Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

Ecco come (non) si vive in Grecia dopo il balzo dal lassismo sprecone alla furiosa austerità europea. Reportage da Atene

Disoccupazione e povertà in aumento. Escalation di depressioni e suicidi. Qui per scaldarsi si bruciano i mobili e per avere le medicine ci si rivolge alle farmacie della solidarietà. Che per fortuna non mancano

Rodolfo Casadei
24/05/2014 - 1:30
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

grecia-atene-foto-rodolfo-casadeiSul banco dovrebbero metterci una confezione di kleenex a strappo. «Dopo che hanno preso su le medicine dal tavolo, metà di quelli che vengono qui fanno così», confida sottovoce Eleni. A pochi metri da noi un uomo di 88 anni parla e piange, piange e parla. Si chiama Costas ed è un greco di Albania. Si è trasferito in Grecia nel 1990, dopo la caduta del comunismo. Per i suoi 44 anni di lavoro come meccanico lo Stato albanese gli versa una pensione di appena 110 euro. Quello greco fece lui e sua moglie titolari di due pensioni da 345 euro ciascuna. Tre anni fa quella della moglie è stata soppressa, quindici mesi fa è toccato a Costas. «Sospesa. Quando la riavrò? Non si sa!». Improvvisamente i 70 euro al mese di ticket farmaceutici per curare diabete e colesterolo sono diventati insostenibili.

Non basta essere anziani, indigenti o afflitti da malattie croniche: in Grecia al giorno d’oggi chiunque vada in farmacia deve pagare come minimo un ticket pari all’85 per cento del costo commerciale del medicinale. Chi proprio non ce la fa a pagare dovrebbe rivolgersi agli ospedali, ai quali è affidata la gestione di un fondo del valore di 12,8 milioni di euro per questi casi, ma il servizio apposito presso i nosocomi non funziona: gli ospedali stessi scarseggiano di risorse, e fanno pagare cure e interventi a quanti non sono coperti da assicurazioni sanitarie. Che sono un numero sempre più grande: crescono con l’aumentare della disoccupazione, dal momento che è il lavoro dipendente a garantire l’automatica copertura di un’assicurazione sanitaria. E i disoccupati in Grecia – la Grecia che secondo l’Unione Europea è sulla via della ripresa – ammontano al 27 per cento circa della forza lavoro. I greci privi di copertura sanitaria oscillerebbero, secondo le dichiarazioni del ministro della Sanità Adonis Georgiadis, fra 1 milione e 900 mila e 2 milioni e mezzo. Medecins du Monde dice che sono 3 milioni.

grecia-atene-farmacia-solidarieta-1-foto-casadeiL’assistenza gratuita
In ogni caso sono tanti, troppi, ed è per loro che stanno nascendo iniziative come questa farmacia della solidarietà a Patisia, quartiere metà benestante e metà depresso del centro di Atene, dove si alternano 25 volontari che fanno i turni dentro a un piccolo edificio di un solo piano annesso al Centro culturale del principale plesso scolastico del quartiere (foto a sinistra). Eleni Sotiropoulou è una di loro. «L’idea è nata discutendo fra vicini, ognuno raccontava storie di persone che non riuscivano a comprare i medicinali di cui avevano bisogno. I nostri figli frequentano o hanno frequentato questa scuola, così abbiamo chiesto all’Associazione dei genitori degli studenti di intercedere per noi per avere a disposizione questo spazio. I vetri delle finestre e la tinteggiatura ce li siamo pagati noi. Forniamo medicine gratuitamente al 100 per cento a 500 utenti, che vengono qui con una prescrizione medica e che hanno dimostrato di non avere redditi».

LEGGI ANCHE:

Emmanuel Macron e Antonio Tajani Francia Italia

È sempre Italia-Francia. Qua la mano nemico mio

22 Marzo 2023
Agricoltori in protesta a L’Aia contro le politiche anti-emissioni di azoto del governo olandese

La clamorosa rivincita dei contadini olandesi sulla borghesia “green”

18 Marzo 2023

Alla farmacia, che funziona dal gennaio 2013, da qualche tempo è annesso un servizio di visite pediatriche, svolte due volte alla settimana da 3 medici volontari. Di ambulatori-farmacie come questa ne esistono, secondo l’economista Petros Linardos Rulmond, una trentina in tutta la Grecia. Due appartengono alla Chiesa ortodossa, tutti gli altri sono di iniziativa popolare, anche se in genere è rintracciabile una denominazione politica. Secondo lo statuto informale della farmacia «chiunque può partecipare al nostro gruppo, indipendentemente dalle sue convinzioni ideologiche o politiche, purché rispetti pienamente i princìpi e la struttura del suo funzionamento». Ma l’orientamento è chiaro quando si legge che «il nostro scopo non è raccogliere medicine per fare la carità; stiamo cercando di promuovere l’assistenza medica come diritto sociale irrinunciabile per tutti». «La finalità della farmacia non è soltanto di distribuire medicine, ma di sensibilizzare gli utenti perché prendano coscienza dei loro diritti e protestino».

grecia-atene-farmacia-solidarieta-3-foto-casadeiEffettivamente la farmacia solidale di Patisia è vicina all’ambiente di Syriza, il partito della sinistra radicale pronosticato vincitore delle prossime elezioni parlamentari europee, come ci spiega Tina Tsitsovits del comitato centrale. I muri esterni dell’edificio sono coperti di scritte non proprio amichevoli del Kke (il partito veterocomunista) e degli anarchici, e di svastiche.

