Di Pietro-Formigoni, botta e risposta sulla Lombardia: “Dimettiti!”. “Non sai leggere”

Di Redazione
19 Marzo 2012
Antonio Di Pietro ringrazia gli Ospedali Riuniti di Bergamo per come è stato curato, ma ne approfitta per attaccare il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. La risposta non si fa attendere. E il governatore ne approfitta anche per puntualizzare sugli scandali che vedono coinvolti alcuni politici lombardi del Pdl e della Lega.

Antonio Di Pietro attacca via twitter il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. La risposta non si fa attendere. Ecco lo scambio di battute.

Di Pietro: lunedì operato ma già oggi in piena forma. Grazie allo staff degli Ospedali Riuniti di Bergamo.

Di Pietro: ogni giorno nuovi scandali, serve politica pulita, servono dimissioni (esempio Formigoni)

Formigoni: Gli Ospedali Riuniti di Bergamo sono un’eccellenza che in Lombardia è la regola. Di Pietro anche tu lo sai.

Di Pietro: Formigoni presto o tardi giudicheranno gli elettori. Ribadisco il mio tvb agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Eccezione che conferma regola.

Formigoni: Di Pietro vomita online, rispondo con l’efficienza di Regione Lombardia. Quella stessa che lo ha curato pochi giorni fa. Fatti, non parole.

Di Pietro: Meni il can per l’aia. La Procura ha ipotizzato in Regione ‘Un sistema Pdl-Lega nell’ambito di presunte vicende corruttive”

Formigoni: Di Pietro non sai leggere. La Procura ipotizza un sistema corruttivo a Cassano D’Adda. Cosa un po’ diversa dalla Lombardia. Chiudo.

Di Pietro: «Che giudichino i magistrati (e gli elettori). Io non chiudo, insisterò fino a dimissioni».

Formigoni: Se Di Pietro è onesto, e sottolineo se, tolga immediatamente l’appoggio alle amministrazioni di centrosx indagate per corruzione.
 

Intanto sul suo sito Formigoni ritorna con due note sulle vicende che vedono implicati esponenti politici lombardi. «La magistratura indaga su Emilia, Bari, Puglia, Toscana e giunta di Milano. Ma per certi giornali esiste solo il caso Boni». Roberto Formigoni commenta così la rassegna stampa degli ultimi giorni. «Credo che l’orizzonte di oggi siano le inchieste in Emilia Romagna come a Bari, in Puglia, il terremoto che sta succedendo nella Margherita, l’avvio dell’indagine per turbativa d’asta sulla vendita di Sea da parte del Comune di Milano». Questo – aggiunge Formigoni – «per dire che il problema della corruzione, ipotetica o reale, è un problema che riguarda tutta Italia, il campo della politica ma anche dell’economia, della finanza». «Ci sono spesso – prosegue Formigoni – anche uomini delle forze dell’ordine e magistrati sottoposti a inchieste. Se non vogliamo strumentalizzare, dobbiamo esaminare il problema della corruzione in tutta la sua ampiezza».

E a proposito della accuse, scrive che «se si dimostrassero vere, il quadro sarebbe grave, e certamente già il solo fatto che tali accuse emergono è motivo, anzitutto per me e per tanti che lavorano con me, di inquietudine e di amarezza; è stimolo a domandarmi che cosa si può fare di più per scongiurare simili episodi e far sapere ai cittadini che l’istituzione Regione e la grandissima maggioranza di chi vi lavora lo fa per il bene comune senza interessi personali.Emergono ipotesi di corruzione, ma sottolineo con forza che la corruzione nella nostra Regione non è per nulla un sistema. Come potrebbe esserlo in un’istituzione che è riconosciuta come la più efficiente, con bilanci in perfetto ordine anche in tempi di crisi, servizi sanitari e assistenziali di eccellenza, massicci investimenti in ricerca e innovazione? Come efficacemente ha scritto Michele Salvati sul Corriere della Sera, «la corruzione, l’illegalità e l’inefficienza amministrativa sono fenomeni strettamente collegati». Ma qui abbiamo la migliore efficienza organizzativa. La corruzione da noi non è per nulla un sistema, ma vogliamo combattere ogni sua manifestazione e lo stiamo facendo».

«In questi anni, da presidente ho lavorato per rendere i processi decisionali e i meccanismi di controllo il più possibile impermeabili ad ogni fenomeno corruttivo, fino a creare un delegato alla Trasparenza, Giuseppe Grechi, storica prestigiosa personalità del mondo giudiziario. Più in generale ho agito per separare nettamente – primo in Italia – l’attività amministrativa dall’attività politica, massimizzare vigilanza e controllo sui procedimenti, estendere la prevenzione anti-frode anche in ambiti in cui non era obbligatorio, come le aziende sanitarie, che si sono dotate di codici etici. Ho voluto che si installassero bastioni preventivi contro la criminalità come il Comitato per la trasparenza, il Codice etico degli appalti, l’Osservatorio in materia di legalità, composto anche da consiglieri dell’opposizione e saggi della società civile. Ho sottoscritto protocolli col ministero dell’Interno e Confindustria, con l’Associazione dei costruttori, con le varie prefetture. Ho avviato una stretta collaborazione con la Procura di Milano».

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