Donna accusa: «Abbandonata in bagno ad abortire». Ma l’ospedale: «Era seguita da medici non obiettori»

Di Chiara Rizzo
12 Marzo 2014
I radicali sollevano un caso di (presunta) mancata applicazione della legge 194. La struttura coinvolta lo smonta, ma ormai è polemica. Proprio adesso che il Consiglio d'Europa ci vuole imporre l'aborto come diritto…

aborto-bagno-pertini-roma-194L’ospedale Sandro Pertini di Roma accende una luce diversa sui fatti di cui secondo i giornali sarebbe stata protagonista Valentina Magnanti, la 28enne romana che lunedì, nel corso di una conferenza stampa dell’Associazione Luca Coscioni, ha denunciato una drammatica vicenda risalente al 27 ottobre 2010 e avvenuta appunto al Pertini: «Sono stata costretta ad abortire in un bagno, forse perché tutti i medici di turno erano obiettori», è la versione della donna. L’ospedale Pertini, però, con una nota pubblicata nella serata di ieri (martedì 11 marzo), ha fornito un’altra ricostruzione: «Dalla lettura dei documenti sanitari agli atti risulta che la signora è stata assistita da personale che ha l’obbligo di assistenza anche nel caso di obiezione di coscienza, trattandosi di un’interruzione di gravidanza terapeutica. In particolare, la signora è stata assistita, durante la degenza, da due medici non obiettori di coscienza che fanno parte dell’équipe istituzionalmente preposta alla Ivg».

«È STATA AVVIATA ALLA SALA PARTO». Rimane il dramma di una donna che si è trovata senza assistenza nel momento di massimo bisogno. La nota del Pertini prosegue: «Pur comprendendo il disagio dovuto al lungo periodo di travaglio, si fa presente che la rapidità della fase espulsiva del feto, avvenuta nella stanza di degenza alle ore 3 della notte, è un evento assai comune per il periodo gestazionale. La signora è stata prontamente assistita e avviata alla sala parto per il “secondamento” e per le successive procedure previste nel post parto».

LA VICENDA. Magnanti ha spiegato in un’intervista a Repubblica di avere una malattia genetica «rara e terribile», che tuttavia le lascerebbe la possibilità di avere dei figli, «quindi per me non è previsto l’accesso alla fecondazione assistita e alla diagnosi pre-impianto». Dopo un aborto spontaneo per una gravidanza extrauterina, la donna nel 2010 è rimasta di nuovo incinta ma al quinto mese ha scoperto che «la bambina che aspettavo era malata, condannata». La coppia ha deciso di ricorrere all’aborto e il 27 ottobre 2010 Valentina è quindi entrata al reparto ginecologia dell’ospedale Pertini di Roma, dove, secondo quanto ha raccontato, sarebbe avvenuto il dramma: «Incominciano a farmi la terapia per indurre il parto, a base di candelette, mi dicono che non sentirò nulla. Invece è stato un inferno. Dopo 15 ore di dolori lancinanti, tra conati di vomito e momenti in cui svengo, con mio marito sempre accanto che non sa che fare, che chiama aiuto, che va da medici e infermieri dicendogli di assistermi, senza risultato, partorisco dentro il bagno dell’ospedale».

LE ACCUSE. La donna ha ribadito a Repubblica che medici e infermieri «venivano per le flebo, ma nessuno li ha visti arrivare quando chiamavo aiuto. Nessuno ci ha assistito nel momento peggiore». Poi ha ipotizzato: «Forse perché da quando sono entrata a quando ho partorito era cambiato il turno, c’erano solo medici obiettori». La donna ha anche riferito che «mentre ero lì in ospedale, stravolta dal dolore, entravano degli attivisti anti aborto con i vangeli in mano e voci minacciose».

PURE LA LEGGE 40. Ma perché, dal momento che i fatti risalgono a quattro anni fa, non risultavano denunce all’ospedale Pertini da parte della coppia sino al racconto rilasciato alla stampa? Nella conferenza stampa di lunedì (ripresa anche da Radio Radicale, qui il video), Magnanti ha spiegato che «non è stato denunciato l’ospedale perché non avevamo la forza di intraprendere un percorso difficile e doloroso». La donna e il marito, dopo l’aborto, si sono rivolti invece all’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. E l’intento iniziale a quanto pare non era di sollevare l’ennesima disputa sulla legge 194 e contro il diritto all’obiezione di coscienza dei medici, bensì di smontare un altro pezzo della legge 40 sulla fecondazione assistita: «Abbiamo fatto ricorso perché anche chi ha malattie genetiche possa accedere alla diagnosi pre-impianto perché non ci si debba ritrovare ad abortire al quinto mese. Il tribunale di Roma per la seconda volta in due mesi ha sollevato ora dubbi di incostituzionalità su questo punto della legge».

