C’è del suprematismo in tutto questo livore contro il pacifista Trump

Di Luigi Amicone
02 Novembre 2020
L'establishment democratico ha la nostalgia delle guerre dei Bush e degli Obama. Si capisce leggendo certi titoli della Cnn
Trump alla firma degli Accordi di Abramo con Israele e Emirati Arabi Uniti

Cronache di mezzo lockdown / 4

“L’Europa aspetta il 3 novembre in cerca dell’America perduta”. È un titolo a tutta pagina di facile interpretazione. Ma per una più chiara lettura ci pensa il box. “L’effigie di Donald Trump in mostra al museo delle cere Madame Tussauds di Berlino è finita nel cassonetto dell’immondizia”. Non è una novità che, come tutti gli organi finanziari e grandi testate di mainstream, anche il quotidiano rosa di Confindustria sia democrat al modo di come lo sono i produttori e gli attori di Hollywood (fatta eccezione per i mitici Clint e Mel). O come lo è qualunque cantante, atleta, mezzobusto televisivo, poeta, Nobel per la fisica… o il camorrista che supporta un campione di giustizialismo.

Dove vuoi che si vadano a nascondere le ingiustizie, le diseguaglianze e i campioni di mafioseria se non nelle grandi foreste progressiste che predicano superbamente tutte le parole più belle del mondo nel mentre i ripulitori del mondo razzolano comodamente al contrario? Sono tutti come la laburista Bessie Braddock, che credette di esibire la superiorità morale della sinistra rinfacciando al buon conservatore Churchill (geniale definitore della democrazia come un sistema decente, non Dio, finché non se ne troverà uno migliore) un importante stato di ebrezza (un po’ come quando i nostri giornali moralizzavano Berlusconi di rilevante “puttaniere”): «Winston, sei ubriaco!». E lui: «È vero, Bessie, ma tu sei brutta. Mentre domattina io sarò sobrio».

Il democratico mainstream è brutto. E lo sarà sempre. Non ci puoi fare niente, darling. Prendete la Cnn. Nel titolo di apertura di domenica 1 novembre si è superata in ogni ordine di propaganda esagerata pro Biden. Dopo aver scritto peste e corna di Trump, raccogliendo spazzatura à gogo rabberciata da spioni Cia e Fbi, testimonianze da pornostar presentate come vergini giurate e paccottiglia da giornalismo pistarolo di establishment, questa famosa, molto democratica e molto pacifista antenna, questi scribi e farisei della tv più famosa del mondo essendo anche la tv di tutte le catene di hotel internazionali del mondo, insomma il toy boy del democrat globalista, ha titolato un po’ colonialisticamente e parecchio da bianco suprematista: “Il ruolo dell’America come leader globale è quasi morto sotto Trump”.

Vero. Trump è stato un presidente americano che non ha fatto una guerra. Non succedeva non so da quale tempo immemore. È stato un presidente che, come non era mai riuscito ad alcun presidente, ha fatto sedere allo stesso tavolo leader arabi e leader israeliani, ottenendo il riconoscimento di Israele dal mondo che gli era ostile da sempre. È stato il presidente americano che ha negoziato e fatto pace con i talebani. Il presidente che ha fatto correre l’economia dopo l’epoca dei titoli tossici dell’economia clintoniana che misero il mondo col culo per terra. Il presidente che ha abbattuto la disoccupazione e regalato agli Stati Uniti un quadriennio di allegria, pace e benessere. Sì, certo, prima della carestia Covid. Ma è sotto gli occhi di tutti: Trump ha fatto bene agli Stati Uniti senza fare degli Stati Uniti il gendarme del mondo. Più pacifista di lui chi c’è? L’ex vice di Obama e probabile nuovo presidente, corresponsabile di una politica estera che ha provocato centinaia di migliaia di vittime da Tripoli a Damasco, da Baghdad a Kabul?

