A un anno dalla morte di Bettino Craxi, Arturo Gismondi non rinuncia a interrogarsi per capire da dove è partito l’attacco che ha condotto il segretario del PSI da Palazzo Chigi al cimitero di Hammamet. Per farlo racconta una storia avvincente che parte da lontano, dallo studio di Raffaele Mattioli dove fu tenuta a battesimo l’alleanza fra le grandi famiglie del capitalismo italiano, la sinistra di Base della DC e il PCI, con la benedizione del mondo intellettuale che faceva capo all’allora giovane Eugenio Scalfari. Al loro piano di occupazione del potere il PSI era inutile. Dopo le elezioni del 1976 ne fu vaticinata la scomparsa. Invece venne l’uomo nuovo che, rilanciando un’alternativa liberale e riformista, si mise di traverso al grande progetto. I “poteri forti” non gliel’hanno perdonato e, appena giunta l’occasione, l’hanno buttato fuori dal gioco, con l’aiuto del nuovo “potere forte”, quello della magistratura.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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