aborto-bagno-pertini-roma-194-repubblica«VERGOGNOSA STRUMENTALIZZAZIONE». «Se c’è stata realmente omissione di soccorso, questa va imputata nei confronti dei medici di turno, non tirando in ballo l’obiezione di coscienza, che tra l’altro, vorrei ricordare, oltre ad essere un diritto fondamentale, previsto dalla stessa legge 194, permette comunque al medico obiettore di intervenire qualora vi sia pericolo di vita». Così Olimpia Tarzia, consigliere regionale del Lazio da tempo impegnata nella difesa della vita e presidente del Movimento Per (Politica etica responsabilità), ha commentato il caso e i suoi strascichi polemici. Tutta la vicenda, secondo Tarzia, genera più di un dubbio: «È quanto mai singolare che una vicenda avvenuta al Pertini nel 2010 venga portata all’attenzione dei media dall’Associazione Luca Coscioni solo oggi, all’indomani della sanzione per l’Italia (motivata dall’assunto che ci sarebbero troppi obiettori di coscienza), annunciata dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa» ha spiegato.

«OPERAZIONE MEDIATICA». «L’operazione – ha aggiunto la consigliera laziale – appare tristemente mediatica (probabilmente l’inizio di un’orchestrata campagna ideologica) e, come sempre, sulla pelle dei più deboli attraverso la strumentalizzazione di un dramma, sul quale, certamente, si dovrà fare luce». E ancora: «A conferma della percezione di un’operazione ideologica vanno le parole che la donna avrebbe riferito riguardo all’arrivo di “due strani personaggi con il Vangelo”: se non fosse per la serietà della strumentalizzazione del caso, risulterebbe persino ridicolo immaginarsi una tale situazione nel bagno di un ospedale. Chi sarebbero? Chi li avrebbe fatti entrare? Di quale ricerca spasmodica attraverso i bagni dell’ospedale, agitando Vangelo e lanciando anatemi, si sarebbero fatti promotori?». Secondo Tarzia «la realtà è che l’iniziativa dell’Associazione Coscioni evidenzia una schizofrenia sociale di cui è affetto il nostro Paese: ci si riempie la bocca di sostegno alle persone disabili, ma a un bambino malato si vuole negare la pari opportunità di nascere che ha un bambino sano, si moltiplicano iniziative sulla disabilità, sbandierandole in ogni occasione, ma, attraverso l’aborto eugenetico, cioè la selezione tra bambini sani e bambini malati, si viola pesantemente la Dichiarazione Universale dei diritti umani, classificando gli esseri umani di serie A, degni di vivere e di serie B, indegni di vivere. È una “cultura dello scarto”».

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74 commenti

  1. Maria Di Chio

    La strumentalizzazione di questa denuncia è evidente, tipica dei radicali per i quali tutte le donne in età fertile che morivano prima della legge 194, erano morte per aborto clandestino. E i cattolici italiani ci hanno creduto. Comunque questa denuncia mi ha ricordato un fatto doloroso della mia vita, avvenuto 48 anni fa. Ero al terzo mese della mia prima gravidanza. Comincia una minaccia di aborto. Subito a letto. Passano alcuni giorni, poi alla sera i dolori cominciano e l’emorragia s’intensifica. Vengo ricoverata, è notte, non ricordo se mi ha vista un medico, ricordo le infermiere. Le contrazioni sono forti, mi costringono ad andare in bagno e lì sento qualcosa più del sangue che esce. L’infermiera accorre e tristemente dice a me e a mia madre:” Sì, è materiale fetale” . Così se ne è andato il mio bambino tanto desiderato. Dopo l’espulsione i dolori si sono calmati. La mattina dopo il ginecologo mi ha sottoposto a raschiamento. Cosa dite? Debbo fare causa all’ospedale per omissione di soccorso e per non avermi dato antidolorifici? Questi abortisti Ipocriti, privi di ogni moralità, cinici strumentalizzatori della debolezza della donne! Io non ero colpevole, non avevo ucciso il mio bambino, lui non era ancora pienamente identificabile come piccolo corpo, eppure al dolore della perdita si aggiunse il trauma del bagno. Ma un feto di 5 mesi è un bambino, piccolo sì, ma pienamente identificabile e visibile, tanto vero che viene abortito con l’induzione al parto e non con l’aspirazione, come avviene nei primi 3 mesi di gravidanza. E finisce nei rifiuti ospedalieri, se i genitori non ne richiedono il corpo per seppellirlo, cosa che avviene molto raramente.

    1. Ellas

      La tua storia è molto triste, Maria. Visto che questi si sono per così dire, presentati 5 anni dopo, nessuno ti impedirebbe di fare causa. Probabilemente non la vinceresti, ma colpiresti comunque nel segno.