Peggio della Romania
I farmaci arrivano in molti modi: privati che li comprano e li offrono, o che “adottano” un malato, farmacisti che sensibilizzano i clienti a fare una donazione o a riportare medicine non consumate, dipendenti delle aziende farmaceutiche che organizzano acquisti a prezzi scontati, familiari che portano i medicinali avanzati di un parente defunto… «Ci sono stati 2 miliardi e mezzo di spesa farmaceutica in meno fra il 2010 e oggi», spiega la dottoressa Korina Kassiou. «Prima si facevano troppe prescrizioni, adesso ci sono regole troppo rigide e restrittive. Si è passati da un estremo all’altro».

Il passaggio dal lassismo con i suoi sprechi alla rigidità più assurda e controproducente è denunciata in tutti gli ambiti dove si ha a che fare con la spesa pubblica e le esigenze dell’austerità dei memorandum della troika. Nicolas Demertzis è il direttore dell’Ekke, l’ufficiale Centro nazionale per la ricerca sociale, ma è costretto a occuparsi più di questioni amministrative che di indagini scientifiche. «La riduzione della spesa pubblica è stata fatta con i tagli orizzontali, senza nessuna attenzione alle esigenze di efficienza degli enti. Si sono pensionati ricercatori bravissimi che ci sarebbero stati utili e tenuti altri solo perché costavano meno. Adesso è stata introdotta una legge in base alla quale ogni ente pubblico deve valutare il personale secondo una griglia che ha tre categorie: eccellente, buono e scarso. Il bello è che le proporzioni di personale assegnato alle tre categorie è già fissato! Io devo classificare il 25 per cento del mio personale come eccellente, il 60 come di medio livello e il 15 per cento come scarso! La terza categoria si vedrà ridurre lo stipendio, e più avanti, chissà: saranno quelli licenziabili o collocabili in mobilità». Morale della storia: «In passato la valutazione del personale nella pubblica amministrazione era una farsa, tutti venivano promossi anche senza meritarlo. Adesso si passa alla farsa opposta, stabilendo per legge che alcuni sono incapaci».

grecia-atene-farmacia-solidarieta-5-foto-casadeiAll’Ekke ci lavora Dionyssis Balourdos, il principale esperto greco sui temi della povertà. Ci accoglie sventolando la statistica vidimata da Eurostat che certifica che la Grecia è il paese dell’Unione Europea con la più alta percentuale di popolazione a rischio di povertà: 23,1 per cento, cioè più della Romania, della Bulgaria e della Croazia. Nel 2009, alla vigilia dell’esplosione della crisi, si registrava il 19,7 per cento. «Siamo tornati ai livelli del 1994», dice. «Fra gli uomini disoccupati il rischio di povertà sta addirittura al 52,1 per cento. Quali effetti sta provocando questo aumento della povertà? È troppo presto per dirlo con dati scientifici attendibili, ma una cosa siamo già in grado di affermarla: la crisi ha riabbassato i tassi di natalità, che erano ricominciati a crescere. Negli anni del boom economico, cioè a cavallo del 2000, quando la gente pensava solo ad arricchirsi, il numero di figli per donna era sceso a 1,2, poi è risalito fino a 1,5 nel 2010. Nel giro di due anni siamo ripiombati a 1,34».

Il blocco dei riscaldamenti
Gli stili di vita sono cambiati. «Anche chi ha un lavoro consuma molto meno di prima. Ci si prepara il caffè in ufficio e si porta il pasto da casa anziché andare al bar in pausa pranzo. Si usa meno l’auto e di più i mezzi pubblici, preferibilmente senza pagare il biglietto: i controllori sono pochi, e poi c’è l’abitudine di passarsi i biglietti che hanno ancora un residuo di tempo utilizzabile. Ottocentomila veicoli sono stati disimmatricolati per non pagare più il bollo.

Ma il fenomeno che ha avuto più conseguenze è stato il blocco dei riscaldamenti centrali nei condomini: molti hanno smesso di pagare la loro parte di gasolio, e hanno cominciato a scaldarsi bruciando legname di cattiva qualità, per esempio mobili vecchi. Quest’inverno l’aria ad Atene era irrespirabile. Il governo ha dovuto fare spot televisivi per spiegare che bruciare i mobili avvelena l’aria perché libera solventi».

