«È un onore ricevere il Premio Luigi Amicone»
«È un onore per me avere la possibilità di parlare dei cristiani che soffrono fino a dare la vita per la loro fede». Ha esordito così Marta Petrosillo, direttrice del Centro studi sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che soffre internazionale, ricevendo sabato mattina a Caorle il Premio Luigi Amicone. Nell’ambito dell’incontro “325 milioni. Il dramma dimenticato dei cristiani perseguitati”, la giornalista ha illustrato i volti e le storie dei fedeli che in Nigeria, India, Iraq, Pakistan, Sudan hanno sofferto la persecuzione senza mai cedere all’odio e alla vendetta.
Insieme a lei Paul Bhatti, fratello di Shahbaz, il ministro cattolico per le Minoranze brutalmente assassinato il 2 marzo 2011 in Pakistan per avere difeso pubblicamente Asia Bibi, ha parlato di come la piccola minoranza cristiana viene perseguitata e discriminata nella Repubblica islamica. «I cristiani hanno contribuito alla fondazione del Pakistan, ma sono considerati ancora cittadini di serie B: faticano ad accedere agli incarichi pubblici e sono costretti a svolgere i lavori più umili. Mio fratello però non si è mai arreso davanti all’ingiustizia e ha dato la vita per proteggere i più deboli».
Il coraggio di Shahbaz, come quello dei tanti cristiani dei quali Petrosillo racconta le storie ogni giorno, «nasceva dalla fede. Lui era convinto che solo la fede permette all’uomo di essere veramente libero. È questa l’unica cosa in grado di eliminare la paura, anche della morte».
Se quello dei cristiani perseguitati è un dramma troppo spesso ignorato dall’Occidente, ha concluso la giornalista di Aiuto alla Chiesa che soffre, «il cambiamento può nascere solo dalla consapevolezza. Per questo non mi stanco di raccontare le storie di chi offre la propria vita per la fede e per gli altri».
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!