      1. Maria Di Chio

        Mai avrei pensato o penserei di fare causa all’ospedale. La mia domanda era tristemente ironica per la malafede radicale. Un processo d’aborto spontaneo dura per forza un periodo di tempo più o meno lungo, è assurdo pretendere che un medico stia accanto al letto per tutto il tempo. L’importante è trovarsi in una struttura protetta, nel caso sopravvenga qualche complicazione e per gli interventi necessari dopo l’aborto. L’aborto volontario nei primi tre mesi adesso con la tecnica dell’aspirazione avviene in pochi minuti ed è per legge praticato dal medico. Per il parto, invece, sia quello naturale, sia quello procurato per interrompere la gravidanza nel secondo trimestre, ci vogliono ore ed è doloroso, come tutte le donne sanno. Ebbene la partoriente non ha il medico o l’ostetrica sempre accanto a sé durante il travaglio, ci sono le persone di famiglia e di tanto tanto viene controllata dal personale medico. Solo al momento delle spinte viene portata in sala parto e lì aiutata dall’ostetrica, il medico interviene solo se ci sono complicazioni . Nel parto indotto per abortire un piccolino di 5 mesi o più non tutto avviene come nel parto naturale e può capitare che ostetrica o medico non siano presenti nel momento cruciale. O bisogna pretendere per la donna che abortisce l’assistenza continua durante il travaglio, quella che in nessun ospedale viene data alla partoriente? Ecco le assurdità che i media ignorano quando sparano i loro titoli e articoli scandalizzati.

  2. Cisco

    L’illustrissima omicida sig.ra Magnanti farebbe bene a farsi un esame di coscienza a prescindere dal Vangelo. Ormai la goffaggine delle iniziative Radicali e’ stupefacente più della marijuana.

  3. beppe

    emanuele sarti, ci sei molto mancato………….

    1. ftax

      In effetti, deficienti di questo livello non sono facili da trovare…

  4. Terrùn

    Il 90% dei commenti giustamente sono contro l’aborto e a favore della vita.
    Però non capisco come mai nessuno di voi dice una parolina contro MARONI che vuole tagliare il FONDO NASKO che aiuta le donne che non ce la fanno ne economicamete psicologicamente a portare a termine la gravidanza

    1. giovanna

      Questa associazione Luca Coscioni dà continuamente prova di una falsità strisciante, una malafede tremenda e disumana. Ieri leggevo su Donna Moderna, purtroppo giornale onnipresente dal mio medico, l’ennesimo articolo pieno di mistificazioni della realtà, in cui il tipico esponente di questa associazione esibiva il repertorio di menzogne sulla pillola del giorno dopo, asserendo la stupidaggine che la pillola del giorno dopo sia ora obbligatoria in farmacia e invitando alla delazione nei confronti di medici e farmacisti che non la prescrivessero e dispensassero prontamente.
      Ma io mi chiedo , possibile che tutte queste fandonie, facilmente verificabili come fandonie, si possano pubblicare impunemente, senza che le testate giornalistiche facciano un minimo sindacale di verifica o almeno presentino un onesto contraddittorio a tesi fantasiose, e mi chiedo anche se le associazioni professionali di medici e farmacisti debbano per forza subire il propagarsi di notizie inventate e diffamatorie della loro professionalità.
      Certo che dato il tasso di aggressività dei radicali, capisco anche che ne abbiano timore.

    2. Giannino Stoppani

      Tempi, un articolo ce lo ha fatto su codesto argomento, comunque ti informo che la Lombardia non è il centro dell’universo mondo e se in cambio di Maroni vuoi come governatore quello che abbiamo in Toscana io sarei ben lieto di accontentarti, così ti fa un bel fondo nasko riservato agli iscritti alla CGIL.

      1. Terrùn

        Sig Stoppani la sento agitato io non sono lombardo, ma lucano, regione che non è l’ombellico del mondo, ma dove un consiglere del PPI (di minoranza) aveva proposto di istituire un fondo come il Nasko, per aiutare le donne che avevano bisogno a portare a termine la gravidanza, ma grazie ai suoi amici della CGIL la proposta è stata bocciata, perchè lèdeva (offendeva, danneggiava, sotto l’aspetto morale o giuridico) la libertà delle donne.
        Mentre Maroni che lei vuole scambiare come una figurina della PANINI, vuole tagliare il fondo Nasko, perchè secondo lui la vita cambia a secondo della nazionalità e del colore della pelle.
        Cosa vuole in cambio della Camusso e di Maroni?

        1. Giannino Stoppani

          Che non eri lombardo lo si poteva capire anche dal nome che ti sei scelto, comunque ti ripeto che questa testata dei tagli di Maroni al fondo nasko non ne ha taciuto affatto.
          Basta usare la funzione “cerca” in alto a destra di questa pagina per accertarsene.
          Credevo, inoltre, che si fosse capito da tempo che quelli della CGIL non sono miei amici come non sono miei amici gli amministratori toscani che il problema che altrove si affronta istituendo il fondo nasko lo risolvono distribuendo pillole abortive come fossero confetti.

