Debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, la palla ora passa a Monti

Di Matteo Rigamonti
20 Marzo 2013
Lo stock di debito della pubblica amministrazione verso le imprese ammonta a 70-100 miliardi di euro. Di questi, 10 potrebbero essere sbloccati da una deroga al patto di stabilità.

Debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, la palla passa al premier Mario Monti. Da lui dipende, infatti, la possibilità di trasformare in azione concreta la recente apertura della Commissione europea in direzione di una possibile deroga ai vincoli del patto di stabilità e crescita, che in Italia bloccano, nelle casse dei comuni, circa 10 miliardi di euro che potrebbero essere spesi subito per estinguere immediatamente parte dei 70-100 miliardi di euro dell’importo totale dei debiti che lo Stato ha nei confronti dei privati per lavori, servizi e forniture mai saldate.

CON QUALI SOLDI? Il nodo più importante da risolvere è quello di come reperire le risorse necessarie per estinguere i debiti della p.a. legati alla spesa corrente delle amministrazioni in sofferenza di cassa, la parte più consistente del debito: la via più verosimilmente percorribile, stando a quanto dichiarato oggi in un’intervista al Sole 24 Ore dal ministro dell’economia Vittorio Grilli, potrebbe essere quella dell’«emissione di titoli di Stato», al fine di reperire «liquidità da riversare agli enti interessati. Ma potremmo – ha aggiunto – anche pagare alcuni debiti direttamente con titoli di Stato». Grilli, inoltre, «non crede nel ricorso alla Cdp (la Cassa depositi e prestiti, ndr)», perché «è un soggetto privato, fuori dalla p.a., non ha senso usarla per debiti che non sono suoi».

ALLENTARE IL PATTO. Discorso a parte, invece, meritano i 10 miliardi di spesa per investimenti che i comuni, almeno in questo caso, hanno già in cassa ma che non possono spendere se non verrà allentato il patto europeo di stabilità. In questo senso, fa ben sperare la dichiarazione congiunta dei due commissari dell’Unione Europea, Olli Rehn e Antonio Tajani, per un comune impegno non solo ad allentare i vincoli di spesa al patto sugli investimenti («La liquidazione di debiti commerciali [dello Stato in favore delle imprese creditrici, ndr] potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti [del patto di stabilità, ndr]», hanno detto), ma anche a consentire l’emissione di titoli di stato per 50 miliardi di euro nel 2013 e ulteriori 40 miliardi di euro nel 2014.

TEMPISTICHE. Anche se il governo è in ordinaria amministrazione, i tempi per un decreto che almeno sblocchi i 10 miliardi fermati dal patto di stabilità ci sono, in attesa che venga poi aggredito tutto lo stock del debito della p.a.
Soltanto che «ci sono ancora molti aspetti tecnici da definire. E la decisione sullo strumento da adottare non tocca a me», ha tenuto a precisare Grilli. «Ma se è vero che siamo davanti a un’emergenza, e io credo che sia vero, è giusto partire il prima possibile. Ci stiamo lavorando con la massima urgenza, poi toccherà al presidente del consiglio Mario Monti decidere quando spingere il bottone».

A QUANTO AMMONTANO I DEBITI DELLO STATO? Le stime più prudenti parlano di 70 miliardi di euro di crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione, anche se la cifra potrebbe sfiorare addirittura i 100 miliardi di euro. I peggiori pagatori sono le Regioni per quanto riguarda la sanità nell’alveo del Sistema sanitario nazionale. La Corte dei conti, spiega il Sole 24 Ore, nel 2011, anno dell’ultima rilevazione disponibile, ha stimato che il Ssn, nel suo complesso, arrivasse «a totalizzare circa 40 miliardi di debiti verso i fornitori». Mentre ItaliaOggi, parla di «una cifra che oscilla tra i 30 e i 35 miliardi di euro vantati dalla imprese fornitrici verso le regioni; quasi tutti a pesare sui bilanci delle aziende che lavorano con Asl e ospedali».
Segue il comparto dell’edilizia, dove i crediti vantati dalle imprese  nei confronti della p.a. hanno raggiunto quota 19 miliardi di euro, di cui 12 a carico delle amministrazioni comunali. «Gli edili», spiega sempre il Sole, «sono gli imprenditori costretti ad aspettare più a lungo il saldo di fattura»: otto mesi (226 giorni) in media secondo l’Ance, l’associazione nazionale di categoria; ma la media nella sanità non è lontana, arrivando i tempi di pagamento a 220 giorni con picchi di 283 per i dispositivi medici. Cifre ben lontane dal tetto massimo di 30-60 giorni a cui la nuova direttiva europea in materia chiede alla p.a. di adeguarsi.
L’agroalimentare vanta, infine, 9 miliardi di euro in crediti verso la p.a. e 3 miliardi le aziende che operano nel comparto dell’Ict, l’Information and communication technology.

@rigaz1

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1 commento

  1. francesco taddei

    con la ricetta grilli gli imprenditori saranno ancora di più in difficoltà.

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