Alla fine ha ceduto. Dopo essersi opposto per due anni, un ospedale cattolico della provincia canadese della Nova Scotia ha annunciato che offrirà ai suoi pazienti i servizi dell’eutanasia e del suicidio assistito (Maid), legali nel paese dal 2016.
Il complesso ospedaliero regionale Santa Marta, ad Antigonish, è un ospedale missionario fondato dalle sorelle di santa Marta. Nel 1996 le religiose hanno raggiunto un accordo con lo Stato, passando la struttura a un’amministrazione laica in cambio di finanziamenti pubblici e a patto che i valori cattolici fondanti dell’ospedale venissero rispettati.
LE MINACCE LEGALI E LA RESA
Per due anni l’ospedale si è rifiutato di offrire eutanasia e suicidio assistito, in linea con l’identità cattolica dell’istituto. Per questo la struttura è finita sotto il fuoco di fila delle critiche da parte di attivisti pro eutanasia e bioeticisti. In particolare, a dicembre il noto accademico Jocelyn Downie ha criticato apertamente l’ospedale: «Che ci sia un istituto finanziato pubblicamente che filtra i servizi disponibili in base alla fede è indifendibile».
A gennaio l’associazione Dying With Dignity Canada ha minacciato di portare l’ospedale in tribunale e a settembre la struttura è capitolata annunciando che d’ora in poi sarà disponibile a uccidere i pazienti. Il nuovo approccio, ha dichiarato il vicepresidente dell’Autorità sanitaria della Nova Scotia, Tim Guest, «rispetta l’intesa delle sorelle di santa Marta che enuclea la filosofia, la missione e i valori dell’ospedale in accordo con la sua identità religiosa e allo stesso tempo viene incontro all’obbligo legale di assicurare che eutanasia e suicidio assistito siano resi disponibili».
«DISTRUGGERE LA SANITÀ CATTOLICA»
Come sia possibile che uccidere i propri pazienti rientri nell’identità cattolica dell’ospedale fondato dalle sorelle di santa Marta non è affatto chiaro. Esultano gli attivisti pro eutanasia, che invocano già che «lo stesso modello venga esteso ad altre giurisdizioni in tutto il paese».
Proprio una settimana fa il noto giornalista Wesley Smith aveva scritto sulla National Review che è in atto da oltre vent’anni un «tentativo da parte dei bioeticisti di distruggere la sanità cattolica», dal momento che questa rappresenta ormai «l’ultimo ostacolo al sovvertimento della moralità comune» al fine di introdurre una «visione utilitaristica della medicina».
EUTANASIA PER TUTTI
L’ospedale di Santa Marta ha appena ceduto alle pressioni della società e ora dovrà garantire la “buona morte” a una platea enorme di persone. Una recente sentenza di tribunale, infatti, ha appena invalidato le norme federali «troppo restrittive e quindi incostituzionali» di una legge già largamente libertaria. D’ora in poi non sarà più richiesto a un paziente di avere una malattia terminale, sarà sufficiente soffrire in modo (soggettivamente) insopportabile, a prescindere dalla patologia. Basterà insomma desiderare di morire.