«La crisi ha fatto emergere isole di solidarietà, ma ha soprattutto prodotto impoverimento antropologico e atomizzazione sociale», afferma Panagiotis Grigoriou, antropologo che fa il pendolare fra Atene e Parigi. «I greci amano molto le relazioni sociali, ma uno degli effetti della crisi è stato quello di indebolire queste relazioni fino ad annullarle. Se si guarda attorno, vedrà che anche qui nel centro di Atene la gente per strada e nei locali è costituita quasi solamente di giovani: gli adulti e gli anziani non si fanno più vedere, se ne stanno chiusi in casa».

Effettivamente, insieme al metrò semivuoto alle 8 di mattina, la latitanza delle classi di età sopra i 40 anni per le vie centrali di Atene è uno dei segnali anomali che la capitale emette. «La distruzione accelerata della classe media ha prodotto questo e altri fenomeni», spiega Grigoriou. «Non ci si vede più come prima per molte possibili ragioni: perché la gente deve dedicare più tempo al lavoro per non essere licenziata o per guadagnare quello che guadagnava prima della crisi, perché non ci sono più i soldi per permettersi una cena al ristorante o un concerto, perché i rapporti sono diventati strumentali: chi è in difficoltà si vergogna e non vuole stare più coi vecchi amici, cerca soltanto di entrare in contatto con persone che lo aiutino a trovare un lavoro o un altro prestito per tirare avanti. Oppure non ci si vede più perché tanti sono depressi e non escono più di casa».

La fragilità psicologica
L’incidenza della crisi sulla salute mentale dei greci è uno dei temi più dibattuti e sfuggenti. Varie riviste scientifiche, greche e internazionali, sostengono che i tassi di depressione, i suicidi e i tentativi di suicidio siano sensibilmente aumentati. La famosa rivista The Lancet nel febbraio di quest’anno ha scritto che mentre i fondi pubblici per i servizi di salute mentale sono stati tagliati del 20 per cento fra il 2010 e il 2011 e del 55 per cento fra il 2011 e il 2012, le richieste sono aumentate del 120 per cento negli ultimi tre anni. I casi di depressione grave sono aumentati dal 3,3 per cento del 2008 all’8,2 per cento del 2011. I decessi per suicidio sono cresciuti del 45 per cento far il 2007 e il 2011. Secondo il ministero degli Interni nel solo 2013 c’è stato un aumento del 40 per cento rispetto all’anno precedente.

«Confermo, l’incidenza della depressione è aumentata in misura fortissima, e ha colpito soprattutto le persone già fragili psichicamente. Le nostre statistiche collegano la disoccupazione all’insorgenza della depressione. Le persone si sentono espulse dalla società, e questo aggrava le loro condizioni». Coi suoi 88 anni Panagiotis Sakarellopoulos è il decano degli psichiatri greci, e incarna il loro Basaglia: fu lui, di ritorno dagli studi in Francia, a promuovere l’umanizzazione degli ospedali e dei servizi psichiatrici. La sua passione non è affatto spenta: «Non siamo contenti della situazione attuale della Grecia, né delle politiche del ministero della Sanità. Ma più triste ancora è il comportamento di molti medici: continuano a lavorare con i vecchi metodi, cioè ospedalizzazione e scarsissimi rapporti umani con i pazienti. Vanno al lavoro alle 10 e alle 13 se ne sono già andati: i casi più difficili li lasciano da gestire alle infermiere». La sua Società di psichiatria sociale e salute mentale è un ente no profit che opera da molti anni ad Atene ma anche in provincia (Focide e Tracia), e che oggi cerca di rispondere a bisogni crescenti con aiuti in diminuzione da parte dello Stato. Quello che dice dei suoi malati andrebbe applicato a tutto il popolo greco inteso come emblema di una società colpita dalla crisi e alla solidarietà fra popoli europei: «Noi non possiamo cambiare la loro diagnosi psichiatrica: sarebbe megalomania. Ma possiamo modificare il loro destino, intervenendo sul loro ambiente sociale e familiare».

@RodolfoCasadei

Tags: ateneausteritàausteritybruxellescrisicrisi debitocrisi greciadepressioneEuropaeurostatfarmacigrecialancetpovertàrigoresalvataggio greciaspesa pubblicasuicidisyrizatickettroikaUnione Europea
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Emmanuel Macron e Antonio Tajani Francia Italia

È sempre Italia-Francia. Qua la mano nemico mio

22 Marzo 2023
Agricoltori in protesta a L’Aia contro le politiche anti-emissioni di azoto del governo olandese

La clamorosa rivincita dei contadini olandesi sulla borghesia “green”

18 Marzo 2023
Bustarella

Come abbattere la corruzione con appena 16 milioni di dollari

17 Marzo 2023
L'impianto di batterie elettriche della Catl (Cina) in Germania

L’invasione cinese dell’Europa parte da Germania e Ungheria

17 Marzo 2023
Impianto di produzione di auto elettriche transizione

Che disastro di transizione

16 Marzo 2023
Gay pride

Maternità surrogata. Non basta un certificato per essere genitori

15 Marzo 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Non esiste un’Unione Europea unita contro un’Italia isolata
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist