Un ingegnere copto, Adly Abadir, ha voluto che si tenesse a Zurigo, dal 24 al 26 marzo, la Conferenza sulle Minoranze e sulle Donne in Medio Oriente e Nordafrica. È significativo l’accostamento delle donne alle minoranze, a indicare che in quella regione le donne sono considerate e trattate come una minoranza. Hanno partecipato alcuni tra gli intellettuali liberali arabi più accreditati, come Shaker al Nabulsi, Magdi Khalil, Abu Khawla, Lafif Lakhdar, Amel Grami. L’argomento è scottante, tanto che è bastato che all’evento venisse invitato lo studioso israeliano Mordechai Nisan, autore di un testo fondamentale sulle minoranze in Medio Oriente, per fare scatenare la stampa araba su presunti finanziamenti del Mossad alla conferenza. Conferenza che, nonostante tutte le difficoltà e gli attacchi di basso livello, ha prodotto un’importante dichiarazione: «La sofferenza delle minoranze e delle donne in Medio Oriente e in Nordafrica – si legge nel testo approvato – è parte integrante della sofferenza delle popolazioni dell’area, che deriva dall’assenza di democrazia e diritti umani, dalla tirannide delle maggioranze e dalla crescita costante dell’estremismo religioso. (.) Le minoranze dovrebbero unirsi e collaborare per fondare Stati laici e civili nelle nostre società. Ci sforzeremo di diffondere la cultura della democrazia, della libertà, dei diritti umani e del rispetto del pluralismo, nazionale, linguistico e settario, sulla base della totale uguaglianza». È un appello accorato da parte di intellettuali (loro stessi una minoranza combattuta dall’estremismo islamico) che ben conoscono ad esempio le pessime condizioni dei copti in Egitto o, sempre in Egitto, la situazione disperata della minoranza dei bahai, adepti di una religione monoteista sincretista che non è riconosciuta dallo Stato e non ha diritto nemmeno al rilascio della carta d’identità, ovvero alla cittadinanza. Per non parlare della condizione delle donne in paesi come Iran e Arabia Saudita. Dovremmo unire le nostre voci a quest’appello coraggioso per sostenere la lotta comune contro l’integralismo islamico. [email protected]
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