La Russia ha accusato l’Ucraina di aver attentato alla vita di Vladimir Putin, senza successo. Secondo quanto rivelato da Mosca, nella notte tra il 2 e il 3 maggio due droni ucraini hanno raggiunto il Cremlino, ma sono stati neutralizzati prima dell’attacco. In ogni caso, secondo il portavoce Vladimir Peskov, Putin non si trovava nella capitale russa ma «nella sua residenza di Novo Ogarevo». La caduta dei frammenti dei droni sul Cremlino non ha causato feriti, ma è certo che l’attentato lascerà strascichi: «Dopo l’attacco terroristico di Kiev alla vigilia del Giorno della vittoria», si legge in una nota, «la Russia si riserva il diritto di mettere in atto misure di ritorsione in qualunque momento, e in qualunque luogo, sarà ritenuto necessario».
Zelensky: «Non siamo stati noi»
Dalla Finlandia dove si trova in visita ufficiale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha negato ogni coinvolgimento di Kiev nell’attacco: «Noi non attacchiamo Putin o Mosca», ha reagito. «Non abbiamo nulla a che fare con gli attacchi con i droni al Cremlino», ha aggiunto il suo consigliere Mikhailo Podolyak, suggerendo piuttosto che l’attentato sia stato pianificato «dai partigiani russi della regione di Mosca».
C’è anche chi ha ipotizzato che l’attentato sia stato orchestrato dal Cremlino per giustificare una nuova ondata di attacchi, magari contro la capitale Kiev. L’ex ministro degli Esteri russo Andrei Kozyrev, da dieci anni negli Stati Uniti, su Twitter ha paragonato l’attentato a Putin all’incendio del Reichstag del 1933.
L’Ucraina ha già utilizzato i droni
Anche se ancora non ci sono conferme riguardo agli autori dell’attentato, non sarebbe la prima volta che l’Ucraina tenta di colpire la Russia utilizzando i droni. Il 24 aprile, un drone carico di esplosivo e di produzione ucraina è caduto a Bogorodosk, nella regione di Mosca.
A fine febbraio il governatore della regione di Mosca, Andrey Vorobyov, aveva parlato di un drone ucraino caduto nei pressi del villaggio di Gubastovo, a sud-est della capitale russa.
Ieri, secondo il canale Telegram Baza, un attacco con droni è stato lanciato su un aeroporto militare nella regione russa di Bryansk, durante il quale un Antonov 124 è stato danneggiato.
Gli altri attentati di Kiev
Quello al Cremlino non sarebbe neanche il primo ambizioso attentato condotto dall’Ucraina: i più noti sono l’assassinio di Darya Dugina e l’attacco spettacolare al ponte di Kerch, per non contare una lunga serie di attacchi con droni contro la base di Sebastopoli.
A marzo il New York Times aveva anche accusato un gruppo pro Ucraina di essere responsabile del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.
L’unica certezza dopo l’attentato a Putin
Per il momento l’intelligence americana ha detto di non essere a conoscenza di chi possa essere dietro l’attentato a Putin e di non averne verificato i dettagli.
In passato, Washington aveva fatto filtrare nervosismo per gli attentati troppo spettacolari condotti da Kiev. Attentati che rischiano soltanto di peggiorare il conflitto, l’unica certezza in mezzo a tanti dubbi.