          1. Terrùn

            Lei ha discusso troppo con Filomena, io non parlavo di Tempi ma dei lettori e dei commenti dei moralisti e dei paladini dei valori a senso unico.
            Perchè il suo amico Maroni tagliando il Fondo Nasko e come se distribuisse le pillole abortive

          2. giovanna

            Scusa, Terrùn, con chi ce l’hai ? E’ vietato commentare l’articolo rimanendo in tema? Voglio dire, se tu ce l’hai con Maroni che vuole tagliare il fondo Nasko, hai tutte le ragioni, ma non capisco perché te la devi prendere così pesantemente coi commentatori che non hanno parlato di Maroni e del fondo Nasko sotto questo articolo che riguardava un altro aspetto della tristissima vicenda dell’aborto, riferito all’eugenetica, alla strumentalizzazione della tremenda associazione Luca Coscioni, ad un caso di quattro anni fa spuntato fuori adesso, un caso perdipiù accaduto a Roma !
            E poi, dai, un pò di ironia…se interloquisci con Giannino Stoppani non puoi dimenticartela !

          3. Terrùn

            Sig Giovanna io cercavo proprio lei che sa attaccare solo quando c’è il nemiico, così è semplice.
            Provi a rispondere all’articolo di Cesana o di Carugo (sui Fondi Nasko) dove Maroni centra e come centra.
            Poi io non uso ironia quando si parla di VITA perchè per me è SACRA di qualunque colore essa sia.
            MARONI = RE DEL BELGIO = ASSOCIAZIONE Luca Cosconi

          4. giovanna

            Caro Terrùn, hai qualche problemino di logica..anche tu nel club di quelli con la faccia verde? Curati il fegato !
            Senz’altro non sarà così, ma quest’ultima uscita da fissato, mi ricorda tanto degli interventi monotematici ,del tutto strumentali,ai tempi delle elezioni….o sarà che quelli che non colgono l’ironia (e l’ironia di Giannino non è sulla vita e sulla morte, faccende su cui lui discute serissimamente, ma è un modo di rapportarsi ) si assomigliano un pò tutti nella pesantezza.
            Comunque, come accadde con quegli altri fegatosi, stai sicuro, Terrùn, che con te non ci tratterò più: trovarti qualcun altro per i tuoi travasi di bile.

          5. Giannino Stoppani

            Egregio Terrùn o come cavolo ti chiami, in un altro post ti ho esortato chiaramente e inequivocabilmente, pena querela, di non associare il mio nome a quello di alcuni politici, tra i quali risulta esserci il signor Maroni che tu ora, incurante del mi chiaro avvertimento, definisci addirittura come mio “amico”.
            Orbene, di Maroni, Speroni, Veltroni, Berlusconi e tutti i politici cogli “oni” o non cogli “oni”, AMICO SARAI TE.
            E’ CHIARO?!

          6. Terrùn

            Ha dimenticatoto Il mio amico
            FORMIGONI

          7. Giannino Stoppani

            Non l’ho dimenticato visto che tra l’altro ho scritto “tutti i politici cogli ‘oni'”.
            Eppure mi risulta che in Lucania ci siano le scuole elementari proprio come quelle che abbiamo noi qui in Etruria.
            Com’è andata? Trovato chiuso?

  5. elena

    ellas volentieri…xò nn so cm vuoi fare x l’e-mail..sn una capra cn ste tecnologie

  6. domenico

    ma guarda un pò, ieri leggendo le prime notizie sulla vicenda mica avevano scritto che si parlava del 2010!
    hanno aspettato che i medici che erano in servizio perdessero memoria della vicenda?
    Comunque a questo punto il Pertini faccia nome e cognome dei medici non obiettori in servizio al momento dei fatti.

    Resta un dubbio: la coppia sapendo di essere a rischio perchè ha aspettato il quinto mese per la diagnosi visto che non sembra affatto una coppia sprovveduta?

  7. elena

    non parlo facile.
    sn madre di due bambini di cui uno epilettico malattia rara.
    ho perso spontaneamente un bimbo al terzo mese e lo penso sempre.
    a giorni partoriro mia figlia e accogliamo così com’é…niente analisi genetiche in gravidanza…sorpresona?!?sarà sempre e cmq una meraviglia ai nostri occhi e io da madre la amo tantissimo

    1. Ellas

      Tutto questo ti fa onore Elena: se si pensa solo di mettere al mondo figli sani allora si sta freschi!
      come portatrice di malattia rara, che comprende anche il piccolo della malttia da te citata, ti sono vicina.

      Sai, penso che figli non ne vorrei fare perchè mi sentirei in colpa a trasmettergli il mio male. Potrebbe essere anche a livello grave, per quanto ne so, ma una cosa la dico e non la nego: se mi capitasse di restare incinta non negherò la vita a questo bambino. Comunque viene. Colpa o meno.

