La giovane è l'unica studente di Dapchi (Nigeria) rapita dai jihadisti a non essere stata liberata perché «non si è convertita all'islam»: «Leah è l'ambasciatrice del cristianesimo nella Repubblica di Boko Haram».
La raffinata fantascienza distopica delle grandi serie tv (Altered Carbon, Black Mirror, Westworld) ha un minimo denominatore comune: senza Dio l'uomo resterà sempre infelice.
La vicenda di Zhai Juhong, docente presso l'università Zhongnan di Wuhan, non è un caso: in ogni corso ci sono uno o due informatori e dove non arrivano le sentinelle del partito comunista ci pensano le telecamere.
I terroristi islamici sono arrivati nel villaggio nigeriano del pastore Segun (oggi rifugiato negli Usa) e non trovandolo hanno preso suo padre dicendogli: «Scegli tra la Bibbia e il Corano».
I pro-choice si scagliano contro i cartelli affissi nell'isola: «In Gran Bretagna il 90% dei bambini con Sindrome di Down vengono abortiti». Ma nessuno li smentisce.
Potrebbe essere già finita la guerra dei dazi, a riprova che l'unico modo per trattare con il governo comunista è fare la voce grossa. Se la Germania vuole davvero salvare Liu Xia, deve copiare l'odiato tycoon.
Il voto è stato una farsa fin dal principio e i pochi che sono andati alle urne hanno subito pressioni: «Non volevo votare Maduro, ma non potevo permettermi di perdere il lavoro».
La sospensione degli annunci online da parte dei due giganti della rete non risolve le controversie sulle ingerenze straniere nel voto. Anzi, le alimenta
A Stoccolma ennesima gara a rubamazzo tra neofemminismo al traino dell’hashtag e ong per l’uguaglianza di genere. Ma l'obiettivo non è mai lo stereotipo