Condannato in Turchia a 15 anni l’assassino di mons. Padovese, sgozzato nel 2010 dal suo autista
L’assassino di Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, è stato condannato a 15 anni di carcere. Murat Altun, allora 26enne autista del vescovo, ha sgozzato Padovese il 3 giugno del 2010. Ieri è arrivata la condanna e poiché Altun si trova già in prigione da tre anni dovrà scontarne 12, ma in caso di buona condotta, rivela AsiaNews, potrà uscire dopo appena 6 anni e 5 mesi.
«SONO PENTITO». Murat Altun alla fine del processo ha dichiarato di «essere pentito per avere ucciso mons. Luigi, l’ultima persona che nella vita mi poteva fare del male. Ma in quel momento non ero padrone di me stesso». Il giovane assassino ha cercato durante il processo di addurre motivazioni diverse e contrastanti per il suo gesto: prima l’infermità mentale, poi ha tirato in ballo un presunto rapporto omosessuale con il vescovo, infine un rituale islamico. Più volte il processo era stato rimandato perché l’assassino dichiarava in aula di non sentirsi bene.
PERIZIA MEDICA. Il tentativo da parte dei legali di Altun di far riconoscere l’infermità mentale è stato vanificato nel 2011 da una perizia medica di medici di Istanbul secondo cui l’assassino era nel pieno possesso delle sue facoltà quando ha commesso il gesto. In Turchia oggi ci sono 51.878 cristiani su una popolazione di oltre 70 milioni di abitanti. Ancora oggi i cristiani sono spesso apostrofati con il termine “javur”, [infedeli], e considerati alla stregua di «stranieri che introducono costumi occidentali, nocivi all’integrità dell’Islam, e che fanno proseliti soprattutto tra i giovani».
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