      Elena, mi piacerebbe parlarti. Hai una mail? Potremmo scambiarcela via direzione, se ti va. 🙂

      1. Ellas

        Elena, purtroppo non possiamo scriverci, ma ti faccio tanti auguri.

  8. Pietro

    Che si tratti di una strumentalizzazione è chiaro a chiunque sia intellettualmente onesto.
    Il vero problema sta nel capire qual’è il fine di questa strumentalizzazione. A mio parere infatti il tentativo è quello di intaccare, attraverso questo precedente, il diritto dei medici ad essere obiettori circa la pratica dell’aborto. Denunciare che, a causa di un problema di coscienza, una povera giovane donna è stata abbandonata al suo martirio, senza ricevere l’assistenza medica di cui ha diritto, significa affermare implicitamente che l’obiezione di coscienza del medico va in contrasto con i diritti fondamentali del paziente. Ergo, la legge dovrà agire in favore del paziente (soggetto debole) obbligando o il singolo medico a rinunciare alla propria scelta, oppure l’azienda ospedaliera ad assumere esclusivamente o in maggior numero medici che non siano obiettori. Questa è la finalità ultima di questa vicenda. E se non stiamo attenti, rischiamo che i nostri medici perdano il diritto fondamentale di decidere liberamente su ciò che è per il bene del paziente (sia esso nato o non ancora nato) in scienza e coscienza, come recita il giuramento di Ippocrate, e demandando queste decisioni a qualche giurista che di medicina ed etica medica non sa un bel niente.

    1. VivalItalia

      Prego sostituire nella seconda riga “onesto” con “dotato”.

    2. filomena

      Ti ricordo caro Piero che il medico ha l’obbligo di informare il paziente circa le possibilità che la medicina mette a disposizione per affrontare la sua situazione. Alla fine però, una volta adeguatamente informato, spetta al paziente decidere cosa è bene o male per lui, non al medico. Questo è l’orientamento attuale del nuovo codice deontologico che fa riferimento al consenso informato.
      Senza questo, tranne nei casi di “stato di necessità” il medico non può agire.

      1. domenico

        Il medico deve informare sulle malattie e sulle cure esistenti per curare le malattie.

        1. filomena

          Guarda che stai dicendo la stessa cosa che ho detto io, solo che ho aggiunto che una volta informato è il paziente a decidere cosa è bene o male per lui in quella determinata situazione.

          1. domenico

            bisogna intendersi su cosa siano le ‘malattie’.

          2. filomena

            OK hai ragione il medico ha il dovere di informare il paziente circa la sua salute che non è per definizione dell’OMS semplicemente assenza di malattia ma lo stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.
            Così è più chiaro?

          3. filomena

            Domenico se vuoi possiamo discutere dei determinanti di salute ma credo che il discorso ci porta lontano.

          4. toni

            Ed è facile dire che se aspetti un bambino non hai il benessere psichico…giusto?
            Lo psicologo, soprattutto se è della vostra sponda, fa da notaio e lo certifica… giusto?

            che talenti!… ma come si diventa cosi?

          5. domenico

            basito all’idea che il mal d’amore che tutti noi nella nostra vita abbiamo provato l’OMS lo possa considerare un malattia da curare…

  9. mike

    per me se una donna ha una malattia genetica rara e terribile come lei dice non dovrebbe avere dei figli, o quantomeno è consigliabile. per evitare che i figli nascano con gli stessi problemi o altri. poi se però vuole averne vada avanti. che il discorso ora è una domanda: ma la figlia che portava in grembo che roba aveva per essere definita condannata? comunque in casi del genere un po’ di tatto è d’obbligo. facile parlare. ha ragione chi dice che in italia si spende poco per la ricerca. è che si devono trovare dei rimedi per evitare che i bambini nascano con malformazioni o cose del genere. invece il più delle volte, la maggior parte del tempo che ci si esprime, la maggior parte delle parole che si dicono/scrivono, si fa tanto baccano e retorica. da tutte le parti.
    che poi la vicenda sia strumentalizzata per andare contro i medici obiettori… è ovvio!
    @ shiva. la chiami civiltà ma è barbarie.
    @ elena. la chiami eugenetica, ed è vero, ma la tua è ipocrisia. parlare è facile.

  10. piero

    «Abbiamo fatto ricorso perché anche chi ha malattie genetiche possa accedere alla diagnosi pre-impianto perché non ci si debba ritrovare ad abortire al quinto mese”

    perché prima del quinto mese cosa cambia? è forse un’altra cosa? è un gatto? una scimmia? o forse dà fastidio perché è un uomo!

    1. Ellas

      Come portatrice di malattia genetica mi sento offesa (non da te, Piero), dalle parole di questa tipa.

