Ecco chi occuperà il vostro vuoto. «I musulmani sono convinti che vi conquisteranno con fede e fecondità»

Di Rodolfo Casadei
16 Novembre 2015
Parla il patriarca maronita Bechara Rai: «Per i musulmani il matrimonio è un’istituzione divina, e Dio è per la procreazione»
Il patriarca del Libano Bechara Rai (Ansa)
Il patriarca del Libano Bechara Rai (Ansa)

Pubblichiamo l’articolo contenuto nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

«Al Sinodo l’ho detto: “I problemi del matrimonio e della famiglia di cui sento parlare in tanti interventi, da noi non esistono. I nostri problemi sono totalmente diversi”. L’uomo orientale e l’uomo occidentale restano molto differenti. Da noi il matrimonio continua a essere un’istituzione divina: è quello che pensano sia i musulmani sia i cristiani. Per noi si tratta di un sacramento, per i musulmani di un’istituzione divina, perciò le legislazioni salvaguardano il matrimonio come realtà religiosa: da noi non esiste nemmeno il matrimonio civile, figuriamoci le convivenze e i matrimoni fra persone dello stesso sesso!».

Bechara Boutros Raï, da quattro anni Patriarca di Antiochia dei Maroniti e da tre cardinale, è uomo che conosce il mondo. Quando va in Francia – e succede spesso – il presidente François Hollande lo riceve quasi come un capo di Stato. Come tutti i libanesi, soprattutto quelli cristiani, vive a cavallo fra Oriente e Occidente e pertanto è ambasciatore naturale fra i due mondi. «L’uomo in astratto non esiste, esiste l’uomo concreto condizionato dalla cultura religiosa e civile del luogo in cui vive. La cultura delle persone che vivono nel Vicino Oriente è determinata da una componente musulmana e da una componente cristiana. Per gli orientali la persona umana è totalmente definita dalla sua religione, e questo si riflette sul matrimonio: questioni come la custodia dei figli, i diritti ereditari, eccetera, sono definiti dal diritto familiare confessionale. Le convivenze fuori dal matrimonio e l’omosessualità sono semplicemente problemi morali, sono eccezioni che nulla hanno a che fare con l’istituzione familiare».

L’invasione pacifica
Il patriarca ovviamente non si esprime solo come antropologo culturale, ma come pastore: «All’assemblea sinodale dell’anno scorso ho detto: “Gli stati legiferano senza alcun riguardo per la legge divina: né per quella rivelata, né per quella naturale; e poi la Chiesa deve raccogliere i cocci dei danni che queste leggi producono! Facciamo un appello agli stati perché rispettino la legge naturale”. Ammetto che fra i cristiani molti sono influenzati dal secolarismo, nel loro intimo vorrebbero quel tipo di libertà che vedono in Occidente riguardo ai rapporti affettivi e sessuali, ma le leggi in vigore li trattengono, e noi come Chiese lavoriamo per ricondurli ai valori cristiani».

L’uomo orientale, ancor oggi antropologicamente diverso dall’uomo occidentale, in maggioranza aderisce all’islam. «I musulmani sono convinti che conquisteranno l’Occidente, anche quelli fra loro che non sono jihadisti o estremisti. Gliel’ho sentito dire molte volte: “Conquisteremo l’Europa con la fede e con la fecondità”. Professare la fede per loro è il principio essenziale della vita, nessuno che appartenga a una religione può astenersene. Che da parte loro la professione sia genuina o puramente sociologica è questione controversa, ma un fatto è certo: è generalizzata, nessuno può astenersene. Allora quando vengono in Europa e vedono le chiese vuote, e constatano l’incredulità degli europei, immediatamente pensano che loro riempiranno quel vuoto. Poi c’è la questione della natalità: per i musulmani il fatto che il matrimonio sia un’istituzione divina significa che la volontà di Dio è la procreazione. Perciò le famiglie devono essere numerose. In Europa vedono che i matrimoni e le nascite sono sempre meno, e questo li convince che loro prenderanno il vostro posto. I musulmani non concepiscono il celibato, nemmeno quello consacrato: considerano ogni forma di celibato scandalosa, perché contraria alla volontà di Dio, che vuole la procreazione».

