Ci sono politici che conoscono bene i segreti della comunicazione. Uno di questi è Antonio Di Pietro, che ha fatto del suo «che c’azzecca?» un vero e proprio ritornello: lo ripete ad ogni intervista, da circa vent’anni. Col suo linguaggio colorito, nazional-popolare, il leader dell’Idv ottiene due effetti immediati: ispira simpatia e sembra tutto fuorché un politico ingessato di vecchio corso. Ovviamente su Twitter non poteva che spopolare: e se lo scontro con Roberto Formigoni ha già fatto storia, non è la prima volta che si lascia andare a scambi accesi tramite social network.
Altrettanto grottesco è stato un recente tweet di Pier Ferdinando Casini, che ha scritto a Di Pietro “tvb”, il ti voglio bene abbreviato, che scrivono i ragazzini negli sms. Tutto è partito da una frase: «Neanche sotto il governo Berlusconi si era verificata una tale invasione di lobbisti all’interno del Parlamento». Segue la provocazione di Casini: «Antonio, non mi dire che sei nostalgico di Berlusconi». Secchissima la risposta: «Nemmeno per sogno e neanche della Prima Repubblica… Voi?». È qui che arriva il «Antonio, tvb» da cui nascono una serie di battute da parte degli utenti. Ma Di Pietro non sta al gioco: «Su questo aspetto sono ancora all’antica. La penso come mio padre, contadino».
Il riferimento è all’ultima gaffe, risalente a novembre, in merito a una ventilata convergenza tra Pd e Pdl in appoggio al governo Monti, quando aveva parlato di «Matrimonio tra uomini». Sottolineando, appunto, l’assurdità della nascita del governo tecnico. Per poi rincarare la dose, intervistato dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro: «Si accorgeranno che non possono stare insieme perché due maschi dentro la camera da letto non fanno figli». Accusato di omofobia, Di Pietro si è scusato e ha chiesto un incontro con la comunità gay. Vista la propensione alla gaffe e al linguaggio colorito del leader Idv tempi.it ha messo insieme una “dipietrissima”, cont tante espressioni diventate celebri, dal 1995 ad oggi.
«Non sono un politico e non penso di entrare in politica. Ma potete voi escludere la possibilità di vestirvi domani da donna? Tutto è possibile!».
(17 dicembre 1995, quando era ancora un pm)
«Senta Corona, se lei è innocente, io sono femmina!».
(Rivolgendosi a Fabrizio Corona, da Matrix, 29 giugno 2007)
«Io mi taglio la mano se casca Prodi per me… qui davanti a lei».
(Da Ballarò, 20 novembre 2007)
«Sui temi della giustizia c’è un trasversalismo ancora strisciante. L’ho provato sulla mia pelle perché a me è stato chiesto: “Ma tu che vorresti fare?”, “Vorrei fare il Ministro della Giustizia”, “No, no, poi va a finire che funziona pure”. Allora ho capito che era meglio Clemente».
(Dibattito sulla censura “Italia imbavagliata”, 7 giugno 2006)
«Le intercettazioni che loro vogliono limitare ci fanno vedere un capo del governo che fa un lavoro più da magnaccia, impegnato a piazzare le veline che parlavano troppo».
(Intervista a La Repubblica, 28 giugno 2008)
«Quando c’è un’emergenza democratica si sta al fronte. Non si scappa!»
(Dal discorso alla manifestazione NO-CAV, Roma, 8 luglio 2008)
«Berlusconi sta alla politica come Fede sta all’informazione».
(Intervento alla Camera dei Deputati, 18 settembre 2008)
«L’anti-berlusconismo è un falso problema. Noi lo siamo perché è lui l’anomalia. Ci accusano di occuparci solo di giustizia, ma è lui che si occupa troppo di giustizia. Cerchiamo solo di contenere il male».
(Dall’Unità, 20 novembre 2008)
«Le intercettazioni stanno all’attività giudiziaria come il bisturi alla sala operatoria».
(Sulla riforma della giustizia, dicembre 2008)
«Gesù Cristo, che era il Padre eterno, ogni 12 ne cannava uno: Giuda. Io che sono un povero cristo ho sbagliato, benedetto il Signore, non lo farò più».
(Che tempo che fa, 4 aprile 2009)
«Mi accusano di perseguitare un corruttore, di essere “sfascista” e anti-berlusconiano. Io, invece, mi sento un partigiano della nuova resistenza. Non ho fretta, il tempo ed i cittadini mi daranno ragione».
(Dal blog di Antonio Di Pietro, 30 maggio 2009)
«Minzolini e Vespa che stanno al giornalismo come la sedia elettrica alla vita umana».
(Dal blog di Antonio Di Pietro, 15 settembre 2009)
«Riteniamo che ci sia una violenza alla storia che si sta facendo. Utilizzare questa persona come punto di riferimento per il riscatto del Paese è come usare Lucifero per inneggiare a Dio».
(Dalla manifestazione a Milano in piazza Cordusio contro l’intitolazione di una via a Bettino Craxi, 9 gennaio 2010)
«Lei, signor Berlusconi, è uno strupratore della democrazia!».
(Discorso parlamentare il giorno della fiducia al governo Berlusconi, 29 settembre 2010)
«Io sono analfabeta. Analfabeta si può essere, fascista no».
(Al Ministro Ignazio La Russa, Annozero, dicembre 2010)
«Qui dentro tutti hanno battuto le mani, fuori ci fu la rivolta sociale. La colpa non è di chi lancia le monetine né di chi come me avverte che sta per scoppiare una rivolta, ma di chi la provoca!».
(Parlando con i giornalisti alla Camera, 22 settembre 2011)
«Onorevole Di Pietro, lei è mai stato a Oxford a tenere una lezione?» Di Pietro: «No, guardi, io ho il senso dei miei limiti».
(Da Rapporto Carelli, Sky, 2 dicembre 2011)
«I miei errori di grammatica e sintassi a volte sono reali, altre no. Lo faccio apposta».
(Antonio Di Pietro, intervistato da Klaus Davi su Youtube)