    2. filomena

      Certo che cambia, un embrione senza neppure corteccia cerebrale non soffre. Quella che difendi è l’idea di essere umano. La donna invece soffre molto di più a dover abortire al quinto mese, evento che era possibile evitare semplicemente con la diagnosi pre impianto.
      La realtà è che così si opera implicitamente una sorta di punizione per aver pensato di volere un figlio sano. Questa è la dimostrazione che per salvare l’idea di vita umana si danneggia una vita umana reale: quella della donna.
      Aggiungo alcune cose riportate su tutti i mass media non solo su repubblica.
      La donna dopo varie peripezie riesce ad ottenere il ricovero ma viene messa accanto a mamme che hanno appena partorito e i famosi volontari con vangelo al seguito non li ha incontrati nel bagno ma giravano liberamente nel reparto di ginecologia. Mi chiedo chi ha dato loro il permesso di citare i vangeli? Mi risulta che i volontari sono la per aiutare chi ha bisogno non per fare proselitismo.

      1. Moglie di Giannino

        Mi fa specie che tu non lo sappia, ma la donna soffre un sacco anche al primo mese.
        La sofferenza di un aborto, infatti, non è solo fisica.
        Con questi tuoi commenti continui a dar ragione a chi, come mio marito, pensa che tu, a dispetto del nome che ti sei scelta, non sia affatto una donna.

        1. filomena

          Mi dispiace per te e per tuo marito ma io sono proprio una donna e contenta di esserlo.
          Ti assicuro che ci sono tante donne che la pensano come me
          E’ che probabilmente, visto l’atteggiamento colpevolista che c’è in Italia si guardano bene dal dire quello che pensano, e forse fanno bene. Semplicemente se decidono di abortire lo fanno senza darsi la pena di spiegare le proprie ragioni.
          Svegliatevi il mondo non è quello che credete voi, soprattutto le donne hanno imparato ad essere meno autolesioniste.

          1. Moglie di Giannino

            Per mio marito non vale la pena che tu te ne dispiaccia, ti assicuro che lo fai tanto ridere.
            Di donne che la pensano come te non ne conosco neanche mezza, ma è questione di frequentazioni.
            Secondo me, invece, sarà proprio a te e a quelle due o tre carampane che la pensano come te che toccherà svegliarsi e constatare di aver sbagliato, e di grosso.
            Speriamo che non accada troppo tardi.

          2. filomena

            Abbi pazienza carampana sarai tu a questo punto. E chi si deve svegliare non sono io ma chi come te che ha la pretesa di giudicare gli altri senza mai mettersi in discussione

          3. Moglie di Giannino

            Io di pazienza ne ho da vendere, anche con chi, non sapendo leggere l’italiano crede di essere stata chiamata “carampana”.
            Se rileggi quanto sopra con la dovuta attenzione (e non con la foga tipica di chi deve rispondere per forza a tutti come per contratto), scoprirai che io ho chiaramente scritto che a pensarla come te sono oramai due o tre carampane (residuati del 68, aggiungo ora), ma ciò non ti autorizza affatto a concludere che io abbia scritto che sei una “carampana” pure tu.
            Non c’è nulla di più odioso del finto vittimismo.
            E vedi di svegliarti una buona volta.

      2. piero

        non sto difendendo alcuna idea! Osservo la realtà, che è fatta da due persone, la madre ed il figlio. Ed hanno entrambi lo stesso diritto a vivere! Mi permetto di farti osservare che “si danneggia una vita umana reale”: le vite reali sono due.

        1. filomena

          Questa è la tua opinione non una realtà. Se tu pensi questo bene, l’aborto non è obbligatorio.

          1. VivalItalia

            Sei…e questa è la tua de opinione.. e allora?

            Pappappero pappappà

      3. domenico

        ” La donna invece soffre molto di più a dover abortire al quinto mese, evento che era possibile evitare semplicemente con la diagnosi pre impianto.”

        Perchè la donna non poteva fare la diagnosi al primo, secondo, terzo, quarto mese di gravidanza?
        Chi mai l’ha ‘costretta’ ad abortire al quinto mese? esiste una malattia genetica diagnosticabile in fase preimpianto quando ci sono poche cellule ma che per diagnosticarla dopo l’inizio della gravidanza bisogna aspettare il quinto mese?
        questo al di là di cosa io pensi della diagnosi preimpianto o postimpianto. Ti invito solo ad essere un pò logica in quello che dici.

        1. filomena

          Come si evince facilmente dalla parola, la diagnosi per impianto si fa prima dell’impianto. Altra cosa è se si tratta di fecondazione naturale. In questo caso ci sono malattie genetiche (nel caso specifico non viene precisato di quale malattia si tratta) che purtroppo non è possibile diagnosticare precocemente.
          Il fatto è che alla coppia non è stato possibile accedere alla fecondazione assistita in quanto non sterile.
          E’ chiaro ora perché hanno fatto ricordo contro la legge 40 e non contro la legge 194?

