Crisi Grecia, vescovo di Atene: «Non c’è sviluppo se il governo per pagare i debiti succhia risorse a famiglie già impoverite»

Di Redazione
10 Dicembre 2014
Ipotesi elezioni anticipate e probabile vittoria della sinistra di Tsipras: paese di nuovo a rischio default. Le parole di monsignor Rossolatos a Radio Vaticana

Ai mercati decisamente non piace lo scenario che potrebbe aprirsi per la Grecia in caso di elezioni anticipate. Il rischio che il paese debba tornare presto al voto è concreto, vista l’alta probabilità di una impasse del Parlamento nell’elezione del successore di Karolos Papolulias a capo dello Stato (in programma a partire dal 17 dicembre), e questa volta le urne potrebbero davvero assegnare la vittoria alla sinistra radicale guidata dal partito Syriza di Alexis Tsipras. Il timore è che Atene sotto un governo “rosso” abbandoni le misure di austerità concordate con la Commissione Ue, la Bce e il Fmi e si giochi così l’ultima tranche del prestito di salvataggio promesso dalla troika.

«SIAMO SOTTO ZERO». Da Francoforte a Milano, tutte le principali Borse europee ieri hanno registrato perdite, in testa quella di Atene che ha ceduto il 12 per cento. Gli spread sono schizzati di nuovo in alto, sotto pressione in particolare i titoli di Stato della Grecia, che hanno ripreso tassi di rendimento da “rischio default: oltre il 9 per cento per i triennali, 8,2 per i decennali. Un’altra mazzata dopo sei anni di crisi durissima. «La popolazione è molto stanca», conferma in un’intervista alla Radio Vaticana il nuovo arcivescovo di Atene, monsignor Sevastianos Rossolatos. «Non solo non hanno tutti un lavoro, ma le tasse sono molto pesanti, anche sulla casa in cui abitano, e una famiglia, anche se disoccupata, deve pagare le tasse. Così anche le parrocchie e le diocesi. Siamo sotto zero dal punto di vista economico. È una situazione davvero brutta».

PERICOLO ESTREMISMO. Un situazione che dal punto di vista politico rischia di finire per alimentare «estremismi» che già «ci sono, soprattutto qui ad Atene, al centro di Atene, dove c’è anche la cattedrale cattolica», continua monsignor Rossolatos. «Ogni settimana abbiamo delle manifestazioni. Io sono un nuovo vescovo, ordinato un mese e mezzo fa, e vedo continuamente delle manifestazioni. Alcune sono molto estremiste, di anarchici, dove bruciano e distruggono i negozi. Una persona non può nemmeno circolare in centro».

«UN PUNTO DI VISTA UMANO». Il capo della Chiesa di Atene non sa cosa aspettarsi da eventuali elezioni anticipate, né si ritiene in grado di indicare le vie migliori per assicurare la ripresa dell’economia, tuttavia vede bene come «il Paese da solo non lo può fare. Ci vorrebbe che l’Unione Europea vedesse la cosa dal punto di vista umano e non dal punto di vista monetario, per risollevare lo Stato, le persone, la gente, per poter dirigersi verso uno sviluppo. Non sono la persona adatta per dire come fare, ma tutti vedono che non c’è sviluppo, che non c’è possibilità, dal momento che il governo, dovendo pagare i debiti all’estero, deve succhiare le risorse delle famiglie già impoverite».

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