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Capire (davvero) la crisi/2. Perché è il “modello euro” a stimolare la corruzione

Un sistema il cui unico valore è il denaro spingerà ad arricchirsi a qualsiasi costo. Illustri economisti ci avevano avvertito prima della nascita della moneta unica

Giovanni Passali
30/09/2015 - 15:15
Economia
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euro-bce-shutterstock_240616075

Caro direttore, riprendendo il discorso dell’ultimo articolo, nel quale ho tentato di spiegare perché il debito privato è un elemento fondamentale della crisi (e quindi il debito pubblico c’entra ben poco), ora vediamo il secondo punto significativo, fondamentale secondo me per comprendere le reali cause della crisi.

La domanda è: siamo entrati in crisi a causa del debito privato, ma gli esperti cosa dicevano? Se non lo sapevano, la cosa è grave perché gli stessi esperti – dimostratisi ignoranti della realtà – difficilmente saranno in grado di tirarcene fuori. Se invece lo sapevano, allora è anche peggio, perché vuol dire che hanno voluto portarci in crisi per depredarci del giusto compenso del nostro lavoro e sottrarci i nostri beni, una volta che questi sono stati svalutati da una moneta di cui abbiamo perso la sovranità.

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Secondo punto: lo sapevano
Lo ammetto. Io sono uno di quelli che si sono svegliati dopo la nostra entrata nella zona euro. Nella mia ignoranza, mi ero bevuto la favoletta che “siamo troppo piccoli, meglio stare uniti” in un mercato sempre più globalizzato. Solo nel 2002-2003 ho capito chiaramente che questo sistema monetario e finanziario non poteva stare in piedi per molto.

Ma la mia, lo ripeto, era ignoranza, perché chi sapeva (illustri economisti) aveva parlato. Sono già numerosi gli articoli che elencano le tante pubblicazioni e ricerche di chi aveva sostenuto, prima della nascita dell’euro, la fragilità intrinseca di questo sistema, soprattutto nel caso di una crisi. Alcuni esempi illuminanti si possono leggere qui e qui.

Per non parlare del “Ciclo di Frenkel”, che descrive dettagliatamente come una unione monetaria tra paesi che non sono un’Area Valutaria Ottimale, va in crisi. Ecco i punti di questa descrizione:

  1. liberalizzazione dei capitali
  2. afflusso dei capitali verso i paesi periferici
  3. aumenta il pil e forse diminuisce il debito pubblico, ma aumenta quello privato
  4. cresce l’inflazione
  5. uno shock qualsiasi fa scoppiare la bolla del debito privato
  6. un circolo vizioso recessivo fa peggiorare il debito pubblico
  7. la situazione diventa insostenibile e i paesi periferici si sganciano dall’area valutaria.

Putacaso, proprio quanto già successo in Argentina. I bambini morti per fame si sono avuti prima del default e del ritorno alla sovranità monetaria, non dopo. Ora il fenomeno dei bambini denutriti che svengono a scuola si sta ripetendo in Grecia. Ed è quello che ci aspetta, se non saremo svelti a uscire dalla moneta unica.

Conseguenza: la corruzione
Se viene instaurato un sistema sbagliato, il cui unico valore guida è il denaro, a prevalere sarà ovviamente l’interesse economico conseguito a qualsiasi costo. Quindi prevarrà la corruzione.

Io sono tra quelli che considerano il tanto celebrato Indice di Percezione della Corruzione una vera e propria truffa culturale. Infatti tale indice non misura la corruzione, ma la percezione della corruzione. E la percezione dipende fortemente dai valori morali di riferimento.

Per fare un esempio tra i più clamorosi, prendiamo la Germania. Il recente caso della Volkswagen non è solo un incidente di percorso, seppure di dimensioni enormi. Invece è l’ennesima conferma di un’abitudine alla corruzione che in Germania è molto più diffusa di quanto non si voglia ammettere. La corruzione tedesca è stimata dalla Ue in circa 350 miliardi annui, prima in Europa. E i casi sono numerosissimi.

Per esempio il caso clamoroso della corruzione da parte di dirigenti tedeschi per ottenere l’assegnazione dei mondiali di calcio del 2006. E poi il caso clamoroso della Siemens, corruttore in Grecia con pagamenti in nero per 1,3 miliardi. E poi il caso della Krauss-Maffei Wegmann, per la vendita di armi sempre in Grecia. E poi il caso Bochum, una piccola procura che portò alla luce 323 incontri di calcio manipolati nel 2007 (arrestate 147 persone in tutta Europa, di cui quasi la metà in Germania). E poi la corruzione di oltre mille medici tedeschi, denunciati dalla propria associazione, per i vistosi regali ricevuti da case farmaceutiche e per aver prescritto ai propri malati medicinali di cui non avevano bisogno.

L’elenco potrebbe essere ancora lungo, ma qui tanto vale passare a un diverso livello di valutazione. Tanta corruzione, quali cause giudiziarie ha prodotto? Appena 8.175 nel 2012. E in due anni sono arrivate appena 138 condanne, una cifra ridicola se rapportata alle 800 condanne nello stesso periodo in Italia. Questo perché la prima preoccupazione in Germania è: chi perde il lavoro? Come si fa? E questo è pure il risultato del fatto che in Germania, a differenza di quel che accade in Italia, la magistratura non è indipendente ma dipende dal ministero dell’Interno, che ha il compito di indirizzare le indagini dei magistrati. Il risultato è una costante tendenza a insabbiare, soprattutto le vicende scandalose che riguardano la politica.

Per questo la percezione della corruzione in Germania è tanto bassa. Si trova al quindicesimo posto in classifica mondiale, cioè risulta tra i paesi meno corrotti. Ma la realtà è ben diversa. E l’avere imposto in Europa un modello economico che è sostanzialmente tedesco, sta diffondendo in Europa la stessa malattia. Come purtroppo anche le cronache italiane mostrano. La moneta unica e soprattutto la crisi, dati alla mano, non hanno limitato la corruzione, anzi l’hanno incentivata.

Ovviamente tale corruzione diventa anche corruzione dei media e della politica, che si impegnano a diffondere una versione del racconto della crisi non corretta. In particolare, su questo fronte sarà impegnata la politica, perché la verità sulla crisi porta come conseguenza l’inutilità dell’attuale classe politica nel risolverla.

E diventa chiaro anche un ultimo punto. In un sistema a banca centrale, indipendente dal potere politico, se la crisi dipende dalla gestione della moneta, la politica non potrà mai fare nulla proprio a causa dell’indipendenza della banca centrale. Il famoso motto “ci vuole più politica, ci vuole più Europa” è allora l’ennesima grottesca menzogna.

A presto con la spiegazione del terzo punto fermo.

Foto simbolo euro da Shutterstock

Tags: argentinacorruzionecrisidebitodebito pubblicoEuroGermaniagrecia
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