          1. domenico

            Che non abbiano potuto fare la diagnosi preimpianto l’ho capito.
            Non ho capito perchè non hanno richiesto la diagnosi nel primo, secondo, terzo, quarto mese di gravidanza sapendo di essere una coppia a rischio.

          2. filomena

            Lo ripeto: ci sono malattie genetiche che sono diagnosticabili solo a partire dal 4,5 mese di gravidanza.
            Nel caso di specie non sappiamo di che malattia si trattasse.

          3. domenico

            e ti ripeto: ci sono malattie genetiche diagnosticabili solo dal 4-5 mese di gravidanza ma che invece si possono diagnosticare in fase preimpianto?

          4. filomena

            Si ma quando si tratta di fecondazione artificiale. Non era questo il caso.

          5. domenico

            la diagnosi preimpianto si può avere solo se si fa la fecondazione artificiale.
            Se una malattia è diagnosticabile con le poche cellule del preimpianto a maggior ragione lo sarà al primo, secondo, terzo mese di gravidanza senza dover aspettare il quarto o quinto.

      4. Toni

        @ Filomena
        Piccola precisazione, senza essere tanto critico:
        Quando sostieni che trattasi dell’ “idea di vita umana” (contrapponendola ad “una vita umana reale”) parla per te, …….per il semplice fatto che devi fare riferimento solo al tuo orizzonte culturale. Ti faccio notare inoltre che il tuo orientamento non è “qualitativamente” diverso da quello che giustifica l’aborto a nascita parziale praticato negli USA dal quarto mese (fino alla fine della gravidanza). In questo caso il tuo collega di oltre oceano anche lui ha un orizzonte culturale fatto da una “idea di vita umana” che si differenzia dal tuo non per la qualità, ma per forma e peso.
        Sul punto “le donne hanno imparato ad essere meno autolesioniste” punti di vista. Per me la donna che accetta l’aborto come filosofia di vita ( non ho detto la donna che è incappata nell’esperienza volontaria dell’aborto) è una donna peggio che autolesionista. Perché non solo atrofizza una parte del suo corpo, ma anche i suoi sentimenti (si lo so …. sembra una stupidaggine) , spinta alla generosità, energia vitale, la relazione con se stessa, con il suo uomo, con gli altri, con le cose ecc.

      5. Elena

        Torna sul tuo libro di scienze: controlla quando inizia la neurulazione, poi si forma la doccia neurale e il tubo neurale…La mielinizzazione del sistema nervoso si completa dopo anni dal parto… la corteccia prefrontale completa il suo sviluppo dopo i venti anni. Sono disponibile per ulteriori chiarimenti.

        Comunque, se la logica non è un’opinione
        se è vivo (cioè risponde al criterio nasce-cresce-si nutre-si riproduce-muore) e se è umano (ha DNA umano) allora è un essere vivente umano, quindi l’aborto è solo un omicidio pre-parto.
        Il termine persona non appartiene alla scienza medica, è un termine opinabile.Infatti ho trovato in giro le più svariate definizioni…comprese quelle che recitavano che la persona è in grado di autodeterminarsi.
        Un neonato, un disabile mentale, un vecchio con Alzheimer non sono in grado di esprimere una propria volontà e di autodeterminarsi, quindi non sono persone?

      6. LawFirstpope

        La dignità di una vita non si può misurare esclusivamente con la quantità di sofferenza arrecate nell’arresto della stessa.
        Altrimenti si potrehbe arrivare all’assurdo che sia lecito uccidere persone purché non le si faccia soffrire.

      7. Alessandro

        Cara Filomena, non hai studiato medicina.
        L’embrione soffre molto più di un bambino dato che ancora non ha i limitatori del dolore; quelli che ti portano a svenire per intenderci. Le sofferenze dell’embrione sono quindi allucinanti molto maggiori di quelle che proveresti tu se ti sottoponessero allo stesso trattamento.
        In ogni caso io credo in Dio e Dio è il Goel (vendicatore) degli indifesi e delle vittime; io lo immagino come un orsa a cui hanno ucciso il cucciolo. Cosa gli farà all’assassino? Se pazienta è perché non dimentica che anche il carnefice può pentirsi.
        Io non vedo nessuno più indifeso di un feto nella pancia della mamma.

  11. elena

    hai ragione non è cultura dello scarto…ai tempi di Hitler si chiamava EUGENETICA …all’epoca si inorridiva all’idea..ora è segno di civiltà…

    1. Ellas

      Questa strumentalizzazione è molto simile a quando dicono di un ragazzo che si suicida che l’ha fatto per l’omofobia e poi risulta non vero.

      comunque è difficile che questo tipo di strumentalizzazione funzioni perchè gli ospedali non ci stanno a ricevere denunce su fatti del genere. Specie quando poi viene a galla la verità.

