Esteri

Redazione
02 Dicembre 2011
In Egitto al primo giro di votazioni, nei primi nove governatorati su 27, gli islamici prevalgono. I Fratelli Musulmani, i meglio organizzati, e gli estremisti salafiti guadagnano molti consensi. Devono ancora votare 35 milioni di persone. P. Greiche, portavoce Chiesa cattolica: «Le formazioni radicali islamiche non hanno ancora vinto del tutto»
Tempi.it Placeholder
Gian Micalessin
02 Dicembre 2011
Il regime degli ayatollah ha tentacoli pronti a colpire e uccidere in tutto il Medio Oriente. Ecco perché perfino per i falchi del Mossad quella di ridimensionare con le armi la minaccia iraniana è «la più stupida idea mai sentita». Pubblichiamo l'articolo "La piovra atomica" a firma di Gian Micalessin che appare sul numero 48/2011 di Tempi, in edicola da oggi.
Tempi.it Placeholder
Redazione
02 Dicembre 2011
Sono parole del docente cinese Larry Lang, la cui lezione universitaria a porte chiuse è stata registrata e diffusa su internet. «Siamo come la Grecia ma questo sistema politico non ci permette di dire la verità. Diventeremo uno dei paesi più poveri del mondo». Cinque i segnali della crisi: debito, inflazione, bassi consumi interni, bassa crescita e tasse alte
Tempi.it Placeholder
Redazione
30 Novembre 2011
Ieri è stato il primo giorno di elezioni in Egitto per nominare il Parlamento. Si va avanti oggi, poi il 14 dicembre e il 3 gennaio. I Fratelli Musulmani vengono accusati di irregolarità ma non ci sono stati incidenti. Affluenza alta, tante le donne nei seggi. Piazza Tahrir divisa tra chi boicotta il voto e chi pensa che sia l'unico modo per affrontare l'esercito
Tempi.it Placeholder
Leone Grotti
30 Novembre 2011
Intervista al videoreporter per Reuters e Associated Press Simon Hanna: «I Fratelli Musulmani fanno campagna elettorale fuori dai seggi insieme ai salafiti e a tanti altri, anche se è vietato. In piazza Tahrir chi boicotta il voto lo fa perché non vuole legittimare l'esercito, che potrebbe sfruttare a proprio favore la buona riuscita delle elezioni»
Tempi.it Placeholder
Rodolfo Casadei
24 Novembre 2011
L'Irlanda, il paese che ha applicato alla lettera le ricette dettate da Bruxelles e dalla Bce per affrontare il collasso del suo settore bancario, dopo un anno di cura da cavallo ha protestato: o si alleggerisce un po' il debito irlandese o la crescita economica del paese è a rischio, e con essa la sua capacità di far fronte alle scadenze dei rimborsi
Tempi.it Placeholder