Inoltre Trump è stato il primo inquilino alla Casa Bianca a non avere complessi di inferiorità nei confronti della sinistra radicale (o “fascisti rossi” come li chiama la pur democrat, liberal, lesbica e femminista, Camille Paglia) dell’ideologia gender, Me Too e caccia alle streghe fanatica violenta e razzista del Black Lives Matter, restituendo al popolo americano la buona creanza calpestata dai democratici nel nome delle multinazionali della farmaceutica e dell’immagine hollywoodiana, che la vita dei bambini in pancia si deve difendere contrastando – non con la coercizione ma con l’educazione – la piaga dell’aborto e la cultura (democrat) della morte.

Insomma Trump è stato un grande presidente e chissenefrega se si è divertito a fare lo zio pazzo e a bullizzare Nancy Pelosi e i giornalisti clintoniani. Si capisce che la Cnn e i suoi compari democrat hanno una maledetta nostalgia per le guerre dei Bush e degli Obama. Le facce dei Peter Arnett e delle Christiane Amanpour che portavano in giro per il mondo il marchio e le azioni della ditta Cnn-Warner Bros. La scandalosa novità di Obama, il cui vicepresidente fu il Joe Biden che condivide con Obama la strategia di “democratizzazione” del mondo e ha avuto la spaventosa conseguenza di produrre quasi mezzo milione di morti da Casablanca a Istanbul passando per le guerre civili in Libia, Egitto, Siria, Iraq, fu l’invenzione dello Stato islamico esistito giusto negli anni di presidenza Obama-Biden. Furono finanziati da quei due, Obama e Biden, insieme alla signora Hillary Clinton segretario di Stato, i tagliatori di teste dell’Isis? Non è una nostra illazione complottista, è la convinzione addirittura dei talebani, il cui portavoce ha dichiarato in una intervista rilasciata a Fausto Biloslavo del Giornale: «Noi l’Isis la combattiamo perché è una creatura degli americani».

Vedrete che con Biden salirà subito la temperatura dei rapporti con la Russia. La Bielorussia esploderà. E l’Europa si troverà l’ennesima crisi geopolitica in casa. Un altro Euromaidan. Un’ennesima minaccia mediorientale per il ritorno del vice di Obama a dinamitare la Siria. Un definitivo thunderball nel Mediterraneo. Tanto cosa importa al complesso militare industriale innervato dalle multinazionali democratiche cannibali dell’economia mondiale – Google, Apple, Amazon, Microsoft e i famosi social – mettere in mutande il competitor europeo e ribadire la propria egemonia magari stabilendo un nuovo patto di egemonia commerciale con la Cina?

Sono un brutto affare questi della sinistra che impasta di quattro idee social green il mainstream di tutti i giornali, film e tette occidentali. Dal sadico Robespierre al finto amabile Biden, non è mai stato vero e lampante come adesso che la sinistra parolaia di democrazia uguaglianza e pacifismo, funziona nei fatti come vaselina ideologica con cui la parte ricca, potente e suprematista bianca dell’umanità si beffa dell’umanità spacciando visioni alate. Quando in realtà le ali gliele mozza al popolo. Per sbatterlo in una trincea e regalargli la libertà di morte (di guerra, di aborto, di droga o di eutanasia). E poi che il popolo si diverta pure a starnazzare negli sfogatoi che ingrassano il narcisismo dei gonzi e, soprattutto, fanno miliardari gli Zuckerberg.

In effetti, ecco, a ripensarci, Trump ha sbagliato solo a seguire Obama nella brutta idea di comunicare via tweet. Se c’è un big anche in queste presidenziali è l’assenza dell’interrogativo: quand’e che invertiremo la rotta di un sistema social globale che serve solo a produrre consumatori di livellamento e instupidimento collettivo, mentre i padroni godono profilando, incassando, irreggimentando gli utenti dalla cima dei capelli alla peluria dei sederini? Ok, non disperiamo. Magari Trump non perde. E comunque, anche se vince il dormiglione armato, noi del popolo di Renzo e Lucia sappiamo bene che tutti passano, democrat e trumpiani, sapientoni e potenti, buoni e cattivi. Solo la Provvidenza non passa mai.

Foto Ansa

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