La telenovela greca è ricominciata e con essa le minacce di Grexit che hanno infiammato l’Europa l’anno scorso. Atene non è riuscita a trovare un accordo con i suoi creditori (Fondo monetario internazionale, Meccanismo europeo di stabilità e Banca centrale europea) per lo sblocco di una terza tranche di aiuti all’interno del piano di salvataggio da 86 miliardi concordato la scorsa estate.
3,5 MILIARDI. All’inizio di luglio la Grecia dovrà restituire 3,5 miliardi di euro alla Bce e per farlo ha bisogno di nuovi prestiti. L’intesa doveva essere raggiunta entro l’1 maggio, ma l’obiettivo è ormai un miraggio e il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha annunciato che la riunione prevista per il 28 aprile è saltata.
PREVISIONI INAFFIDABILI. Le nuove tensioni, secondo Le Monde, sono dovute al Fondo monetario internazionale, che non si fida più degli obiettivi che il governo di Alexis Tsipras dovrebbe raggiungere. Il premier greco sostiene di aver rispettato i patti, mettendo in cantiere una riforma che prevede tre miliardi di euro di tagli tra riforma fiscale e riforma delle pensioni. Secondo le previsioni, così Atene dovrebbe ottenere un avanzo primario del 3,5% nel 2018.
NUOVI TAGLI. Ora Washington ritiene che siano necessari tagli per altri tre miliardi, pari al 2% del Pil e la Grecia non ci sta. Tsipras l’ha buttato sul tecnico: le leggi elleniche non permettono di approvare clausole di salvaguardia da attivare automaticamente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi (come ha fatto l’Italia, ad esempio). La spiegazione non ha convinto la Germania e la situazione è tornata in stallo. C’è da aspettarsi un nuovo tira e molla estivo. Come in molti avevano previsto, l’accordo dell’anno scorso non ha affatto risolto il problema greco. L’ha solo rimandato. Ma ora la situazione è peggiorata: perché in estate ci sarà anche il referendum sulla Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, senza contare l’ondata di immigrati che investirà le coste italiane. Una nuova bufera sembra avvicinarsi sulla tenuta dell’Ue.
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