isis-stato-islamico-bandiera-screenshot

I resti dei crociati
Ma i cristiani con cui i musulmani entrano più spesso a contatto non sono quelli europei, bensì quelli dei loro stessi paesi. «È un rapporto più complesso di quello che molti di voi immaginano», spiega il patriarca maronita. «Nel loro intimo, i musulmani pensano che i cristiani debbano fare il passo che li porterebbe a diventare musulmani: nel disegno divino il cristianesimo doveva soppiantare l’ebraismo, e l’islam è l’ultima rivelazione, quella che soppianta il cristianesimo. Perciò i cristiani non sono mai veramente accettati come tali. Eppure nella vita quotidiana i musulmani hanno più fiducia in noi che negli altri musulmani. Ci apprezzano per il nostro livello culturale, per le nostre capacità professionali e per le nostre qualità morali. Siamo ricercati per queste caratteristiche. Nei paesi del Golfo i lavoratori immigrati che ricoprono i posti di maggiore responsabilità sono cristiani, orientali od occidentali: gli emiri e gli altri dirigenti sanno che siamo professionalmente qualificati, onesti e non ci immischiamo nelle questioni politiche. Per loro è cosa pacifica: i cristiani sono “migliori” di loro sotto tutti gli aspetti. Quando la realtà non corrisponde alle aspettative, reagiscono molto male. Un’altra situazione nella quale noi cristiani orientali ci troviamo in difficoltà, è quando ci sono tensioni fra i paesi musulmani e gli Stati Uniti o i paesi europei: allora le politiche dell’Occidente vengono etichettate come “cristiane”, e noi veniamo tacciati di essere i resti dei crociati e del colonialismo, anche se in realtà eravamo già lì alcuni secoli prima che apparisse l’islam!».

Ma pare che ci sia una questione, molto recente, per la quale i musulmani vanno dai cristiani col cappello in mano. «La maggioranza dei musulmani è moderata, posso dirlo perché ne conosco tanti sia fra le autorità religiose sia fra la gente comune. Lo avete visto anche voi in Egitto: quando i Fratelli Musulmani hanno cominciato a governare, la gente s’è stancata subito. Però difficilmente prendono posizione contro gli estremisti. Qualche tempo fa c’è stato un intervento autorevole di condanna delle azioni dell’Isis, ma non tanto forte. Per due ragioni. La prima è che per loro l’appartenenza religiosa viene prima di quella al paese, e quindi se c’è una motivazione religiosa musulmana negli atti di qualcuno, non se la sentono di condannare. La seconda è che, almeno in Libano, i musulmani sunniti hanno i loro referenti nell’Arabia Saudita e nei paesi del Golfo, gli sciiti nell’Iran, perciò non prendono posizioni se non arrivano direttive. Alla fine succede che molti leader religiosi musulmani vengono da noi e ci chiedono di dichiarare pubblicamente le cose che loro vorrebbero ma non possono dire».

Naturalmente la cosa che preoccupa di più il patriarca è la guerra nella confinante Siria e in Iraq, e le sue conseguenze. «Tutta la comunità internazionale deve attivarsi per mettere la parola fine a queste guerre. Si discute di come ripartire il flusso dei profughi fra i paesi europei, ma non si discute di come chiudere il rubinetto che produce quel flusso! Se continua l’esodo, se ne andranno le forze migliori dal Vicino Oriente, se ne andranno i cristiani e resteranno solo gli estremisti. Senza cristiani l’Oriente perde lo strato più profondo della sua identità, questo lo sanno anche i musulmani».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Le fatiche del Libano
«Dovete aiutarci a restare, non a emigrare! Questa omissione di interventi efficaci ci fa sospettare che esista un piano di distruzione del mondo arabo. Com’è possibile che dopo dieci anni di guerra in Iraq e quattro in Siria ancora non si cerchi una soluzione politica, ma si insista con quella militare? L’ho detto apertamente agli ambasciatori di alcuni paesi arabi a proposito del conflitto siriano: dove volete arrivare? Perché siete disposti a pagare qualsiasi prezzo per eliminare Bashar el Assad? State spendendo 100 mila dollari per qualcosa che ne vale mille! Il Libano è il paese più minacciato dalla crisi, perché ormai un abitante su quattro da noi è un profugo siriano. La pressione sull’economia, sui servizi, sulle infrastrutture sta diventando insopportabile».

Gli si fa presente che il Libano ha anche un problema istituzionale: dal maggio 2014 il paese non ha un presidente. Tempo di riformare la costituzione nazionale? «No», risponde. «La costituzione è già stata riformata nel 1989, in concomitanza con gli accordi per la fine della guerra civile. Adesso al massimo servirebbe qualche ritocco. Ma tutto è bloccato a causa della rivalità regionale fra Arabia Saudita e Iran, che sono le due potenze dietro alle due principali coalizioni politiche libanesi: la “14 marzo” e la “8 marzo”. Non solo il futuro della Siria, anche quello del Libano dipende dall’esito di quella rivalità».

