Cercasi opposizione disperatamente: non vogliono faticare – RS

Di Redazione
28 Ottobre 2011
Berlusconi chiede alle opposizioni di «confrontarsi sul merito dei provvedimenti». Ferrara: "Le varie sinistre un giorno deridono il governo perché non avrebbe la fiducia dell'Ue, il giorno dopo insorgono contro il programma di riforme per lo sviluppo concordato in sede europea. Insorgere è facile, prepararsi al governo è difficile"

Intervistato dal Tg1, il premier Silvio Berlusconi ha detto: «Le opposizioni, invece di ripetere la solita cantilena per chiedere le mie dimissioni, avrebbero tutto da guadagnare sul piano della credibilità se si confrontassero sul merito dei provvedimenti e decidessero una buona volta di comportarsi con senso di responsabilità». “Quando le cose sono evidenti, bastano poche parole. Se il ‘paese prima di tutto’ è la formula felice in cui si riassume oggi l’orientamento delle persone serie e responsabili, qualcosa salta agli occhi (…). Il governo c’è, comunque lo si giudichi. L’opposizione non c’è, comunque la si voglia considerare. La funzione di controllo e correzione parlamentare propria dell’opposizione ha ceduto il passo a un semi-aventinismo e a una ripetitiva, perfino ossessiva richiesta di dimissioni, per non parlare della demagogia aspra e personale sulla fine di un regime ‘tirannico’ che non è mai esistito se non nella fantasia patologica di qualche retore” (Foglio, p. 1).

“Le varie sinistre, mentre il presidente della Repubblica chiede coesione sociale, efficacia nell’attuazione anche di misure impopolari di risanamento nazionale, un giorno deridono il governo perché non avrebbe la fiducia dell’Unione europea, il giorno dopo insorgono contro il programma di riforme per lo sviluppo concordato in sede europea per i prossimi mesi. (…) E’ comprensibile l’asprezza delle divisioni di fatto nelle opposizioni sugli orientamenti di sviluppo da promuovere, messi nero su bianco sia nella lettera della Bce al governo italiano sia nella lettera italiana ai responsabili dell’Unione e della Commissione di Bruxelles, orientamenti ovviamente incardinati in una visione e in una prassi di libertà, concorrenza e competizione. ma questi provvedimenti occorrono alla nostra economia e al nostro modello sociale, sono di importanza fondamentale per il benessere e il futuro del paese e di chi lo abita e vi lavora. (…) A sinistra non fanno nemmeno la fatica di faticare” (Foglio, p. 1).

Insorgere è facile, prepararsi al governo è difficile. Ma la prima ginnastica è propria di una concezione irresponsabile delle istituzioni, la seconda è un preciso dovere repubblicano per chi ha avuto il mandato di opporsi e di offrire ai cittadini una prospettiva diversa, esercitando nel frattempo il potere di incalzare il governo. (…) Senza riportare l’opposizione, proeuropea e antieuropea a seconda delle convenienze di un comizio, a una sana misura di ragione, tutto sarà più difficile. E il conto lo pagheranno i cittadini italiani, che non lo meritano, oltre che la decenza intellettuale e la salute malferma delle istituzioni” (Foglio, p. 1).

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