al presidente Recep Tayyip Erdogan osannato dalle folle, sullo sfondo di imam e dervisci. Il tutto condito dal messaggio «Per amore di Dio, oh Turchia, rendi la tua presenza ancora una volta conosciuta nella storia». Non ha nulla da invidiare alle produzioni cinesi o nordcoreane, il nuovo filmato di propaganda diffuso dall’Ufficio comunicazioni turco, che dipende dalla presidenza, per ricordare i 949 anni dalla vittoria del sultano selgiuchide nella battaglia di Manzicerta contro i bizantini, che spianò all’Anatolia il futuro di dominazione ottomana e turca.

LA “MELA DORATA” DI ERDOGAN

Il titolo del video, “Mela dorata”, utilizza il termine che veniva utilizzato per indicare le terre conquistabili dai turchi. La sua diffusione è musica per le orecchie dei nazionalisti e islamisti turchi che vedono in Erdogan un nuovo Maometto II, che ha già “conquistato” parte del nord della Siria, instaurato un protettorato di fatto in Libia e minaccia guerra contro la Grecia se Atene non accetterà le richieste turche nel Mediterraneo orientale, lasciando i ricchi giacimenti al largo delle isole greche nelle mani di Ankara.

«LIBERARE GERUSALEMME»

Nella narrazione di una nuova potente Turchia, per terra e per mare, il tassello religioso dell’islam è fondamentale e non è un caso se la riconversione in moschea della basilica di Santa Sofia, che Ataturk aveva trasformato in museo, ha un ruolo centrale. Il finale del filmato fa sognare i sostenitori del progetto neo-ottomano del nuovo sultano: si vede infatti Gerusalemme e la moschea Al Aqsa, che Erdogan ha più volte promesso di «liberare» in futuro.

Da anni Erdogan si mostra sempre più spregiudicato in politica interna ed estera, snobbando e minacciando tanto gli oppositori nel suo paese quanto gli alleati Nato. La sua sicumera piace a gran parte dell’elettorato turco, ma il deterioramento del rispetto dei diritti umani e dell’economia, insieme alla diffidenza nei confronti della Turchia della maggior parte dei partner europei, non sembrano essere preludio a un futuro di successo per il presidente turco.

@LeoneGrotti

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