@RodolfoCasadei

Foto Ansa

[pubblicita_articolo_piede]

Articoli correlati

20 commenti

  1. Daniele

    Se ben comprendo la tesi di questo geniale “patriarca” (per inciso: non sarebbe il caso di rinnovare un po’ anche la nomenclatura?), per fronteggiare l’avanzata degli islamici, dovremmo diventare un po’ come loro. Bell’affare faremmo.
    Questo pagliaccio, bardato come una specie di stregone (poi dicono che il gay pride è una carnevalata…), lamenta che “gli stati legiferano senza alcun riguardo per la legge divina”. Che cosa incresciosa: ripristiniamo lo stato confessionale, torniamo indietro di tre secoli, a prima dell’illuminismo.
    In sostanza, la brillante ricetta dello stregone è: priviamoci della nostra libertà, così gli islamici smetteranno di invidiarcela e ci lasceranno in pace. Geniale!

    1. Cisco

      @Daniele

      Ti sfugge la differenza tra legge divina e legge confessionale: la legge divina e’ quella “naturale” – accessibile con l’uso corretto della ragione da parte di chiunque non sia ateo e nichilista – per cui la vita è inviolabile, come recitano le costituzioni e le dichiarazioni universali. E l’unica ragione perché la vita e’ inviolabile e’ la sua sacralità e dignità uguale per tutti gli uomini, perché tutti creati a immagine e somiglianza di Dio. Ogni volta che nella storia e’ venuta meno questa consapevolezza – basti pensare alle tragedie di Ottocento e Novecento, oltre che alle attuali – il Potere ha preso il sopravvento, proprio perché assoluto, sciolto dalla Legge Naturale Divina (ab legibus solutus).

    2. To_Ni

      Caro Daniele
      con accostamento alla carnevalata del gay pride dove la fanno da padrone il latex, i tacchi a spillo per maschi, paillette e cotillon, confermi la tua inclinazione a confondere realtà completamente diverse al fine sintetizzare malamente tutte le cose secondo le tue uniche misure. Certo non paragoneresti i paramenti della Regina d’Inghilterra a quelli presenti nella carnevalata che “vi rappresenta” perche si sa che la regina , nella rappresentazione regale (la corona, lo scettro i mantelli) rappresenta il popolo inglese e non la sua persona.
      Poi tiri in ballo la libertà che, naturalmente, tradotto nel tuo linguaggio risulterebbe interessante sapere in cosa si configura nella tua testa. Dare un senso alla famiglia, vietare l’aborto, vietare l’eutanasia che libertà inficia? Obbedire “alle leggi” naturali sottraendoli all’abuso delle suggestioni di moda e del potere quale libertà impedisce? O piuttosto, come credo, sono quelle leggi che ne costituiscono la ragione più profonda a tutela della libertà di tutti a fronte dell’arbitrio più sfrenato e criminale, anche se democraticamente legittimato?

  2. Cisco

    Intervista molto interessante, che peraltro dimostra come ad andarsene sono spesso i migliori, che fuggono da un presente – o futuro prossimo – di sharia o di miseria: perché anche uno con i soldi, se la società va in malora, può goderseli ben poco. Peraltro le statistiche del 2015 confermano che purtroppo c’è un’ampia quota di fuggitivi cristiani: nel complesso gli immigrati sono stati per lo più eritrei (29.019), nigeriani (13.788), somali (8.559), sudanesi (6.745) e siriani (6.324). Dunque in gran parte persone che fuggono – oltre che per motivi economici – da alcune situazioni tragiche come la dittatura di Afewerki e il terrorismo di Boko Haram, oltre che dalle guerre civili che insanguinano Somalia, Sudan e Siria. L’immigrazione dall’est Europa (cristiana) e dal Nordafrica (musulmana) – esclusivamente di tipo economico – sembra invece essersi calmata. Tralasciando l’immigrazione turca in Germania – che ha radici storiche del tutto particolari – il grosso dei danni delle migrazioni incontrollate di musulmani è stato fatto dalla Francia e dal Nord Europa fino agli anni Settanta. Ora i loro figli e nipoti vogliono mettere a ferro e fuoco la Francia e gli altri paesi di cui ormai sono cittadini, perché si sentono in un mondo culturalmente estraneo, come osserva il Patriarca, e non lo accettano più come invece furono costetti a fare, spinti dalla fame, i loro nonni e genitori. La prova che una società multi-culturale no può spingersi fino a tentare di mettere insieme culture troppo distanti, a meno di non creare una società come quella libanese, dove ognuno vive nella sua tribù.

  3. Controcorrente

    La convinzione che il matrimonio è un’istituzione divina, e Dio è per la procreazione è anche dei cristiani coopti, conosco molte famiglie con prole e parlando con loro mi dicevano la stessa cosa, questa dovrebbe essere anche la convinzione dei cattolici, che in molti casi si vergognano di professare. Senza voler giustificare l’atto ignobile , vigliacco e infame, venerdì sera è stato colpito un modo di vivere quello occidentale senza identità e individualista, che secondo la loro convinzione porta “il mondo al abominio e alla perversione”.

  4. Alberto

    ‘Sta storia dei mussulmani tutti presi dal matrimonio mi fa ridere. I paesi arabi e del Nord Africa sono fra i primi fruitori di porno gay su internet al mondo: questo dicono le statistiche ! I tassi di natalità in molti paesi islamici sono in caduta libera, l’Iran per esempio ha tassi già paragonabili a quelli occidentali, e gli altri non sono molto lontani. Il Marocco, sempre per esempio, è già sotto il tasso necessario per garantire una popolazione costante. Cercate “the fertility implosion” sul New York Times e ascoltate meno le fesserie di patriarchi maroniti…

  5. Daniele

    A quanto pare, per i redattori di Tempi la battaglia contro il martrimonio gay è talmente prioritaria che persino il terrorismo diventa un pretesto per parlare di quello. Attraverso vertiginosi voli pindarici argomentativi, approdate sempre lì.
    Io non credo molto nella psicanalisi, che trovo di dubbio fondamento scientifico, ma nel vostro caso la consiglierei: forse potrebbe far luce sugli strane ossessioni che agitano il vostro inconscio.

    1. rodolfo casadei

      L’intervista è stata fatta durante il Sinodo sulla famiglia, e pubblicata sul numero di giovedì scorso.

    2. To_Ni

      Perché tutto è collegato. Fate parte del problema. Ciò che sperate e credete (la politica dei desideri da appagare … chiamati diritti) costituisce l’humus fallimentare che rende forte pure l’ISIS. Non lo capisci?

    3. Salvo Errori

      È vero…a quanto pare è più pericoloso il matrimonio gay che un ak 47 in mano dei terroristi.
      Detto questo, penso che alla fine saranno cosi incessanti le ostilità e il numero di morti in europa che, non so quando ma arriverà, o i cittadini stessi con spirito nazionalistico ( e nn per forza come unità religiosa) faranno strage di musulmani, o i presidenti dei vari stati decideranno di mettere da parte buonismo e tolleranza mandando via TUTTI IN CITTADINI DI FEDE MUSULMANA ( indipendentemente dal proprio luogo di origine). So che quest ultima opzione è estema e puó sembrare generalista ma vi assicuro che non sarebbe sbagliata, in fondo nessuno dei musulmani che si comportano bene riusciranno ad impedire che i loro figli e nipoti diventino terroristi ( in un paese con regole profondamente diverse per che segue il corano rigidamente) e noi avremo sempre terrore di essere uccisi. So che è un modo di vedere le cose un pó scomodo ma penso che in realtà molti cattolici la vedono come me…l integrazione puó funzionare con la razza e preferenze sessuali…ma la religione sfortunatemente no…rende ciechi e sordi.
      Firmato ragazzo gay di sinistra ( non ve lo aspettavate questo punto di vista nazionalista degno di forza nuova vero XD? Ma è l amara verità

      1. Alessandro2

        Totalmente d’accordo con te, ragazzo. Firmato: un eterosessuale di destra 🙂 .

  6. ronny

    Temo che dai sig. maroniti ci sia ben poco da imparare dati i risultati nel loro paese.
    Le vostre religioni non producono altro che morte e violenza sembra questa la triste verità .

    1. Franco

      Io penso che voi laicisti fareste bene ad aprire le orecchie quando parla Bechara Rai visto che la presenza dell’estremismo islamista in Europa è anche il risultato prodotto dal vuoto spirituale che VOI avete creato.

I commenti sono chiusi.