Oggi sul Corriere della Sera appare un’intervista a Wanda Ferragamo, presidente onoraria della casa di moda fiorentina, in cui la donna, 92 anni, racconta la sua vita. La signora ha preso in mano l’azienda alla morte del marito, Salvatore, quando aveva solo 38 anni. Rimase vedova con sei figli. Certo, come lei stessa riconosce, in casa fu aiutata dai tanti domestici, ma la presenza del marito le è mancata, «più che altro», perché avrebbe voluto «una persona che mi prendesse la mano e mi dicesse: sono qui, non ti preoccupare».
Nell’intervista, in cui Wanda dice di pregare spesso Dio «che è sempre intorno a noi» e di ringraziarlo «per quello che mi ha dato, gli chiedo di proteggermi e di migliorare le intenzioni della gente», c’è un aneddoto che vale la pena di segnalare. Racconta Wanda che il marito «era molto generoso, in questo lo aveva influenzato l’esperienza americana. Lo rimproveravo per le mance esagerate: dava dieci, quando si usava cinque. Allora una volta presi una piastrella da un negozietto con la scritta: “Non far male che è peccato. Non far bene che è sprecato”, e gliela feci trovare in bagno. Lui, per tutta risposta, cancellò con un pennarello i “non” e trasformò la seconda frase in “Far bene anche se è sprecato”».