      Quando hanno dei dipendenti che sono obiettori tendono più a licenziarli, come in Svezia, dove Ellinor Grimmark ha fatto causa all’ospedale in cui lavorava per questo.

      Quello che vorrei sapere è che malattia ha la donna di così terribile? E come mai se non vuole avere un figlio che abbia il suo stesso problema poi però resta incinta? Se è tanto per l’aborto di certo saprà anche come si usa un preservativo.

      E comunque non sempre i figli che nascono possono nascere con la malattia, anche se genetica. Alcune persone possono risultare semplicemente portatrici senza averne alcun effetto. Altri possono svilupparla in modo più o meno grave.

      Strano che un caso del 2010 se ne parli solo ora.

      Fatevi un giro sui siti/forum dove le donne parlano degli effetti delle pillole abortive: chissà com’è leggerete che tutte hanno soffferto come dei cani. Più facile che dopo un po’ di parti si senta meno dolore. In genere è il primo il più duro.

      Comunque non vedo che problema c’è: ora distribuiscono nei consultori la Ru 486, poi lasciano le donne a sè stesse nella loro casa. E succede come ho citato sopra.

      1. LawFirstpope

        “Quello che vorrei sapere è che malattia ha la donna di così terribile? E come mai se non vuole avere un figlio che abbia il suo stesso problema poi però resta incinta? Se è tanto per l’aborto di certo saprà anche come si usa un preservativo.
        E comunque non sempre i figli che nascono possono nascere con la malattia, anche se genetica. Alcune persone possono risultare semplicemente portatrici senza averne alcun effetto. Altri possono svilupparla in modo più o meno grave.”

        Da quello che ho capito, la madre era portatrice sana e sapeva c’era una buona possibilità che un eventuale figlio manifestasse la malattia in forma “non latente”: difatti così è accaduto.

  12. Shiva101

    La diagnosi pre-impianto per evitare che nascano bambini condannati ad una vita breve e piena di enormi sofferenze NON è cultura della scarto, ma solo buon senso e CIVILTA’.

    Probabilmente la vicenda è stata strumentalizzata (lo capirò SOLO DOPO aver letto le ragioni della controparte) ma anche chiamare la fecondazione assistita o la diagnosi preimpianto “cultura dello scarto” E’ una strumentalizzazione.

    1. Giovanni

      Quindi diresti che è la cultura del “facciamo tornare i conti come li vogliamo noi eliminando ciò che non va bene”?

      E hai il coraggio di dire che questa non è “cultura dello scarto”?

    2. LawFirstpope

      Come gli Spartani e il Taigeto.
      Loro, considerate le tecnologie, allora erano anche più all’avanguardia di noi…

    3. Francesco

      La diagnosi pre-impianto nel 97% dei casi danneggia l’esserino (poco più che morula, quindi ancora piccolissimo e formati da pochissime cellule) da cui le cellule sono state prelevate.
      L’esserino alla diagnosi risulta sano, viene impiantato in utero, cresce, ma il prelievo l’ha danneggiato…ha una grave malformazione o altro. Ma non ti diranno il vero motivo per cui tuo figlio è malformato.
      La legge 40 vieta la diagnosi pre-impianto perchè evidentemente se volete perfezionare una tecnica dovete farlo sui vostri figli, non sui miei!

      1. Ilaria

        Come si suol dire…. “citation needed”. Leggendo un po’ di letteratura viene fuori che lo scenario da lei proposto è una sua fantasia.
        E’ vero che la diagnosi pre-impianto può danneggiare l’embrione, ma è una situazione “digitale”. Se l’embrione viene danneggiato non si sviluppa. Se non viene danneggiato, non ci sono problemi. In caso di danni, l’embrione non si impianta, perciò è un tantino difficile che nasca un bambino con danni da diagnosi pre-impianto…
        I dati dell’ESHRE, almeno, dicono questo. Mi piacerebbe conoscere le sue fonti per questa informazione….

  13. LawFirstpope

    In questa vicenda ci si scorda del bambino, unica vera vittima di tutto questo.
    Colpevole di essere malato: oltre il danno, la beffa.

    1. michele

      peccato che la beffa venga dai giornali – ai quali del bambino non interessa niente – loro seguono leidee alla moda e gli allocchi abboccano come trote nel laghetto della pesca sportiva

  14. Giannino Stoppani

    Con Luca Coscioni
    panzane a milioni.

    1. VivalItalia

      Associazione Coscioni..
      Cha roto i coj…

    2. Fran'cesco

      E intanto milioni di italiani si bevono Corriere e Repubblica. Bravi, bravi, se e’ quello che volete…

      1. Giannino Stoppani

        Francesco, io non ho capito CHI vuole che gli italiani se la bevano.

        1. Fran'cesco

          Intendo che milioni di italiani, beoti, si bevono quello che dice Corriere e Repubblica

          1. Giannino Stoppani

            Ah, ecco, pensavo che ce l’avessi con me o VivalItalia.

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