C’è una Sicilia high tech che nessuno conosce (e che vince in Europa)

Di Chiara Rizzo
10 Luglio 2012
Se la Regione siciliana tarda ad usare i fondi Fas, le aziende e le università dell'isola mettono in campo progetti d'eccellenza che sono premiati dalla Commissione europea con 272 milioni di euro

Mentre i Fondi europei per il mezzogiorno (Fas) stanziati ad hoc per la Sicilia, giacciono inerti in attesa di programmi che la Regione non presenta – per difetti burocratici – c’è un’altra isola che va ad una velocità diversa, da quella dei Palazzi palermitani. È la Sicilia della ricerca e dell’high tech che per meriti, e attraverso progetti d’eccellenza, si è vista premiata dai finanziamenti della Commissione europea per i ricercatori di università, centri di ricerca e piccole e medie imprese.

Anzi, una Sicilia da record con 76 progetti scelti, di cui ben 50 solo tra le università. Tra i 40 mila candidati nazionali ne sono stati scelti solo 7.098: quelli giudicati più meritevoli di ottenere un aiuto economico sono appunto i siciliani. Che adesso riceveranno ulteriore ossigeno grazie a 272 milioni di euro su 2 miliardi complessivi. È questo il dato più significativo che è emerso dalla presentazione dei bandi 2013 per il “VII programma quadro per la ricerca e l’innovazione” a Roma, a cui hanno partecipato tra gli altri il ministro per l’Istruzione Francesco Profumo e il vicedirettore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Emilio Dalmonte.

Sono storie bellissime quelle che emergono dietro ai numeri dei vincitori del bando, perché raccontano dell’avventura di costruire qualcosa in un territorio afflitto da alti livelli di disoccupazione (intorno al 18 per cento, contro la media nazionale dell’8 per cento), soprattutto tra i giovani (36 per cento, tra le più alte d’Italia), e con un’altissima fuga dei cervelli sia nel resto del paese sia all’estero.

Qualcuno però ce la fa comunque e combatte, seppur tra gli ostacoli della burocrazia, la carenza delle infrastrutture, i danni della crisi europea che qui sono più forti. Ecco dunque che spiccano il volo progetti come quello denominato NewTbac per lo sviluppo di una nuova generazione di vaccini per la tubercolosi (riceverà 11,9 milioni di euro) e Eu-Gei, un network europeo per lo studio genetico sulla schizofrenia, entrambi ospitati all’Università di Palermo. Reservoir, dell’Università di Messina, per risorse e servizi virtuali (l’obiettivo è creare un sistema facile e trasparente di conservazione dei dati, per creare un’economia virtuale), che ha visto scendere in campo come partner anche il colosso Ibm e ora riceve 10 milioni e mezzo di euro.

Oppure Imsk, il sistema intregrato di mobile security creato dall’Università di Catania (prende 14,8 milioni di euro) e “Tiramisu”, un toolbox per la rimozione delle mine anti-uomo e le munizioni in zona di guerra (14,9 milioni di euro) progettatto nello stesso ateneo. E poi Safetrip dell’azienda M.B. Srl, un’insieme di applicazioni satellitari per l’allerta traffico, per gestire la sicurezza stradale e la prevenzione di incidenti (7,8 milioni di euro). L’azienda Proteo vince grazie al sistema Eposped che consente di aiutare negli spostamenti i pazienti allettati con ridotta mobilità (1,1 milioni di euro); la Teleinform e Level si aggiudica 8,1 milioni di euro per lo sviluppo di Uloop, un sistema di tecnologie wireless per aiutare l’architettura delle nuove città e facilitare la vita delle comunità.

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