De Magistris rinviato a giudizio, Rinaldi: «Con Why not è solo nata una star della politica»

Di Leone Grotti
23 Gennaio 2012
L'accusa è di concorso in abuso di ufficio nell'ambito dell'inchiesta Why not. Il Gup di Roma ha rinviato a giudizio De Magistris e Genchi. Intervista al giornalista di Libero Peppe Rinaldi: «La storia di Why not è tutta da riscrivere. Spero venga fuori la verità su questa vicenda».

Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli ed ex pm, è stato rinviato a giudizio insieme al consulente informatico Gioacchino Genchi dal Gup di Roma Barbara Callari. «Tutti si aspettavano il rinvio a giudizio vista l’attività istruttoria» spiega a tempi.it il giornalista campano di Libero Peppe Rinaldi. «Posto che a mio avviso vale per De Magistris, come per qualunque altro cittadino italiano, la presunzione di innocenza, la documentazione sul caso è molto vasta ma l’accusa di concorso in abuso di ufficio si basa soprattutto su una relazione del Ros secondo la quale De Magistris e Genchi erano consapevoli di acquisire i tabulati telefonici di parlamentari senza previa autorizzazione. Una cosa vietata dalla legge».

Nell’ambito dell’inchiesta Why not, che Rinaldi ha seguito fin dai suoi inizi, De Magistris, allora titolare dell’inchiesta, avrebbe secondo l’accusa acquisito senza l’autorizzazione del Parlamento tabulati telefonici di alcuni parlamentari come Romano Prodi, Beppe Pisanu, Marco Minniti, Sandro Gozi, Antonio Gentile, Francesco Rutelli, Giancarlo Pittelli, che tutti, tranne Pisanu, si sono costituiti parte civile. «Entrando nel merito della vicenda» continua Rinaldi, «le difese hanno sollevato problemi di competenza territoriale. Hanno cercato di spostare il processo a Salerno per tre volte da Roma, ma non ci sono mai riusciti».

Per il giornalista, comunque vada a finire la vicenda giudiziaria, siamo davanti a un paradosso tipico della giustizia italiana: «A Roma si procede su un’ipotesi di reato nei confronti degli imputati De Magistris e Genchi. A Salerno su un’ipotesi opposta che vede l’attuale sindaco vittima di un complotto». Se con il sindaco arancione la giustizia continuerà a fare il suo corso, la sua inchiesta Why not si rivela sempre di più un fallimento: «Gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati tutti assolti nel 2010, perché la tesi dell’accusa è stata completamente smantellata. Ora la procura ha fatto ricorso contro l’assoluzione. Chi ha scelto il rito ordinario si ritrova ancora oggi dentro un processo monstre di cui, temo, alla fine non rimarrà nulla se non qualche burocratica sentenza. Non si può mai sapere fino a quando non sarà tutto finito, ma presumo che verranno assolti quasi tutti».

A che cosa è servita dunque l’inchiesta Why not? «A far nascere una nuova star della politica. È il segno dei tempi: De Magistris rappresenta in pieno tutte le contraddizioni del sistema politico-giudiziario italiano. La storia di Why not è tutta da riscrivere e se può esistere la verità intera su questa terra, spero che venga fuori».

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